Hassan Nasrallah, capo dell'organizzazione paramilitare libanese, rompe il silenzio sul conflitto in corso in Medio Oriente: "Nessuna guerra è più ingiusta di questa". Poi ha aggiunto: "Siamo già in guerra dall'8 ottobre". Da settimane si combatte infatti anche sul versante libanese, al confine con quello israeliano: qui sono state uccise più di 70 persone
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Con la situazione sul campo in costante evoluzione, abbiamo deciso di raccogliere qui alcune informazioni che permettano di farsi un'idea del contesto più ampio attraverso mappe, schede e approfondimenti.
Il capo libanese di Hezbollah, Hassan Nasrallah, rompe il silenzio sulla guerra tra Hamas e Israele, che definisce un Paese "che non è in grado di reggersi in piedi da solo". In un discorso trasmesso in diretta tv e tenuto in memoria dei combattenti uccisi nei bombardamenti israeliani - la "Festa dei martiri caduti sulla via di Gerusalemme" - ha definito “sacra e grande” l’operazione lanciata da Hamas contro la popolazione israeliana lo scorso 7 ottobre, quella che ha dato il via al conflitto. Poi ha precisato che è stata frutto di "una decisione presa al 100% dai palestinesi" e quindi "non condivisa con altre fazioni della resistenza islamica". Tuttavia, se "alcuni si aspettavano che io oggi annunciassi la guerra", Nasrallah ha precisato che "siamo in guerra dall'8 ottobre". L’attacco di Hamas ha avuto il merito di mostrare "come non è mai accaduto prima tutta la debolezza e la fragilità di Israele, un’entità che sta tremando". Nasrallah ha quindi assicurato il sostegno a Gaza, dove si sta combattendo una battaglia "decisiva" come mai prima: "Siamo pronti al sacrificio, siamo pronti a dare il nostro tutto". Migliaia le persone in piazza ad ascoltarlo, in religioso silenzio. Dei morti nella Striscia, ha aggiunto, "si deve parlare in tutto il mondo". Anche perché Israele "sta violando i diritti umani" nella guerra: "Tutte le vittime di Gaza sono martiri, si stanno muovendo verso un altro mondo enunciato dai profeti, ora sono lì dove non ci sono dittature e non ci sono sionisti. Nessuna guerra è più ingiusta di questa". E definisce gli Usa responsabili per "i crimini perpetrati da Israele a Gaza" (GUERRA ISRAELE-HAMAS, GLI AGGIORNAMENTI LIVE).
"Decenni di sofferenza del popolo palestinese"
La sofferenza del popolo palestinese, ha voluto ricordare il leader di Hezbollah, va ormai avanti da decenni, soprattutto da quando in Israele è salito al potere “un governo di destra che sta violando i diritti umani". Prima dell’attacco del 7 ottobre, ha aggiunto, erano quattro le “questioni urgenti” sul fronte palestinese: "Le migliaia di prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane; la questione della moschea di al Aqsa a Gerusalemme; l'assedio di Gaza per quasi vent'anni; i pericoli che incombono sulla Cisgiordania, compresi gli insediamenti israeliani, le uccisioni e gli arresti quotidiani". Nasrallah ha poi chiesto - definendo "la politica del nemico" come una "persecuzione" - che vengano aperti i corridoi umanitari per "affrontare la situazione umanitaria".
"Israele non ha imparato da errori del passato, non è capace a reggersi in piedi da solo"
Il capo di Hezbollah ha criticato i "governanti israeliani" per non aver imparato "dalle lezioni" del passato: "Fissano sempre degli alti obiettivi nelle loro guerre, non hanno imparato dalle varie guerre su Gaza, non hanno imparato dalla guerra del Libano del 2006... dichiarano obiettivi che poi non riescono a raggiungere". Poi ha alzato i toni: "Israele non è capace di reggersi in piedi da solo". Lo dimostra il fatto che "vediamo i generali americani correre in Israele e aprire i depositi di armi statunitensi per l'esercito israeliano, e vediamo Israele chiedere, dal primo giorno, 10 miliardi di dollari". Nasrallah ha tenuto a precisare anche che l'Iran, antagonista di Israele che secondo diverse ricostruzioni sarebbe dietro gruppi come Hamas e Hezbollah, "non controlla" i vertici dei gruppi armati in Libano e in Palestina, ma ne "sostiene la resistenza", come dimostra "quanto accaduto finora". E chiede ai Paesi arabi non di "mandare i soldati" ma di avere "il minimo di onore e di cessare di inviare petrolio a Israele".
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I combattimenti tra Libano e Israele
Nei combattimenti tra Libano e Israele sono state uccise più di 70 persone: 50 di queste erano combattenti di Hezbollah, secondo i dati diffusi dall’Afp. Morto anche un giornalista della Reuters. Nasrallah ha rivendicato come "le nostre azioni contro Israele hanno costretto il nemico a schierare un terzo di tutte le sue forze armate, comprese le unità di elite, al fronte nord". E ha annunciato che "i nostri compagni partigiani in Iraq e in Yemen si sono attivati e hanno preso iniziative contro obiettivi nemici, e raggiungeranno la Palestina".
Il discorso seguito da migliaia di persone
"Migliaia" di persone hanno seguito il discorso di Nasrallah anche da Baghdad e da altre città delle regioni centro-meridionali a maggioranza sciita. A riferirlo è stato il corrispondente da Baghdad della tv al Manar, dello stesso movimento sciita libanese. Le televisioni israeliane hanno deciso di non trasmettere il discorso di Nasrallah.
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Netanyahu: "Costi inimmaginabili se fate errori"
A stretto giro la replica del premier israeliano Netanyahu: qualsiasi errore compiuto dai nemici di Israele sul fronte nord comporterà "perdite inimmaginabili", ha detto dopo il discorso di Nasrallah.