Guerra a Gaza, a che punto è l’avanzata delle truppe di Israele nella Striscia
Secondo i media israeliani l'esercito ha ormai accerchiato Gaza City in tre lati su quattro, nel tentativo di isolare la parte Nord della Striscia. Movimenti di truppe si registrano però anche più a Sud verso Khan Younis, con l'obiettivo di controllare da vicino le operazioni di evacuazione di alcuni civili dal valico di Rafah
- Per la prima volta dallo scoppio del conflitto a Gaza, le autorità egiziane hanno autorizzato oggi l’apertura del valico di Rafah a Sud della Striscia. A Nord intanto prosegue l’avanzata delle truppe israeliane
- Secondo la radio pubblica israeliana Kan, l’esercito di Tel Aviv stringe ormai Gaza City da tre lati terrestri: Nord, Centro e Sud. Il portavoce militare Daniel Hagari ha confermato che le truppe stazionano ai bordi della città
- Nel Nord della Striscia la situazione resta la più critica. A Gaza City i raid aerei hanno centrato il campo profughi di Jabalia provocando almeno 50 vittime
- Hamas ha risposto con lanci di missili verso Erez. I movimenti di truppe israeliane da Est suggeriscono l’intenzione di chiudere l’intero Nord della Striscia isolando di fatto Gaza City
- Proseguono intanto i lanci di missili di Hamas dalla Striscia verso Tel Aviv mentre al confine con il Libano un razzo di Hezbollah ha centrato un carro armato israeliano Merkava
- Scontri si registrano anche in Cisgiordania mentre rischia di aprirsi un nuovo fronte nella parte meridionale di Israele. Dallo Yemen i guerriglieri sciiti Houti hanno lanciato droni aerei nella zona di Eilat sul golfo di Aqaba
- L’apertura del valico di frontiera tra Gaza ed Egitto consentirà ai titolari di passaporto straniero e a centinaia di civili palestinesi feriti in modo grave di riparare nei campi tendati allestiti nei pressi di Rafah
- Il movimento di truppe israeliane in direzione di Khan Younis suggerisce l'ipotesi che Tel Aviv voglia controllare la situazione al valico di Rafah monitorando l’uscita dei feriti più gravi
- Secondo la Bbc tra il 10 e il 25 ottobre l'aviazione israeliana ha bombardato ripetutamente anche il Sud della Striscia indicata precedentemente come "safe zone" per i civili palestinesi. L'Idf (Forze di difesa israliane) ha ribadito l'intenzione di "colpire obiettivi terroristici in tutte le parti di Gaza"
- Nel frattempo mentre l’operazione a Gaza entra nella sua fase cruciale sia Israele sia gli Usa ragionano sul "dopo". Tra le ipotesi sul tavolo la creazione di una forza di peacekeeping sul modello di quella che ha sorvegliato l'accordo di pace del 1979 con l'Egitto, il ricollocamento dell'intera popolazione di Gaza nella penisola del Sinai o un governo dell'Autorità Nazionale Palestinese sulla Striscia