Guerra Hamas-Israele, Usa inviano portaerei e A-10. Sale attenzione su obiettivi in Europa

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Biden: “Stiamo assistendo al peggior massacro di ebrei dall'Olocausto e a una crisi umanitaria a Gaza”. Gli Stati Uniti schierano una seconda portaerei nel Mediterraneo orientale e alcuni velivoli A-10, di supporto ad azioni al suolo, si aggiungono agli F-15 già presenti. L'Iran promette una risposta se Israele continuerà l'attacco. L'inviato cinese ha annunciato che andrà in Medio Oriente per colloqui di pace. In Italia e in Europa attenzione massima sugli obiettivi sensibili dopo l'appello di Al Qaida alla Jihad

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È il nono giorno di guerra tra Hamas e Israele e la diplomazia internazionale continua a muoversi per cercare di mediare ed evitare un’escalation. Il presidente americano Joe Biden ha sentito al telefono il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente dell'Autorità palestinese Abu Mazen, raccomandando garanzie umanitarie. Nel frattempo gli Usa schierano una seconda portaerei nel Mediterraneo orientale, come “deterrenza contro azioni ostili a Israele”, e alcuni velivoli A-10, di supporto ad azioni al suolo, si aggiungono agli F-15 già nel Mediterraneo. L'Iran ha promesso una risposta se Israele continuerà l'attacco. L'inviato cinese ha invece parlato con quello saudita e ha annunciato che andrà in Medio Oriente per colloqui di pace. In Italia, come nel resto d’Europa, l’attenzione è massima sugli obiettivi sensibili dopo l'appello di Al Qaida alla Jihad. Intanto, mentre cresce l’emergenza sfollati, l'Egitto non è disposto ad aprire il valico di Rafah in assenza di aiuti umanitari (LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI LIVE).

La posizione degli Usa

"Stiamo assistendo al peggior massacro di ebrei dall'Olocausto. Stiamo assistendo a una crisi umanitaria a Gaza", ha detto Joe Biden intervenendo a Washington a una cena per la campagna a favore dei diritti umani. La maggior parte delle persone che vivono a Gaza, ha aggiunto, sono "famiglie palestinesi innocenti, che non vogliono avere niente a che fare con Hamas". Il Pentagono ha intanto annunciato che gli Usa manderanno una seconda portaerei nel Mediterraneo orientale come "deterrenza contro azioni ostili a Israele". Il Comando Centrale degli Stati Uniti, poi, ha aggiunto in un post sui social media che aerei A-10, velivoli di supporto per l' attacco al suolo, si uniranno presto agli F-15 già dispiegati nell'area. Nel frattempo, è salito a 29 il numero dei cittadini americani uccisi negli attacchi di Hamas in Israele. Un portavoce del dipartimento di Stato Usa ha aggiunto che risultano anche 15 cittadini statunitensi e un residente permanente legale dispersi. 

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Gli sfollati

Si è arenato l'accordo tra Washington e il Cairo per consentire a oltre 500 americani di uscire da Gaza attraversando il valico di Rafah. L'Egitto, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, ha spiegato che darà disco verde solo se gli aiuti umanitari potranno passare nella direzione opposta. L'accordo prevedeva le 17 di sabato come termine ultimo per il passaggio, ma il valico è rimasto chiuso. Tre dirigenti egiziani hanno affermato che nessuno straniero sarà ammesso, a meno che non venga raggiunto un accordo per consentire la consegna di acqua, cibo, forniture mediche e altri aiuti nella Striscia di Gaza. "Non possiamo consentire l'uscita di pochi stranieri e non permettere l'ingresso di aiuti umanitari per i palestinesi che rimarranno bloccati lì", ha spiegato uno di loro. Israele, intanto, ha assicurato che avvierà "operazioni militari significative" solo una volta che i civili avranno lasciato Gaza. Ma l’Oms ha replicato che l'evacuazione forzata di migliaia di malati dal nord di Gaza verso il sud del territorio potrebbe essere "l'equivalente di una condanna a morte". "L'Oms condanna fermamente i ripetuti ordini israeliani di evacuare 22 ospedali che curano più di 2.000 pazienti nel nord di Gaza", si legge in una nota. E ancora: lo spostamento di 2.000 pazienti nel sud di Gaza, "dove le strutture sanitarie sono già al massimo delle loro capacità e non sono in grado di assorbire un aumento considerevole del numero di pazienti, potrebbe equivalere a una condanna a morte".

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L’Iran avverte Israele, si muove anche la Cina

Nella diplomazia internazionale si muove anche la Cina. L'inviato speciale cinese Zhai Jun sarà in Medio Oriente la prossima settimana per premere su un cessate il fuoco nel conflitto e per promuovere i colloqui di pace. Zhai, ha riferito il network statale Cctv, "visiterà il Medio Oriente allo scopo di coordinarsi con le varie parti per un cessate il fuoco, per proteggere i civili, per alleviare la situazione e per promuovere colloqui di pace". Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha avuto un colloquio telefonico con l'omologo saudita Faisal bin Farhan Al Saud: entrambi, ha riferito una nota della diplomazia di Pechino, "hanno espresso preoccupazione per la situazione in Israele e Gaza" e hanno rilevando che le azioni di Israele "sono andate oltre l'ambito dell'autodifesa". Tel Aviv "dovrebbe ascoltare seriamente gli appelli della comunità internazionale e del Segretario generale dell'Onu sullo stop alle punizioni collettive del popolo di Gaza". Intanto, l’Iran ha avvertito: "Se i crimini di guerra e il genocidio dell'apartheid israeliano non verranno fermati immediatamente, la situazione potrebbe andare fuori controllo e ripercuotersi su conseguenze di vasta portata". Teheran, in un messaggio tramite l'Onu, avrebbe fatto sapere a Israele che risponderà se Israele effettuerà un'offensiva di terra nella Striscia di Gaza controllata da Hamas.

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Attenzione massima in Italia ed Europa

Intanto, l'ombra del terrorismo torna ad aleggiare anche in Europa e in Italia dopo che un appello alla Jihad, secondo gli 007 americani, è stato diffuso da Al Qaeda affinché i musulmani si mobilitino nel mondo contro obiettivi israeliani e americani. Ieri in Francia allarme bomba alla Reggia di Versailles, mentre a Parigi il Louvre è stato chiuso. Al Viminale si è tenuto il Comitato per la sicurezza per una ricognizione sugli obiettivi sensibili in Italia e sono state innalzate le misure di sicurezza. Il Paese si prepara a "mesi difficili", ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Governo e servizi di sicurezza sono in allerta, anche se "evidenze concrete e immediate" ancora non ci sono. Particolare attenzione viene posta sulle possibili infiltrazioni di terroristi tra i flussi di migranti che, proprio a causa della guerra, potrebbero incrementarsi nei prossimi giorni.

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