
Non solo Wagner: dalla Redut alla Don, le altre compagnie militari private russe
Non c'è solo la brigata fondata da Prigozhin - morto lo scorso 23 agosto - tra i gruppi paramilitari attivi in Russia. Dalla Bars all'Unione dei volontari del Donbass, si tratta di formazioni spesso legate a gruppi industriali o ad apparati militari e della sicurezza. Per tutte, adesso vale l’obbligo di prestare giuramento di fedeltà allo Stato e all’ordine costituzionale, come stabilito da un decreto firmato da Putin

La più conosciuta resta la Wagner, ma sono molte le compagnie militari private operanti in Russia, a volte attive al fianco delle truppe regolari nel conflitto in Ucraina: Redut, Bars, Don, Unione dei volontari del Donbass. Per tutte, adesso vale l’obbligo di prestare giuramento di fedeltà allo Stato e all’ordine costituzionale, come stabilisce un decreto firmato il 25 agosto dal presidente russo Vladimir Putin
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Come per la Wagner – che lo scorso 23 agosto ha perso il suo leader Yevgeny Prigozhin, quel giorno a bordo di un aereo che si è schiantato in circostanze ancora da chiarire nella regione russa di Tver – anche le altre compagnie paramilitari sono spesso legate a gruppi industriali o ad apparati militari e della sicurezza
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REDUT - Così sarebbe ad esempio per la Redut, come si legge in un'inchiesta di Radio Liberty. Era il 2019 quando i media – in particolare Novaya Gazeta – parlavano per la prima volta della Redut, con compagnia di base a Kubinka, nella regione di Mosca. In passato, pare che la compagnia fosse stata impegnata nella protezione di strutture di aziende russe in zone calde, in particolare degli impianti in Siria della Stroytransgaz JSC, società di costruzioni nei campi petrolifero e del gas già appartenente alla Gazprom
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Secondo il nazionalista Igor Girkin, arrestato il mese scorso dopo aver alzato la voce più volte contro il Cremlino, la compagnia apparterrebbe a Gennady Timchenko (in foto), uomo d'affari vicino a Putin. Sui social e su Telegram si possono trovare annunci per il reclutamento nella Redut
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DON – Poi c’è la Don, nata come brigata di volontari cosacchi. Da sempre, si dice, avrebbe rapporti stretti di collaborazione con il Ministero della Difesa di Mosca. Figura importante al suo interno è Nikolay Dyakonov, ataman (comandante) dei cosacchi, che sempre sui social guida la propaganda per convincere i suoi seguaci ad arruolarsi

UNIONE DEI VOLONTARI DEL DONBASS – Leader dell’Unione dei volontari del Donbass è invece Alexander Boroday, deputato della Duma ed ex premier dell'autoproclamata Repubblica popolare del Donetsk. Il gruppo fa sapere di avere a disposizione tre battaglioni, che si addestrano in una base a Kadamovsky, nella regione di Rostov, dove si esercitano anche alcuni reparti della riserva dell'esercito statale. In foto: Boroday nel 2014

BARS – Alle compagnie già citate si aggiunge la Bars, che opererebbe in collegamento con alcune delle altre formazioni paramilitari. Negli ultimi tempi si erano poi fatte sempre più insistenti voci che fanno risalire al gigante dell'energia Gazprom la paternità su altre compagnie ancora. Non si sa se sia effettivamente così. In foto: cartelloni che promuovono la leva militare, Mosca, 25 agosto 2023

Quello che invece emerge ancora una volta da Radio Liberty è che, secondo alcuni documenti del Pentagono, Gazprom avrebbe chiesto al Ministero della Difesa un aiuto per bonificare dalle mine una vasta zona nel Lugansk, dove si dovrebbero costruire nuovi gasdotti

L’OBBLIGO DI FEDELTÀ ALLO STATO – Tutte le formazioni paramilitari da adesso dovranno comunque operare solo in accordo con i piani centrali. Il decreto firmato da Putin prevede infatti che anche i membri delle "formazioni volontarie e altre persone che contribuiscono all'esecuzione dei compiti assegnati alle forze armate" e svolgono funzioni per "la difesa territoriale" siano tenuti a prestare giuramento davanti alla bandiera nazionale

Nel testo di legge è contenuta anche la formula del giuramento stesso: "Giuro solennemente fedeltà alla Federazione russa e di osservare la Costituzione, seguire scrupolosamente gli ordini dei comandanti e dei superiori e di svolgere coscienziosamente i compiti che mi sono assegnati. Giuro di essere leale alla Federazione russa e di difendere coraggiosamente la sua indipendenza e il suo ordine costituzionale"

Il passaggio delle compagnie private alle dipendenze dirette del Ministero della Difesa era invece già stato previsto da un’altra legge, entrata in vigore sempre quest’anno. Si dice che sia stata proprio questa norma a incrinare i rapporti tra Prigozhin e le autorità statali, su tutti il ministro della Difesa Serghei Shoigu
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