Etiopia, conclusa visita Meloni: “Italia impegnata a rafforzare stabilità Corno d'Africa”

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Giorgia Meloni chiude la missione in Etiopia e conferma la stretta sui migranti: "Ho come obiettivo l'eliminazione della protezione speciale, perché si tratta di un'ulteriore protezione rispetto a quello che accade al resto d'Europa. Non ci sono divergenze con la Lega", assicura la premier. Schlein: "Una vergogna abolire la protezione speciale". Il Quirinale fa sapere: "Non ci faremo trascinare nello scontro sui permessi"

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Si è conclusa la missione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Etiopia. In mattinata la premier è tornata al Palazzo nazionale di Addis Abeba per il trilaterale con il primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali e con il presidente della Somalia Hassan Sheikh Mohamud. "Il bilancio della missione è ottimo, molto proficuo, molto concreto", ha detto la premier. Ha anche sottolineato che il nostro Paese “è impegnato a rafforzare la stabilità del Corno d’Africa”. Prima di ripartire, è stata in visita all'istituto onnicomprensivo Galileo Galilei della capitale etiope, la più grande scuola italiana all'estero con circa 900 studenti. Poi la presidente ha lasciato la capitale dell'Etiopia per fare rientro in Italia.

Meloni: “Dare maggiore attenzione all'Africa”

"Il bilancio della missione è ottimo, molto proficuo, molto concreto. Penso che ci sarà un ulteriore step a luglio quando, insieme alla Fao, ospiteremo lo Stocktaking moment, il meeting sulla sicurezza alimentare. Pensiamo di poter contribuire molto alla sicurezza e alla stabilità di queste nazioni", ha detto Meloni in un punto stampa prima di lasciare Addis Abeba. Riguardo alla scuola che ha visitato, ha aggiunto: “Il 100% dei ragazzi che escono da queste scuole trovano un lavoro e credo che questa sia la cosa più importante che si può fare per nazioni che fanno grandi sforzi di stabilizzazione e di modernizzazione e che sono fondamentali per la stabilità dell'intera regione”. “C'è grande voglia di Italia – ha spiegato ancora – c'è grande attenzione per la nostra capacità di cooperare in modo non predatorio. Vogliamo lavorare sulle infrastrutture, sull'agricoltura, sul turismo. E quello che queste nazioni ci chiedono è anche di farci promotori e portavoce negli organismi multilaterali delle loro istanze e necessità e io credo che l'Italia possa ottimamente giocare questo ruolo. Ci stiamo occupando in seno al Consiglio europeo di dare maggiore attenzione all'Africa in termini di investimenti e presenza ed è esattamente quello che ci chiedono".

In Africa "l'Europa è rimasta indietro"

In Africa "l'Europa è rimasta indietro" e "si recupera decidendo e capendo - e l'Italia cerca di spingere su questo - che l'Africa per noi è strategica", ha detto ancora Meloni, spiegando che "il lavoro" che sta "cercando di fare è accendere i riflettori su queste necessità" di sostenere lo sviluppo dei Paesi africani. "L'Italia può fare sicuramente la prima fila di questo lavoro, ma una cosa è farlo come Italia, e lo stiamo facendo con il nostro piano Mattei, che presenteremo con una conferenza con questi primi ministri e presidenti, una cosa è che lo fa l'Europa nel suo complesso". Aiutare l'Africa è strategico, ha evidenziato Meloni, "non solo perché siamo i dirimpettai, i vicini di casa", ma anche perché "è un continente che non è povero, è un continente che in alcuni casi viene sfruttato e in altri non ha gli strumenti per tirare fuori le proprie ricchezze, ma di quelle ricchezze potrebbe tranquillamente vivere e prosperare". "Noi – ha aggiunto la premier – abbiamo il problema dei flussi migratori e lo conosciamo bene, l'Etiopia è un Paese che oggi ospita oltre 1 milione di rifugiati: se queste nazioni non vengono sostenute in questo lavoro, strategico anche per noi, a cascata i problemi arrivano da noi".

La visita all’Istituto Galileo Galilei di Addis Abeba

Dopo il trilaterale, Meloni ha fatto visita all’Istituto Galileo Galilei di Addis Abeba, la più grande scuola italiana all’estero con oltre 900 iscritti. Sulla facciata dell’edificio campeggiava un grande striscione bianco rosso e verde con la scritta “Benvenuta presidente”. Ad accogliere Meloni c’erano le studentesse e gli studenti della scuola, che hanno sventolato bandierine tricolore all’arrivo della delegazione italiana. La scuola Galilei è un istituto onnicomprensivo che include infanzia, elementari, medie e superiori e opera ad Addis Abeba da circa 60 anni. Le ragazze e i ragazzi iscritti studiano tutte le materie in italiano e in amarico, la lingua locale. Quasi il 90% degli studenti di questa scuola, dopo aver completato gli studi, si trasferisce in Italia per frequentare l’università. "Ciao ragazzi, studiate sempre", ha detto Meloni agli studenti.

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Gli incontri di Meloni in Etiopia

Già ieri Meloni aveva incontrato i leader di Etiopia e Somalia. "Ringrazio il primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali per l'accoglienza. L'incontro di oggi conferma il comune desiderio di rafforzare le nostre relazioni bilaterali. L'Italia è al fianco dell'Etiopia nel suo percorso di rafforzamento istituzionale e crescita socio-economica", ha scritto su Twitter la premier. Il primo ministro etiope e la premier italiana "hanno avuto colloqui bilaterali durante una cena di lavoro tenutasi in suo onore al Grand Palace", ha spiegato l'Ufficio di Abiy Ahmed. Sempre venerdì, in serata, Meloni ha avuto un incontro bilaterale con Hassan Sheikh Mohamud, presidente della Somalia. Sempre sui social, la premier ha aggiunto: "Ad Addis Abeba ho avuto il piacere di incontrare anche il presidente somalo Hassan Mohamud. La Somalia troverà sempre nell'Italia un partner privilegiato e solido nel sostenere gli sforzi volti a rafforzare le istituzioni somale e la stabilità dell'intero Corno d'Africa". Ancora su Twitter, Meloni ha scritto ancora: "Lieta di aver incontrato ad Addis Abeba il presidente della Commissione dell'Unione Africana Moussa Faki. Uniti da valori condivisi, crediamo nel consolidamento della nostra collaborazione per promuovere stabilità e sviluppo in Africa, per un futuro di pace e prosperità".

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Il Piano Mattei

Ad Addis Abeba Giorgia Meloni ha rilanciato l'idea di quel Piano Mattei che l'Italia sarà pronta a presentare nel dettaglio a ottobre, in occasione del summit intergovernativo Italia-Africa. "Ci stiamo lavorando" soprattutto "ascoltando" e "coinvolgendo" i Paesi africani, ha assicurato la premier in un breve punto stampa tra un incontro e l'altro nella capitale etiope. L’obiettivo, ha spiegato, è fare di più per l'Africa, per fare fronte alle tante emergenze umanitarie - a partire da quella somala che per l'Onu è "una delle peggiori crisi umanitarie al mondo" - e contenere i flussi di migranti illegali. Ma anche sostenere lo sviluppo economico e la stabilizzazione sociale di Paesi nei quali altrimenti, senza un "ruolo forte" dell'Italia e dell'Europa, si aprono inevitabilmente le porte "all'ingresso di altri attori". La premier è stata il primo leader di un governo occidentale a essere ricevuto ad Addis Abeba dopo la tregua che ha innescato il processo di pacificazione con la regione del Tigray. Italia ed Etiopia hanno legami solidi, che ora l'Italia vuole "rafforzare", ha ribadito Meloni sottolineando "l'ottima amicizia con il primo ministro" etiope (è la terza volta che i due si incontrano), che "può avere degli sviluppi anche in termini di stabilità complessiva della regione". Il Corno D'Africa "è per noi cruciale e sensibile", ha aggiunto. Anche perché si tratta di una terra che ospita 823mila rifugiati e 4,2 milioni di sfollati, che poi sono tra quelli che, attraverso Sudan e Libia, tentano la fortuna sui barconi per arrivare in Italia. "Penso che il Piano Mattei - ha assicurato la premier - produca molto più dello sforzo che richiede, per l'interesse nazionale italiano, per l'interesse europeo, per la stabilità di un continente sul quale forse negli ultimi anni non abbiamo fatto abbastanza".

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Gli altri temi

Meloni, nel punto stampa, ha parlato anche di altri temi. "Io ho come obiettivo l'eliminazione della protezione speciale, perché si tratta di un'ulteriore protezione rispetto a quello che accade al resto di Europa”, ha detto sul tema migranti. Riguardo al Pnrr e su quando sarà presentato l’aggiornamento: “Non so dare una data precisa, ma posso dire che noi rispettiamo le prescrizioni che ci vengono fornite" dall'Europa e "la prescrizione della Commissione Ue è agosto". Poi, sul caso Uss: "Sicuramente il fatto è abbastanza grave, mi riservo quando torno di parlarne col ministro Nordio per capire bene come sono andate le cose, sicuramente ci sono anomalie. La principale anomalia credo sia la decisione della corte di appello di tenerlo ai domiciliari con motivazioni discutibili e di mantenere la decisione anche quando c'era una decisione sull'estradizione: quindi credo che il ministro abbia fatto bene ad avviare un'azione disciplinare e quindi bisogna fare chiarezza".

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