
Ucraina, la ricostruzione parte dagli aiuti di Francia e Germania. A che punto è l'Italia?
Nonostante il conflitto continui a imperversare è già partita la fase post-bellica a Kiev: Parigi e Berlino si sono già assicurate un ruolo importante nella riedificazione ucraina, mentre Roma attende la Conferenza bilaterale del 26 aprile per comprendere dove e come potrà agire. In prima fila c’è Confindustria, che parteciperà all’evento e negli ultimi mesi ha aperto un suo ufficio all’interno dell’Ambasciata italiana nel Paese

Ricostruire a guerra in corso. È questo lo scenario che pian piano si sta prospettando in Ucraina dove si comincia già a immaginare la ricostruzione, nonostante i segnali di pace tra Kiev e Mosca siano al momento inesistenti
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L’AZIONE DI GERMANIA E FRANCIA – Sia Berlino che Parigi si sono già mosse per tempo, con le loro rispettive conferenze bilaterali a ottobre e dicembre. Macron, in particolare, ha mobilitato 700 imprese e promesso un pacchetto robusto di garanzie statali. Nel frattempo, anche il G7 si è mosso, lanciando la Piattaforma di coordinamento dei donatori e dopo la prima “Ukraine Recovery Conference”, svoltasi lo scorso luglio a Lugano (in foto i partecipanti della conferenza) e che prevede un altro appuntamento multilaterale, il prossimo giugno a Londra
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IL RUOLO DELL’ITALIA – In tutto questo come si pongono le aziende italiane? Certamente Roma sconta una partenza ad handicap, non soltanto nei confronti di Francia e Germania, ma anche di Paesi geograficamente più vicini a Kiev, come la Polonia e la Danimarca. Importante sarà perciò il ruolo della Conferenza bilaterale del prossimo 26 aprile: indubbi i margini di rischio, visto che parliamo di uno scenario di guerra, e tutte da vedere saranno le zone di influenza, visto che all’Italia è stata assegnata la zona di Donetsk nella conferenza di Lugano
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IL FAST RECOVERY – La prima fase che immaginano le diplomazie è quella della cosiddetta fast recovery, che significa ripristinare nelle zone uscite dall’occupazione russa le infrastrutture critiche civili ed energetiche distrutte durante l’offensiva. In merito a questa fase la Banca mondiale stima un fabbisogno di 14 miliardi di dollari a fronte dei 411 totali per la ricostruzione (questi ultimi però, secondo il governo ucraino, dovrebbero essere almeno 750)
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LE GRANDI INFRASTRUTTURE – La seconda parte, invece, è immaginata per essere più nel medio/lungo termine. Ci si aspetta infatti, immaginando un orizzonte almeno decennale, l'ammodernamento delle grandi infrastrutture e del sistema regolamentare e di mercato dell’economia, al fine di promuovere il processo di adesione dell’Ucraina alla Ue. L’intervento verrebbe avviato nella parte occidentale non toccata dall’offensiva e poi, successivamente, nelle aree che progressivamente vengono riguadagnate ai russi
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CHI CI SARÀ IL 26 APRILE – Come abbiamo detto, per l’Italia sarà importante la Conferenza bilaterale del 26 aprile, al fine di ritagliarsi uno spazio nella ricostruzione dell’Ucraina del futuro. Ma chi ci sarà? Il programma andrà definito nei dettagli e le imprese possono ancora iscriversi per partecipare ma si sa già che per il governo italiano ci saranno i ministri Tajani, Urso e Giorgetti, con intervento finale della premier Meloni. Per l’Ucraina non ci sarà Zelensky ma invece il premier Shmyhal (in foto), il ministro degli Esteri Kuleba, e altri ministri
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IL RUOLO DI CONFINDUSTRIA – In questo contesto un ruolo importante lo ha anche Confindustria, di cui si prevede l’intervento del presidente Carlo Bonomi. Saranno presenti anche le istituzioni finanziarie internazionali (Banca mondiale, Fmi, Bers, Bei), oltre a soggetti economici italiani come Ice, Cdp, Sace e Simest. Negli ultimi mesi infatti l’Associazione degli industriali ha aperto un suo ufficio all’interno dell’ambasciata italiana a Kiev
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I POSSIBILI CAMPI DI INTERVENTO – I campi di intervento nel quale le aziende italiane potrebbero intervenire, da sole o in consorzi con imprese francesi, tedesche e polacche, sono certamente le infrastrutture come anche l’arredo e la lavorazione del legno, l’agrifood e l’aerospaziale. Comparti che si ritrovano anche nei tavoli tematici della Conferenza del 26 aprile: infrastrutture e trasporti, energia e ambiente, agroindustria, salute, digitale e servizi cui si aggiungono focus specifici su spazio/avionica e industria metallurgica

LE OPPORTUNITÀ PER LE PMI – Per alcune piccole e medie imprese si sono già aperte le prime possibilità: durante la manifestazione “RebuildUkraine”, tenutasi a Varsavia lo scorso febbraio, sono infatti arrivate le prime richieste direttamente dalle comunità locali, laddove ci siano le condizioni per appaltare

DI COSA SI TRATTA – Un incontro che è servito per cominciare a mettere a punto le prime richieste. Come evidenzia Vanessa Russano, segretario generale della Camera di commercio, “le comunità locali hanno esposto le loro esigenze immediate e i progetti in campo e con 12 di loro abbiamo siglato dei protocolli di intesa. Dove ci sono finanziamenti disponibili a livello locale possono essere firmati dei preaccordi o dei contratti. Irpin, ad esempio, liberata e con l’85% della popolazione rientrata, è già partita su abitazioni, scuole, infrastrutture, rete idrica”
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