A Bruxelles sono finiti i lavori della seconda e ultima giornata del Consiglio europeo. La prima si era chiusa con un incontro bilaterale di oltre un'ora e mezza tra la premier italiana e il presidente della Repubblica francese Macron. Al centro del colloquio a due diversi temi: migranti, Ucraina, economia e Patto di stabilità. "Sono soddisfatta di questo bilaterale, un incontro lungo e ampio sullo senario e la situazione complessa sul fronte geopolitico. C'è voglia di collaborare", ha detto Meloni
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"L'Italia può dirsi molto soddisfatta" delle conclusioni del Consiglio europeo. Così la premier Giorgia Meloni, al termine dei lavori che si sono tenuti Bruxelles, nel formato inclusivo con la presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde e il presidente dell'Eurogruppo Paschal Donohoe. Bene il dossier migranti, ha detto Meloni, su cui c'è stato "un cambio di passo" e che ora "è una priorità". Ieri, la premier ha incontrato il presidente francese Macron un bilaterale di oltre un'ora e mezza. Si è trattato di "un incontro lungo e ampio sullo senario e la situazione complessa sul fronte geopolitico", da cui emersa la "voglia di collaborare". Così ad esempio per i dossier industriali e per la questione migratoria, "sulla quale trovo una grande disponibilità ad affrontarla in maniera strutturale da parte del presidente Macron", ha detto Meloni. Tra i temi discussi oggi al Consiglio c'è stato anche il Mes: l'unico Paese che non ha ratificato il trattato di riforma è l'Italia. La materia, ha detto Meloni, "non va discussa a monte ma a valle e nel contesto in cui opera". Per la premier esistono "strumenti che sono più efficaci in questo momento". In mattinata, ha aggiunto, "ad esempio abbiamo discusso di unione bancaria e in tema di backstop il Mes è una sorta di Cassazione, l'Unione bancaria sono il primo e il secondo grado".
Pnrr: "Non c'è il rischio che l'Italia non riceva i fondi"
Negli ultimi giorni si è parlato della possibilità che l’Italia non riceva la terza tranche di fondi europei nell’ambito del Pnrr, per non essere riuscita a raggiungere tutti gli obiettivi previsti dal calendario. Niente di vero, ha precisato Meloni: “No, non vedo assolutamente rischi" di un mancato finanziamento europeo. Sul Pnrr, ha aggiunto, "c'è un lavoro molto serio, collaborativo, noi abbiamo ereditato una situazione che sicuramente richiede di lavorare molto velocemente, è quello che stiamo facendo assieme alla Commissione. Ho parlato ora con Ursula Von der Leyen e mi sembra che la Commissione apprezzi molto il lavoro serio dell'Italia. Le decisioni che si prendono sono decisioni che stiamo condividendo".
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"Sistema bancario europeo è solido"
Al centro dei colloqui anche le recenti difficoltà che sta attraversando il settore bancario. Sul punto, Meloni ha detto che si tratta "di un sistema i cui fondamentali sono stabili e solidi, non mi pare ci siano particolari preoccupazioni". Sicuramente, pensa però Meloni, "bisogna monitorare e va implementata l'Unione bancaria", ma "senza preoccupazione".
Auto inquinanti: "Partita aperta sui bocarburanti"
Meloni ha parlato anche della discussa volontà di europea di arrivare allo stop, entro il 2035, delle immatricolazioni dei veicoli inquinanti, una norma che rischia di mettere in difficoltà l’industria italiana. La premier propone ad esempio di utilizzare i biocarburanti: "Stiamo dimostrando come anche i biocarburanti rispettino le emissioni zero: se una tecnologia risponde a quei target" che ci siamo fissati, "quella tecnologia può essere utilizzata", ha spiegato.
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Le anticipazioni sulle conclusioni del vertice
Intanto, arrivano alcune anticipazioni sulle conclusioni finali del vertice. "Sulla base della comunicazione della Commissione Ue sulla competitività a lungo termine dell'Ue, il Consiglio europeo chiede di avanzare" in alcuni settori, tra cui la digitalizzazione. In particolare, si chiede di "liberare il potenziale dei dati in Europa, garantendo al tempo stesso la privacy e la sicurezza e sfruttando soluzioni economiche in tempo reale". Inoltre, si chiede di "promuovere l'adozione degli strumenti digitali in tutta l'economia e aumentare il sostegno alle imprese e alle amministrazioni dell'Ue affinché rimangano all'avanguardia nell'intelligenza artificiale, nell'informatica quantistica, nella microelettronica, nel 6G, nel web 4.0 e nella cibersicurezza".
Il bilaterale Meloni-Macron
Meloni e Macron hanno avuto "una discussione molto buona che ci ha permesso di chiarire molti argomenti e di definire le questione sulle quali possiamo agire insieme", ha detto lo stesso presidente francese. Al centro del colloquio a due diversi temi: migranti, Ucraina, economia e Patto di stabilità. L’incontro di giovedì sera tra i due è stato il primo ufficiale - dopo i due colloqui informali di Roma e Sharm el Sheikh - dopo le recenti tensioni tra i due Paesi e necessario per sciogliere tensioni e incomprensioni. "Nel colloquio con Giorgia Meloni ci siamo soffermati sulla situazione della Tunisia, che è molto preoccupante per la tensione politica e la crisi economica che sta vivendo. Dalla Tunisia cresce una pressione migratoria verso l'Italia e l'Unione Europea. C'è la volontà di agire insieme, sia per aiutare la Tunisia a ritrovare la stabilità politica sia per fermare i flussi migratori, attraverso la cooperazione e il dialogo con il presidente tunisino", ha detto Macron. La presidente italiana, nel corso del primo giorno di vertice, aveva lanciato l'allarme per il Paese africano: "Se crolla, si rischia una catastrofe umanitaria con 900 mila rifugiati". Punti in comune anche per la questione del nucleare. "Se condivido la posizione della Francia sul nucleare? Io condivido la posizione della neutralità tecnologica, quindi sì, penso che oltre le tecnologie che possono garantire gli obiettivi che l'Ue si è data, debbano essere riconosciute" anche altre "tecnologie che rispettano determinati target, a prescindere se il nucleare sia usato o no in una nazione", ha detto Meloni.
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La prima giornata del Consiglio europeo
L'incontro con Macron è arrivato al termine di una serpentina di dibattiti, tra Ucraina, piano Net Zero, Patto di Stabilità, energia e migranti. Su quest’ultimo tema, intervenendo nella sessione a fine giornata, la premier italiana ha lanciato l'allarme sulla Tunisia: "Se la Tunisia crolla del tutto si rischia una catastrofe umanità, con 900mila rifugiati", ha avvertito. Ha poi evidenziato, ricordando la tragedia di Cutro, come occorrano azioni rapide e concrete per evitare una situazione in cui le organizzazioni criminali controllano i traffici umani sulle rotte del Mediterraneo. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha rimarcato l'apprezzamento per l'accelerazione impressa al dossier migranti e ha dato appuntamento al Consiglio Ue di giugno: i leader dovranno fare i conti anche con le garanzie umanitarie che potrà offrire la Libia a chi sarà impedito di partire. Posizioni comuni tra Roma e Parigi anche per quanto riguarda l'energia nucleare. Meloni ha detto di appoggiare la posizione francese sul tema: "Io condivido la posizione della neutralità tecnologica, quindi sì, penso che oltre le tecnologie che possono garantire gli obiettivi che l'Ue si è data, debbano essere riconosciute" anche altre "tecnologie che rispettano determinati target, a prescindere se il nucleare sia usato o no in una Nazione".