Qatargate, inquirenti: gruppo molto ampio dedito a corruzione

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Ansa/Ipa

Negato il braccialetto elettronico a Figà-Talamanca. Intanto, secondo documenti visionati dal quotidiano francofono belga Le Soir e da Repubblica, Giorgi avrebbe ammesso di aver avuto un ruolo legato alla gestione dei contanti. L’inchiesta si allarga: potrebbe essere coinvolto anche il Marocco. Il Parlamento Ue chiede interventi, fra cui una commissione speciale che valuti le norme in materia di trasparenza, integrità e corruzione e la sospensione dei badge di accesso dei rappresentanti degli interessi del Qatar

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Nell'indagine della magistratura belga sul Qatargate sarebbe stato individuato un gruppo "indeterminato e molto ampio" dedito alla consumazione di fatti "di corruzione, operante all'interno di strutture europee con o senza legami con l'Unione Europea". È quanto emerge dal decreto della Procura di Milano con il quale, su delega del giudice istruttore di Bruxelles, sono state effettuate una serie di perquisizioni, tra cui una nell'abitazione di famiglia di Antonio Panzeri, ex eurodeputato, e una in quella del suo ex collaboratore Giorgi. Proprio Giorgi, davanti agli inquirenti belgi, avrebbe confessato di aver fatto parte di un'organizzazione utilizzata dal Marocco e dal Qatar allo scopo di interferire e condizionare gli affari europei. Il suo ruolo era quello di gestire i contanti, secondo quanto scrive Le Soir, in base a documenti visionati insieme a La Repubblica. Intanto oggi il Parlamento europeo vota sulla risoluzione che impone lo stop di tutti i dossier legislativi che riguardano il Qatar e una stretta sulla trasparenza dei gruppi di amicizia con il Paese, così come su tutti i badge di "chi rappresenta gli interessi del Qatar". Nel documento gli eurodeputati chiedono anche "di sospendere l'accesso" all'Eurocamera "dei rappresentanti d'interessi del Qatar fino a quando le indagini giudiziarie non faranno chiarezza".

Le parole di Giorgi sul Marocco

Secondo quanto riportano i quotidiani, Giorgi avrebbe anche indicato di sospettare che Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, entrambi europarlamentari del gruppo S&D, avrebbero preso soldi tramite Antonio Panzeri. Il Marocco sarebbe coinvolto nella vicenda di sospetta corruzione attraverso il suo servizio di informazione esterna, la Dged. In base ai documenti consultati dai due quotidiani - si legge ancora - Panzeri, Cozzolino e Giorgi sarebbero stati in contatto con con la Dged e con Abderrahim Atmoun, l'ambasciatore del Marocco in Polonia.

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Negato il braccialetto elettronico a Figà-Talamanca

Intanto, Niccolò Figà-Talamanca, arrestato venerdì scorso a Bruxelles, per ora resta in prigione. La procura federale ha infatti presentato ricorso contro la decisione con cui ieri la camera di consiglio aveva deciso di riconoscere a Figà-Talamanca il braccialetto elettronico. Lo ha reso noto, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Belga, Eric Van Duyse, portavoce della procura federale. 

Metsola: "Non ci sarà impunità, il Parlamento non è in vendita"

"Le accuse che coinvolgono il Parlamento europeo sono un colpo alla democrazia e a tutto ciò su cui abbiamo lavorato per molti anni. Ci vogliono anni per costruire la fiducia, ma solo un momento per abbatterla", ha detto la presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola arrivando al Consiglio europeo. Darò "il messaggio che non ci sarà impunità, non ci sarà da nascondere sotto il tappeto, non ci sarà da fare come al solito". "Farò tutto il possibile per ripristinare la posizione di Casa della democrazia, di legislatore, di istituzione che prende decisioni, pulita, e trasparente e che non è in vendita a attori stranieri". "Abbiamo già fatto molto ma ci sono molte cose che ancora dobbiamo fare: ci sono troppi gruppi informali che potenzialmente sono passibili d'influenze, troppe organizzazioni i cui fondi non sono abbastanza trasparenti - ha aggiunto - Ci andremo giù duro, non posso dire che non accadrà più perché si tratta di corruzione criminale ma faremo di tutto per far sì che il parlamento non sia in vendita".

Leader Ue: fiducia in inchiesta e supporto a Metsola

"Piena fiducia nell'inchiesta giudiziaria e pieno supporto e fiducia alla presidente Metsola nell'adottare i passi necessari per migliorare e proteggere il funzionamento dell'Eurocamera”: è questo il messaggio che, a quanto si apprende da fonti Ue, è stato diretto dai leader europei alla presidente dell'Eurocamera, che è stata "ringraziata per la sua franchezza". I leader hanno accolto l'efficienza con cui l'Eurocamera ha risposto a questo attacco", ha spiegato Metsola in conferenza stampa.

Metsola: “Ho rifiutato tutti gli inviti del Qatar”

La presidente del Parlamento europeo, in conferenza stampa al vertice Ue, ha poi aggiunto: "Sono stata invitata ad andare ai Mondiali, ho rifiutato perché ho delle preoccupazioni su quel Paese" e "ho avuto due incontri con i rappresentanti del governo del Qatar a Bruxelles dove ho ricevuto gli inviti che ho rifiutato". Metsola ha poi aggiunto: “Ho chiesto una revisione su quello che è stato votato e su cui abbiamo lavorato”, sottolineando che per quanto riguarda "l'accordo sull'aviazione tra Ue e Qatar, siglato ad ottobre 2021, il processo di ratifica deve essere completato. Solo quando i Paesi membri l'avranno ratificato, il Parlamento sarà consultato per dare il suo consenso".

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Eurodeputati: “Stop all'accesso dei delegati Qatar al Pe”

Nel testo votato al Parlamento europeo in seguito ai sospetti di corruzione dal Qatar, oltre a chiedere la sospensione di tutti i lavori legislativi relativi a Doha, gli eurodeputati chiedono anche "di sospendere l'accesso" all'Eurocamera "dei rappresentanti d'interessi del Qatar fino a quando le indagini giudiziarie non faranno chiarezza". Nel documento l'aula si dice "preoccupata per i potenziali conflitti di interesse causati dai lavori secondari, in particolare quando alcuni deputati ricoprono il ruolo di manager, di membri del consiglio di amministrazione o dei comitati consultivi di banche, multinazionali o società quotate in borsa, o di consulenti". Per ovviare al problema la relazione propone "l'introduzione di dichiarazioni patrimoniali all'inizio e alla fine del mandato, dichiarazioni che potrebbero essere accessibili solo alle autorità competenti e verrebbero verificate in caso di accuse fondate".

Il testo votato dal Parlamento europeo

Il Parlamento chiede inoltre di introdurre un divieto a livello Ue sulle donazioni da Paesi terzi ai deputati, ed anche ex deputati per un periodo da definire, e ai partiti politici e chiede alla Commissione di preparare una proposta a tal fine. Il parlamento chiede inoltre di rendere il Registro per la trasparenza dell'Ue obbligatorio, e di estenderlo ai rappresentanti dei Paesi terzi e ex deputati. L'Eurocamera intende poi istituire una commissione d'inchiesta, dopo l'esito delle indagini penali e di eventuali procedimenti giudiziari, per indagare sui casi di corruzione e sulle azioni improprie da parte di Paesi terzi, e una commissione speciale per individuare potenziali carenze nelle norme del Parlamento europeo in materia di trasparenza. I gruppi di amicizia parlamentare, ad esempio, affinché possano continuare a esistere dovranno essere adeguatamente regolamentati e monitorati e i Questori del Pe saranno incaricati di applicare le norme esistenti oltre a  sviluppare e mantenere un registro accessibile e aggiornato di questi gruppi. Il Parlamento infine chiede alla Commissione di presentare quanto prima la proposta per istituire un organismo etico indipendente, già  proposto dal Parlamento nel settembre 2021.

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Meloni: "Bisogna fare piena luce senza sconti"

"Lo scenario è preoccupante, le notizie che escono raccontano qualcosa che non avremmo mai immaginato e di fronte a questo tipo di cose ci deve essere una reazione, serve che si vada fino in fondo, senza fare sconti, perché ne va della credibilità dell'Ue e delle nostre nazioni: noi chiederemo che sia fatta piena luce su quello che sta accadendo", ha detto anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni arrivando al Consiglio Europeo. "I contorni sono abbastanza devastanti. In questi casi credo che conti molto la reazione e la reazione deve essere ferma e decisa".

La risoluzione, dalla commissione speciale ai badge

Nella risoluzione, firmata da tutti i gruppi, il Parlamento europeo "denuncia con la massima fermezza i presunti tentativi del Qatar di influenzare deputati, ex deputati e personale del Parlamento europeo attraverso atti di corruzione, che costituiscono una grave interferenza straniera nei processi democratici dell'Ue". Chiede quindi "una commissione speciale incaricata di identificare potenziali carenze nelle norme del Parlamento europeo in materia di trasparenza, integrità e corruzione e di presentare proposte di riforma, basandosi sul lavoro della commissione per gli affari costituzionali e sulle migliori pratiche in altri parlamenti". Impegna a "istituire una commissione d'inchiesta al fine di indagare su casi di corruzione e comportamenti scorretti da parte di Paesi terzi cercando di acquisire influenza nel Parlamento europeo”. E ancora: chiede un vicepresidente dedicato sia incaricato dell'integrità e della lotta alla corruzione e all'ingerenza straniera in Parlamento; esorta la Commissione a presentare quanto prima una proposta per istituire l'organismo etico, in linea con la risoluzione del Parlamento del 16 settembre 2021; chiede con urgenza la sospensione dei badge di accesso dei rappresentanti degli interessi del Qatar, in linea con l'articolo 123 del suo regolamento interno, fino a quando le indagini giudiziarie non forniranno informazioni e chiarimenti pertinenti. Inoltre "sospende tutti i lavori sui fascicoli legislativi relativi al Qatar, in particolare per quanto riguarda la liberalizzazione dei visti e le visite programmate, fino a quando le accuse non saranno state confermate o respinte".

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Il sospetto del coinvolgimento di altri Paesi

Intanto il cuore dell'Europa continua a tremare, temendo che quanto è emerso finora sia solo la punta dell'iceberg di un sistema di pressioni e corruzione ben più radicato. Le indiscrezioni della tv privata greca Mega Tv, ovvero l'ipotesi che vedrebbe diversi europarlamentari a libro paga per favorire il Paese del Golfo, sono state rilanciate anche dalla testata online tedesca Focus.de, ma non trovano conferma da parte della procura federale belga. L'onda lunga dello scandalo potrebbe poi non fermarsi al Qatar, arrivando fino al Marocco, come emrgerebbe anche dalle dichiarazioni di Giorgi. La polizia belga, aveva già osservato il direttore de Le Soir, Christophe Berti, potrebbe avere "informazioni anche su un altro Paese". E anche le indiscrezioni emerse a più riprese in questi ultimi giorni puntano tutte verso Rabat. Tanto che il ministro della Giustizia belga, Vincent Van Quickenborne, ha riferito di aspettarsi che i pagamenti in tangenti e regali per influenzare le decisioni politiche europee da parte di potenze economiche siano più alti delle somme rintracciate finora. E che "gli interessi" per altre ingerenze straniere possano essere "innumerevoli". Intanto, la prima udienza per i quattro fermati davanti alla camera di Consiglio del tribunale di Bruxelles ha restituito i primi pronunciamenti: l'ex eurodeputato Antonio Panzeri e Francesco Giorgi, compagno dell'ex presidente del Parlamento europeo Eva Kaili, resteranno in carcere per almeno un mese, mentre Niccolò Figà-Talamanca potrà uscire sotto regime di sorveglianza elettronica. Resta invece in sospeso il destino della politica ellenica, che ha chiesto e ottenuto il rinvio della decisione al 22 dicembre prossimo.

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