
Migranti, allo studio del governo Meloni il modello Turchia: in cosa consiste
Ottenere per l’Italia quello che a suo tempo ottenne Ankara: sarà probabilmente questa la richiesta dell’esecutivo al vertice europeo dei ministri degli Interni, in programma a fine mese. In questo modo sarebbe possibile organizzare campi profughi in Nord Africa, soprattutto in Tunisia e Libia, con la presenza di organizzazioni umanitarie e forze militari europee, dove raccogliere le domande d’asilo e preparare un'equa distribuzione in tutta l'Unione

Modello Turchia. Come evidenzia Il Messaggero, nel piano che il governo italiano sta preparando in vista del vertice europeo dei ministri degli Interni in programma a fine mese, c’è infatti la replica di ciò che l’Ue ha fatto per bloccare la rotta balcanica su richiesta della Germania e dei Paesi del Nord Europa travolti dall’ondata dei profughi siriani
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UNA RISPOSTA COMUNE EUROPEA – A questo proposito c’è la richiesta esplicita del governo italiano di un regolamento europeo per le navi Ong. “Se ciò non avverrà, dovremo andare avanti con una soluzione nazionale”, dice un ministro che segue il dossier. Traduzione: la riedizione dei decreti sicurezza firmati nel 2018 da Matteo Salvini, con maximulte e sequestro delle navi Ong
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LA LINEA PRUDENTE DEL GOVERNO – Una soluzione, quella dei dl sicurezza, che però il governo vorrebbe evitare: al Viminale continuano a garantire che Matteo Piantedosi “non lavora ad alcun nuovo testo normativo”. Come garantisce Raffaele Fitto, “l’Italia non ha intenzione di mettere a repentaglio le relazioni diplomatiche. Non c’è intenzione di cambiare ogni volta le regole, ma di fissarle per la prima volta, stabilendo il principio che le coste italiane sono il confine dell’Europa”. Si chiede perciò “una risposta comune europea al problema della crisi migratoria”
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LA RICHIESTA DI PIANTEDOSI - Al vertice dei ministri degli Interni, Piantedosi chiederà lo stanziamento di ingenti risorse sul modello turco (per difendere la Germania dalla rotta balcanica la Turchia ricevette 6 miliardi di euro). L’obiettivo è organizzare campi profughi in Nord Africa, soprattutto in Tunisia e Libia, con la presenza di organizzazioni umanitarie e forze militari europee. “Dovremo garantire condizioni adeguate di accoglienza per i migranti e sicurezza soprattutto in Libia, dove la Russia destabilizza”, racconta una fonte del governo
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IL PIANO - In questi campi, dovrebbero essere predisposti hotspot per l’identificazione dei migranti e la raccolta delle domande di asilo. Una gestione coordinata dell’Ue permetterebbe di “distribuire equamente, nei vari Paesi europei, coloro che avranno diritto allo status di rifugiato. In questo modo verrebbe interrotto il traffico di esseri umani, si metterebbe la parola fine al drammatico massacro di migranti nelle acque del Mediterraneo e si fermerebbero le provocazioni delle navi Ong”, sostengono alcuni esponenti del governo
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IL RUOLO DELLE ONG - Proprio per le Ong l’Italia chiederà una sorta di regolamento o protocollo europeo. A questo proposito Piantedosi ha firmato già ieri una nota congiunta assieme ai colleghi di Grecia, Malta e Cipro. “La questione va risolta a Bruxelles: per noi la nave che raccoglie i profughi deve dirigersi verso il Paese di cui batte bandiera”, dichiarano a Palazzo Chigi
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IL RUOLO DEI PAESI DEL NORD – Visto che, spesso le navi Ong sono di Stati del Nord Europa, non è facile immaginare uno sbarco diretto. Per questo, fanno sapere a Palazzo Chigi, “potremmo accettare che i migranti vengano sbarcati nel porto sicuro più vicino. Ma in questo caso dovrà essere messo nero su bianco l’impegno dei Paesi che hanno navi che effettuano i salvataggi a organizzare un ponte aereo per portare i migranti nel loro territorio”
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L'OBIETTIVO – L’obiettivo è uno: "Ogni Stato deve effettivamente esercitare la giurisdizione e il controllo sulle navi battenti la propria bandiera", ribadiscono Roma, Atene, La Valletta e Nicosia

UNA TRATTATIVA CHE SI PREANNUNCIA LUNGA - La trattativa non si prefigura come semplice. Ma, come dichiarano a Palazzo Chigi, “Meloni, forte del grande mandato popolare, farà rispettare gli interessi dell’Italia. Con fermezza, ma anche con il dialogo. La solidarietà europea non è soltanto uno slogan”
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