Israele, Itamar Ben-Gvir: chi è il leader dell’estrema destra alleato di Netanyahu

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Astro nascente della politica israeliana, uno dei volti più noti dell’estrema destra del Paese, potrebbe coprire il ruolo di ago della bilancia. Leader di Potere ebraico ha collezionato 46 incriminazioni per incitamento all'odio e ha teorizzato l'espulsione di tutti i cittadini arabi

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Un uomo è anche il suo passato e quello di Ben-Gvir è piuttosto turbolento. Populista nazionalista e oltranzista, al punto da essere esentato dal servizio militare in un Paese dove è rigorosamente obbligatorio (non farlo rappresenta un serio limite alla carriera professionale) proprio a causa delle sue opinioni di estrema destra. Accusato 46 volte per reati tra cui fomentazione di disordini, vandalismo, istigazione al razzismo o sostegno a un’organizzazione terroristica e condannato otto volte. Ha cominciato a studiare legge, proprio su suggerimento dei giudici, per potersi difendere. Ammiratore di Baruch Goldstein e del rabbino Meir Kahane, abitante di una colonia a Hebron con la moglie e i sei figli, Itamar Ben-Gvir è l’uomo del momento.

 

L'alleanza con Netanyahu

È riuscito a entrare alla Knesset, dopo diversi tentativi, alle scorse elezioni nel marzo 2021, ma adesso aspira a diventare ministro. E potrebbe farcela dopo la vittoria del fronte di Netanyahu. Con la supervisione di Bibi, infatti, il partito di estrema destra Otzma Yehudit (Forza Ebraica) di Ben-Gvir è affluito, insieme ad altri due gruppi di estrema destra, nel Partito Sionista Religioso. Una formazione ideata per superare la soglia di sbarramento del 3,25%, ma che oggi rischia di divenire, secondo i sondaggi, addirittura la terza forza del Paese con 15 seggi. Ed in questa compagine, Ben-Gvir, pur non essendo il leader, è il personaggio più emblematico ed esposto.

 

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Nessuna foto in pubblico

Si ipotizza che pur di ritornare al potere per sbarazzarsi di tre procedimenti penali per corruzione di cui si proclama innocente, Netanyahu abbia corteggiato Ben-Gvir anche se evita di farsi vedere in pubblico lui. In cambio dell'ambita poltrona da ministro, Ben-Gvir si sarebbe impegnato a favorire l’approvazione di una legge che annulli i procedimenti penali a carico di Netanyahu.

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L'apparizione in tv del 1995

L’avvocato 46enne è, secondo la definizione di Haaretz, "l’uomo dal quale andare" per gli estremisti ebrei che finiscono sotto accusa per terrorismo e crimini d’odio. Per i detrattori sarebbe “un piromane che rischia di incendiare Israele”. Ma Ben-Gvir non disdegna l’attenzione di cui è oggetto, anzi forse la alimenta, da sempre. Già nel 1995 apparve in tv brandendo lo stemma strappato dalla Cadillac dell’allora premier Yitzhak Rabin: "Come siamo riusciti a raggiungere questo simbolo, possiamo raggiungere anche lui". Alcune settimane dopo, il leader laburista veniva ucciso da un colono estremista, contrario al processo di pace di Oslo.

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Nel suo mirino arabi e palestinesi

Seguace del rabbino Kahane nel mirino di Ben-Gvir rientrano i palestinesi, gli ebrei che non sono "leali a Israele", invoca l’illegalità dei matrimoni tra un arabo ed un ebreo, sogna un mondo a suo vedere quasi perfetto, dove lanciare una molotov sarà reato da condanna a morte, scagliare pietre nelle manifestazioni porterà a una massiccia pena detentiva, mentre le pene per le forze dell’ordine che sparano contro i dimostranti saranno ammorbidite

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Preoccupazione tra i leader mondiali

La sua ascesa desta preoccupazioni non solo in patria, ma anche all'estero, come quelle espresse al leader dell'opposizione dal ministro degli Esteri emiratino, Sheikh Abdullah bin Zayed (AbZ), ma anche da parlamentari americani, come il deputato Dem Brad Sherman e il senatore Dem Robert Menendez. Come disse pochi anni fa la leader dei laburisti Merav Michaeli, "la pistola che ha ucciso Rabin e la visione della pace nel 1995 è tornata per assassinare la democrazia israeliana".

 

 

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JERUSALEM - NOVEMBER 02: Leader of Israel's Otzma Yehudit (Jewish Power) far-right party Itamar Ben Gvir makes a speech following the Israelâs general elections in Eastern Jerusalem on November 02, 2022. Israeli polling stations closed after seeing the highest voter turnout for general elections since 1999, according to electoral authorities. (Photo by Mostafa Alkharouf/Anadolu Agency via Getty Images)
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