L'addio a Downing Street arriva dopo sole 6 settimane. In una breve dichiarazione ha spiegato di essere arrivata al potere "in un momento di grande instabilità economica e internazionale. Famiglie e aziende erano preoccupate di come pagare le bollette. Sono stata eletta con il mandato di cambiare", ma "data la situazione non posso farlo". Saranno solo tre i possibili candidati alla successione
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La premier britannica Liz Truss si è dimessa, dopo sole 6 settimane alla guida del Regno Unito. Non sarà più la leader del Partito conservatore e rimarrà premier solo fino a quando non sarà scelto un successore, come ha annunciato lei stessa in una breve dichiarazione a Downing Street. Ha spiegato di essere arrivata al potere "in un momento di grande instabilità economica e internazionale. Famiglie e aziende erano preoccupate di come pagare le bollette. Sono stata eletta con il mandato di cambiare", ma "data la situazione non posso farlo". Truss è stata in carica come
premier britannica per soli 45 giorni, il mandato più breve dei primi ministri del Regno Unito. È subito iniziata la corsa alla successione. Il comitato 1922, organo interno al gruppo parlamentare Tory, ha deciso che saranno solo tre i possibili candidati a succedere a Truss come leader del Partito Conservatore di maggioranza e premier britannico. Il comitato ha fatto sapere che, in base alle nuove regole appena approvate, servirà il sostegno di almeno 100 deputati per poter partecipare alla contesa: su un gruppo che in totale ne conta circa 350 (LA COPERTINA DELL'ECONOMIST CON LA PREMIER "ALL'ITALIANA").
Il discorso di Truss
Nel breve discorso di dimissioni, Truss ha definito anche "la guerra illegale di Putin in Ucraina" come un elemento che "minaccia la sicurezza di tutto il nostro continente". La politica Tory ha poi aggiunto che "il nostro Paese era stato frenato per troppo tempo dalla bassa crescita economica". Nella sua breve esperienza al governo, ha detto di essersi concentrata insieme al suo partito "sulle bollette dell'energia e sul taglio dell'assicurazione nazionale" e di aver "definito una visione per un'economia a bassa crescita fiscale e ad alta crescita, che sfrutterebbe le libertà della Brexit". Truss ha detto di aver "parlato con Sua Maestà il Re per informarlo che mi dimetto da Leader del Partito Conservatore". In mattinata, ha aggiunto Truss, "ho incontrato il presidente del Comitato 1922, Sir Graham Brady. Abbiamo concordato che ci saranno elezioni per la leadership da completare la prossima settimana. Ciò consentirà di rimanere sulla strada per realizzare i nostri piani fiscali e mantenere la stabilità economica e la sicurezza nazionale del nostro Paese".
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I prossimi passi
Graham Brady, presidente del comitato 1922, ha precisato che il prescelto o la prescelta potrebbe essere designato già lunedì prossimo, se dovesse emergere una convergenza dei deputati Tory su un solo nome, senza necessità di ballottaggi dinanzi alla platea dei circa 130.000 iscritti al partito. E che comunque, se lunedì si avranno fino a tre candidati, tutto sarà definito entro venerdì 28: in questo caso con un ballottaggio fra i primi due da affidare al voto elettronico della base militante dal giorno dopo. "Non credo sarà un problema raccogliere il sostegno di 100 deputati per dei candidati seri", ha detto Brady a proposito della modifica delle norme. Modifica che risponde alla necessità di far presto di fronte alla gravità della crisi economica nazionale e internazionale, oltre che di quella interna a un partito in preda all'ennesima resa dei conti sulla propria leadership. Nonché alla volontà di avere un nuovo primo ministro nel pieno delle funzioni per il 31 ottobre: giorno della prevista illustrazione in Parlamento di una cruciale manovra finanziaria sulle coperture di bilancio delle misure economiche recenti e sui dati aggiornati di previsione su inflazione, crescita del Pil e contenimento del debito pubblico.
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La corsa al dopo Truss
È partita così la corsa al dopo-Truss. Lei stessa ha detto di augurarsi che la scelta del nuovo leader avvenga "entro la prossima settimana". Truss ha annunciato le sue dimissioni dopo aver ricevuto a Downing Street proprio Sir Graham Brady, presidente dell'influente comitato 1922 dei parlamentari conservatori, e i suoi più stretti alleati, la vicepremier Therese Coffey e il presidente dei Tory, Jake Berry. Anche l'ex prima ministra britannica Theresa May ha esortato i parlamentari conservatori al "compromesso". "La prima ministra ha ragione nell'indicare una roadmap per una transizione ordinata. I parlamentari devono adesso essere pronti al compromesso. È nostro dovere dare un governo sensato in questo momento critico per il Paese", ha scritto su Twitter. Dall'altra parte, i laburisti e i LibDem insistono con la necessità di tornare a votare.
Le ipotesi sui nomi
Profondamente divisi, sono diverse le voci che circolano sul dopo Truss come leader dei Tory e del Paese. Come detto, è stato deciso che i nomi in corsa saranno solo tre. Secondo molti, la scelta sarà tra l'ex cancelliere Rishi Sunak e Penny Mordaunt. Ma secondo il Times, anche Boris Johnson sta pensando di ripresentarsi al voto per la leadership dei Tory: l'ex premier "sta facendo dei sondaggi, ma pare che creda che sia una questione di interesse nazionale", ha twittato il capo della redazione politica del quotidiano britannico, Steven Swinford. Stando al Sun, Johnson avrebbe deciso di interrompere le vacanze nella Repubblica Dominicana per rientrare subito a Londra. Jeremy Hunt, attuale cancelliere dello Scacchiere del Regno Unito, invece non si candiderà alla guida dei Tory e dunque alla premiership, come ha reso noto il suo portavoce. Come riporta il Guardian, non correranno per la leadership nemmeno Michael Gove e Tom Tugendhat.
Per i bookmaker Rishi Sunak sarà prossimo premier
I bookmaker puntano già tutto su Rishi Sunak come prossimo primo ministro britannico, dandolo "superfavorito" con un punteggio di 11/10. Segue Penny Mordaunt per 7/2 e Ben Wallace dato a 8/1. Le chance di Jeremy Hunt restano inoltre a 9/1, nonostante il suo annuncio di non voler correre per la leadership Tory. Per gli scommettitori sarebbero in pista anche gli ex premier Boris Johnson e Theresa May, rispettivamente dati a 13/1 e16/1. A seguire Michael Gove a 31/1, Grant Shapps a 35/1 e Suella Braverman a 55/1. Rishi Sunak, ex cancelliere dello Scacchiere britannico, era stato sconfitto da Truss nella corsa per la leadership Tory della scorsa estate. Penny Mordaunt era arrivata terza.
I sondaggi
In un sondaggio YouGov distribuito soltanto due giorni fa, l'ex primo ministro Boris Johnson risultava essere in testa con il 32% per la sostituzione - considerata "eventuale" al momento del rilevamento - di Liz Truss a Downing Street in caso di dimissioni. A seguire, ma staccato, l'ex cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak al 23%, poi il ministro della Difesa Ben Wallace al 10%, quindi Penny Mordaunt al 9%, Kemi Badenoch all'8% e Jeremy Hunt al 7%.
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Le reazioni degli altri Paesi
Fonti della diplomazia russa hanno commentato le dimissioni di Truss dicendo che il Regno Unito "non ha mai vissuto un tale imbarazzo". Il presidente francese Emmanuel Macron si augura invece che il Regno Unito torni "rapidamente" alla stabilità. "Non mi immischio nella vita politica britannica, ma ho avuto l'occasione più volte di incontrare Liz Truss, abbiamo parlato anche questa settimana, in un rapporto di lavoro che si stava costruendo. Mi auguro che la Gran Bretagna possa trovare la stabilità al più presto, è positivo per noi e per l'Europa", ha detto Macron arrivando al Consiglio europeo di oggi. Gli Usa hanno fatto sapere che continueranno la loro "special relationship" con Londra e il successore della premier Truss. "Gli Usa e il Regno Unito sono forti alleati e amici duraturi e questo fatto non cambierà mai. Ringrazio la prima ministra Liz Truss per la sua partnership su una serie di questioni, compresa il chiedere conto alla Russia delle sue responsabilità per la sua guerra contro l'Ucraina", ha dichiarato in una nota Joe Biden.