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Caos politico nel Regno Unito, l’Economist: “Benvenuti in Britaly”

Mondo

Tiziana Prezzo

Il settimanale britannico accosta l’instabilità del governo di Liz Truss alla situazione italiana, mentre a Westminster si sfiora la rissa tra esponenti dello stesso partito conservatore (la corrispondente da Londra)

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“Welcome to Britaly”, titola questa settimana l’Economist.  In prima pagina una Liz Truss con elmo e tunica romana, armata di forchetta(ta) di spaghetti, che si fa scudo con una pizza. A parte il fastidio di sentirsi chiamati in causa per ridicolizzare qualcuno, da corrispondente italiana che vive nel Regno Unito, la frase che mi sento ripetere più spesso dai colleghi britannici è: “Stiamo diventando come l’Italia”. Detto sempre col sorriso, per carità, ma certo non particolarmente piacevole da sentire, essendo presi a esempio, inevitabilmente negativo, di instabilità. I due sistemi politici non sono certo comparabili, ma su un elemento si può essere tutti d’accordo: il Regno Unito sta diventando politicamente instabile come l’Italia. Anzi, se possibile anche di più (REGNO UNITO, LE DIMISSIONI DI LIZ TRUSS). 

Via due ministri in cinque giorni

 

Liz Truss è in carica da esattamente un mese e mezzo.  In questo lasso di tempo ha perso due ministri di peso come il suo braccio destro, l’amico fidato e cancelliere dello scacchiere Kwasi Kwarteng, vittima sacrificale di una politica fiscale scellerata che ha fatto crollare la sterlina e sottoposto a un fortissimo stress il mercato dei mutui come il sistema delle sanzioni, e Suella Braverman, ministro dell’interno che “sognava” (parole sue) di far volare aerei pieni di richiedenti asilo in direzione Ruanda. Il tutto nell’arco di cinque giorni. Tecnicamente, alla base delle sue dimissioni ci sarebbe l’invio di materiale sensibile a un collega di partito tramite il proprio cellulare personale. Ma il fuoco brucia sotto la cenere e lo si capisce leggendo la lettera di dimissioni di Braverman. In un passaggio esprime le sue perplessità rispetto alla direzione presa dal Governo.  Tra le righe si intravede lo scontento per la volontà di Truss di allargare le maglie dell’immigrazione per far fronte alla grave carenza di personale praticamente in ogni settore dell’economia (mancano camerieri, braccianti, infermieri, fattorini…). Come nuovo ministro dell’Interno è stato scelto Grant Shapps, che non solo aveva appoggiato il rivale della Truss, Rishi Sunak, nella corsa alla premiership dell’estate scorsa, ma è stato anche una delle voci più critiche all’interno del partito in questo mese e mezzo di nuovo governo. La decisione di includerlo ora nel Gabinetto appare un disperato tentativo di unire il partito.

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Piovono lettere di sfiducia

 

Disperato perché, col passare dei giorni, il numero di lettere di sfiducia nei confronti della premier mandate alla Commissione 1922 stanno aumentando (sono tredici, mentre questo pezzo viene scritto). Se Truss non dovesse rimanere al potere per altri 75 giorni (che appaiono un'eternità, data la velocità con cui evolvono gli eventi) sarà la premier con il mandato più breve della storia del Paese. La giornata di mercoledì si è conclusa con una rissa sfiorata e lacrime versate all'interno di Westminster. Un dramma tutto interno al partito di governo dei conservatori, con capogruppo e vice accusati di aver bullizzato colleghi di partito, intimando loro di entrare in aula per votare un provvedimento che richiedeva il voto di fiducia.

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Dal referendum sulla Brexit quattro diversi premier

 

“Caos” è la parola usata oggi dai quotidiani inglesi, ma in realtà l’instabilità politica del Regno Unito comincia a essere un dato consolidato nel tempo. Almeno dal 2016, anno del referendum sulla Brexit. Da allora si sono avvicendati quattro premier (Cameron, May, Johnson, Truss). Ancora più numerosi i ministri delle Finanze: solo negli ultimi quattro mesi ne sono stati cambiati quattro. Ad andare ad elezioni anticipate il partito conservatore non ci pensa proprio: i sondaggi lo danno dietro il partito laburista di oltre 30 punti. Rischierebbe l’estinzione, o quasi. Possibile però immaginare di andare avanti così per altri due anni?

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