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Il piano di Liz Truss per tagliare le tasse: stop alla maxi aliquota ai ricchi

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Sforbiciata a partire dall'aprile 2023: fa discutere la riduzione dal 45% al 40% per chi supera le 150 mila sterline all'anno. Cancellato anche il tetto ai bonus per i banchieri. Insorge l'opposizione

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Le misure varate dal nuovo governo di Liz Truss per cercare di sostenere l'economia del Regno Unito minacciata dalla recessione sono state formalizzate oggi dal cancelliere dello Scacchiere britannico, Kwasi Kwarteng, responsabile delle Finanze dell'esecutivo. L'obiettivo è garantire attraverso un sostegno pubblico il congelamento fino a due anni delle bollette dell'energia per famiglie e imprese.

Revocato il tetto sui bonus ai banchieri

Kwarteng ha confermato parallelamente una serie di tagli di tasse introdotte dalla precedente compagine di Boris Johnson e dall'ex cancelliere Rishi Sunak, nonché la revoca del tetto sui bonus ai banchieri della City. Il costo di questa mini manovra aggiuntiva di emergenza, per i soli primi sei mesi di congelamento delle bollette, è stato indicato dal ministro alla Camera dei Comuni in 60 miliardi di sterline, destinate a essere coperte da un extra deficit.

Inflazione in crescita del 10%

La manovra aggiuntiva - di stampo liberista sul fronte fiscale e su quello di una ulteriore deregulation, ma accompagnata da un nuovo maxi intervento di Stato finanziato dal debito pubblico su quello del blocco delle bollette energetiche - arriva sullo sfondo d'una situazione generale segnata nel Regno da un'inflazione già balzata quasi al 10% e da una recessione che le stime diffuse ieri dalla Bank of England hanno indicato esser già iniziata con un primo -0,1% del Pil nel terzo trimestre del 2022, in anticipo sulle previsioni che finora la evocavano a partire dal quarto trimestre (e per la durata di almeno un anno).

Taglio alle aliquote a partire da aprile

Essa prevede un taglio generalizzato delle aliquote sul reddito dall'aprile 2023, a cominciare da quella del 45% per chi supera le 150 mila sterline all'anno, che ora passerà al 40%. Previste, poi, l'abolizione dell'imposta di bollo sulle transazioni immobiliari fino a 250 mila  sterline, oltre all'annunciata cancellazione dal 6 novembre dell'incremento dell'1,25% sui contributi previdenziali previsti dalla National Insurance e del prelievo fiscale ad hoc per finanziare l'assistenza sanitaria e sociale introdotti nell'era Johnson da Sunak dopo l'emergenza Covid. L'obiettivo, ha detto Kwarteng, è dare ora in questa fase "priorità" al rilancio "della crescita", garantendo ossigeno alle famiglie come al business.

Le critiche di analisti e opposizione

Critiche, tuttavia, piovono dalle opposizioni e da alcuni analisti, scettici sulla sostenibilità di questa strategia. La cancelliera dello Scacchiere ombra del Labour, Rachel Revees, ha da un lato accusato il nuovo governo Tory di portare il debito pubblico a livelli "senza precedenti" e di aver presentato la manovra più scarna d'informazioni sulle coperture della storia. Mentre al contempo ha denunciato i tagli di tasse, paralleli a quello dell'Universal Credit, strumento di sostegno sociale per i più poveri, come una classica ricetta conservatrice che "favorisce i ricchi". "Non si può rilanciare l'economia tassando le famiglie o guardando al business" come una mucca di mungere, le ha replicato Kwarteng, imputando ai laburisti di essere ancora il partito delle tasse. "Voglio dire chiaramente ai nostri amici dell'opposizione che non c'è una via fiscale alla prosperità", ha quindi ironizzato citando un motto di Liz Truss.

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