A Kabul i combattenti islamici armati di fucile d’assalto hanno esploso diversi colpi per interrompere una mobilitazione per il ripristino del diritto femminile all'educazione e alla partecipazione alla vita pubblica. Poco prima, una motocicletta è stata fatta esplodere nel quartiere sciita di Dasht-e-Barchi, a ovest della città: nell’attacco, ancora non rivendicato, sono rimaste ferite quattro persone
A Kabul, in Afghanistan, alcuni militanti talebani hanno sparato in aria nel tentativo di disperdere la manifestazione di protesta organizzata da una quarantina di donne che chiedevano il ripristino del loro diritto all'educazione e alla partecipazione alla vita pubblica. Poco prima, una forte esplosione si è avvertita in un quartiere sciita a ovest della città, presso un ufficio per il rilascio di passaporti: nella detonazione, causata da una mina attacca a una motocicletta, sono rimaste ferite quattro persone.
La vicenda
Secondo France Presse, diverse decine di donne avevano iniziato a sfilare davanti al ministero dell'Educazione quando, a neanche cinque minuti di distanza, i talebani sono intervenuti e le hanno disperse sparando raffiche in aria. A quel punto, alcune dimostranti si sono rifugiate nei negozi vicini, dove sono state inseguite e picchiate. Prima del blitz, gli stessi uomini in uniforme militare e armati di fucili d'assalto avevano bloccato un incrocio vicino al corteo. Uno di loro avrebbe anche simulato uno sparo mirando ai manifestanti.
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La prostesta
La mobilitazione era stata organizzata in vista del 15 agosto, primo anniversario del giorno in cui i combattenti islamici sono entrati nella capitale e hanno ripreso il potere nel Paese dopo che il loro primo regime era stato rovesciato nel 2003 dall'intervento anglo-americano in favore della creazione di un governo democratico. Un colpo di mano al quale sono seguite numerose restrizioni ai diritti e alle libertà delle donne, dall'obbligo del burqa nei luoghi pubblici al divieto di viaggiare senza l'accompagnamento di un parente uomo. Le manifestanti portavano uno striscione su cui si leggeva: "Il 15 agosto è una giornata nera". E intonavano slogan come "Giustizia, giustizia. Siamo stufi dell'ignoranza".
L’esplosione
Poco prima dell’accaduto, una forte esplosione è stata udita presso un ufficio per il rilascio di passaporti a Dasht-e-Barchi, insediamento a Ovest di Kabul con una popolazione a maggioranza sciita. A causare la detonazione sarebbe stata una mina attaccata a una motocicletta lasciata di fronte all'entrata dell’edificio. Alcuni testimoni citati dalle agenzie locali sostengono di aver sentito anche dei colpi di arma da fuoco. Non sono ancora giunte rivendicazioni ma la sede dell'attacco lascia supporre che l'episodio possa essere inquadrato nella recente ondata di attentati dell'Isis ai danni della minoranza sciita Hazara.