Stop anche alla musica nei saloni. Gli avvisi avvertono: 'Nessuno osi lamentarsi'. Oltre 200 magistrate costrette a nascondersi dopo la liberazione di centinaia di uomini da loro condannati per stupri, violenze e omicidi e liberati dalle milizie dopo la caduta di Kabul
Dopo il ritorno a impiccagioni e punizioni corporali, e mentre le donne restano relegate ai margini della società ed escluse dalla politica e dalle scuole, continua la stretta dei talebani in Afghanistan, dove le milizie stanno imponendo con ogni mezzo alla popolazione la propria intransigente interpretazione della legge islamica, negando le ripetute promesse di moderazione. In diverse province del Paese, infatti, i mullah hanno vietato ai barbieri di tagliare o spuntare le barbe dei loro clienti, affermando che farlo sarebbe contrario alla legge islamica, la sharia, e avvertendo che i trasgressori saranno puniti.
Nuove misure estese a tutto il Paese
Sono così spuntati avvisi esposti nei saloni della provincia meridionale di Helmand che intimano: “Siete urgentemente informati che da oggi rasare le barbe e mettere musica nei saloni da barba e nei bagni pubblici è strettamente proibito". Chiunque venga "scoperto a radere la barba di qualcuno o mettere musica, sarà punito secondo i principi della sharia e non avrà diritto di lamentarsi". Le nuove misure verranno fatte rispettare dalla polizia religiosa, incaricata di eseguire i provvedimenti del rinato ministero per la Propagazione della virtù e la prevenzione del vizio, che ha preso il posto di quello dedicato agli Affari femminili. Il provvedimento, ha spiegato Hafiz Rashid, direttore per l'Informazione dei talebani della provincia di Helmand, verrà esteso anche al resto dell'Afghanistan.
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"I clienti hanno paura di essere presi di mira dai miliziani"
"Uno dei talebani mi ha detto che potrebbero mandare ispettori sotto copertura", ha raccontato un parrucchiere per uomo della capitale afghana, citato dalla Bbc. Un barbiere, che gestisce uno dei saloni più grandi di Kabul, ha raccontato che i sedicenti studenti coranici gli avrebbero detto di "smettere di seguire lo stile americano". "I clienti non si tagliano le barbe per non essere presi di mira dai miliziani talebani per strada", ha spiegato un altro barbiere di Herat, terzo centro dell'Afghanistan, che pure dice di non aver finora ricevuto alcun ordine formale dalla polizia religiosa al riguardo.
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Centinaia di giudici donna costrette a nascondersi
Continua intanto anche la repressione nei confronti delle afghane. Sei giudici donna hanno denunciato alla Bbc che oltre 220 loro colleghe sono costrette a vivere nascoste nel terrore per paura di ritorsioni da parte dei talebani. Si tratta di figure importanti nella difesa dei diritti per le donne che in questi anni hanno condannato centinaia di uomini per stupri, violenze e omicidi. Ma dopo che i talebani hanno ripreso il potere in Afghanistan molti dei condannati sono stati rilasciati e alle giudici sono cominciate ad arrivare minacce di morte. Le giudici, che sono costrette a spostarsi ogni tre-quattro giorni, hanno anche raccontato che le loro case sono state perquisite e i loro parenti e amici interrogati per sapere dove si trovassero. Interpellato dalla Bbc il portavoce dei talebani Bilal Karimi ha sminuito la vicenda invitando "le giudici donne non avere paura" e promettendo un'indagine per verificare se ci siano stati dei reati. "Nessuno dovrebbe minacciarle", ha detto.
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Il rettore di Kabul vieta l'università alle donne e cita Trump
La stretta talebana nei confronti della donne continua anche sul fronte istruzione. Il nuovo rettore dell'ateneo di Kabul nominato dai talebani Mohammad Ashraf Ghairat ha vietato loro l'università. "Finché un vero ambiente islamico non sarà garantito per tutti, alle donne non sarà permesso di venire all'università o di lavorarci. Islam first". Nel post l'uomo ha fatto chiaramente riferimento al noto slogan di Donald Trump, evocato anche in un altro tweet in cui scrive: "Make Kabul University (KU) Great Again". "A causa della carenza di docenti donne, stiamo lavorando a un piano affinché i docenti maschi possano insegnare alle studentesse da dietro una tenda nelle classi. In quel modo verrebbe creato un ambiente islamico che permetterebbe alle studentesse di studiare", ha proseguito Gahirat su Twitter. "Finché non avremo creato questo ambiente islamico, le donne dovranno restare a casa. Lavoriamo duramente per creare presto un ambiente islamico", ha aggiunto il nuovo rettore, senza indicare alcuna data precisa per la fine delle restrizioni. Finora, dopo la presa del potere dei sedicenti studenti coranici, alle donne era stato permesso di andare all'università, ma vietando le classi miste o dividendo le aule con delle tende in caso di presenza maschile. Inoltre, l'accesso all'educazione è stato bloccato solo per le ragazze a partire dalla scuola secondaria.
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L'Afghanistan si è ritirato dall'Assemblea generale dell'Onu
Intanto, nel limbo tra vecchio e nuovo governo, l'Afghanistan si è ritirato dalla lista degli interventi al dibattito dell'Assemblea generale dell'Onu, dove il nuovo inviato dei talebani non è stato finora riconosciuto al posto dell'ambasciatore nominato dall'ex presidente Ashraf Ghani. E nelle stesse ore, il nuovo procuratore capo della Corte penale internazionale (Icc) Karim Khan ha annunciato che concentrerà d'ora in poi le sue inchieste sulle azioni dei talebani e del sedicente Stato islamico in Afghanistan (Isis-K), non potendo più "aspettarsi indagini locali genuine ed efficaci".