Uk, parte la corsa al dopo Boris Johnson: ecco ipotesi e nomi dei possibili successori
Dopo le dimissioni del premier dalla poltrona di leader Tory, è iniziata la partita per la successione. Il favorito Ben Wallace si sfila e rinuncia. Numerose le candidature formalizzate, da Rishi Sunak a Sajid Javid, da Nadhim Zahawi a Grant Shapps. Il portavoce di Downing Street smentisce le voci su una clamorosa ricandidatura di BoJo
Dopo l’annunciato addio di Boris Johnson, è già iniziata nel Regno Unito la corsa per la successione alla poltrona di leader Tory. Sono numerosi i nomi emersi, tra dichiarati o potenziali, inclusi i più improbabili, per guidare il partito di maggioranza nel Parlamento britannico e diventare il futuro primo ministro
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Ancor prima dello “start” ufficiale, atteso la settimana prossima, si è sfilato dalla lista dei papabili uno dei favoriti dei sondaggi quanto a popolarità odierna: il 52enne ministro della Difesa in carica, Ben Wallace, ex ufficiale di carriera nei ranghi delle Scots Guards e simbolo della linea dura di Londra sul sostegno militare all'Ucraina contro l'invasione russa
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Wallace è stato un fedelissimo di Johnson negli ultimi 3 anni. Considerato affidabile e competente sui dossier della sicurezza, ma forse ancora dubbioso sul proprio carisma da leader, ha però annunciato di non voler competere per Downing Street via Twitter. Ringraziando i molti colleghi e attivisti che lo avevano incoraggiato a farsi avanti, ma dicendosi "concentrato nel lavoro di mantenere sicuro questo grande Paese"
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Il passo indietro di Wallace lascia spazio nella partita agli altri candidati, tra cui Rishi Sunak, 42enne ex banchiere e cancelliere dello Scacchiere di origini familiari indiane (miliardario per matrimonio) le cui dimissioni dal governo hanno segnato martedì, assieme a quelle del ministro della Sanità, Sajid Javid, un punto di non ritorno verso la caduta di BoJo
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Emerso durante la pandemia da Covid come regista dello schema di mega sussidi pubblici e super cassa integrazione che in pieno lockdown è giunto a garantire un reddito di Stato a milioni e milioni di britannici (ma poi messosi di traverso alle promesse di nuove spese e tagli di tasse immediati sventolate da Johnson negli ultimi mesi), Sunak è tornato in testa nel borsino dei bookmaker dopo essere sceso in lizza formalmente con un programma (economico in primis) improntato a maggiore "serietà" e prudenza rispetto alle "favole" recenti del suo ex boss
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Nella serata del 9 luglio è arrivata la candidatura formale di un altro peso massimo del Partito Conservatore: il veterano Sajid Javid, ministro della Sanità fino a pochi giorni fa
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Ha sciolto la riserva anche Nadhim Zahawi, subentrato da pochi giorni come cancelliere (ministro delle Finanze) a Sunak dopo essere stato titolare dell'Istruzione e prima responsabile della campagna di vaccinazioni sprint dell'isola nel governo Johnson. Zahawi, nato a Baghdad 55 anni fa in una famiglia curdo-irachena (e giunto bambino da rifugiato in Inghilterra), rappresenterebbe una novità assoluta per il Paese come primo ministro e ha indicato nei suoi punti programmatici come modello economico quello di Margaret Thatcher
Hanno ufficializzato la candidatura anche il ministro dei Trasporti in carica, Grant Shapps e Jeremy Hunt, titolare degli Esteri sotto Theresa May e punto di riferimento quasi solitario dell'ala degli ex Remainer conservatori meno entusiasti della Brexit
Tra gli outsider ci sono anche il presidente della commissione Esteri dei Comuni Tom Tugendhat, la attorney general Suella Braverman, la new entry Kemi Badenoch, ex viceministra di genitori nigeriani, la responsabile del Foreign Office, Liz Truss, l’ex ministra Penny Mordaunt
Il tutto in un clima di caos e sospetto che il Comitato 1922, sinedrio Tory, cercherà di alleggerire lunedì provando a rendere più spedito l'iter elettorale in modo da completare se possibile gli scrutini preliminari interni al gruppo parlamentare prima della pausa estiva che inizia il 22 luglio e lasciare in scena i soli due nomi più suffragati da affidare ad agosto al ballottaggio finale tra gli iscritti: così da avere un nuovo primo ministro entro inizio settembre
Intanto da Downing Street una portavoce è stata costretta a smentire categoricamente l'ultimo gossip di palazzo stando al quale Boris Johnson avrebbe pensato di dimettersi a sorpresa lunedì anche da primo ministro (dopo avere rifiutato di farlo giovedì) per tentare di ricandidarsi poi alla leadership con una rentrée che avrebbe del clamoroso. Secondo The Telegraph, BoJo starebbe invece pensando di lasciare del tutto la politica per tornare alla scrittura e alla sua passione per i libri e guadagnarsi da vivere tenendo discorsi