Boris Johnson: “Mi dimetto, ma non volevo farlo. Deve esserci un nuovo leader Tory”

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Il premier britannico ha ceduto ai colpi dello scandalo Pincher: "È il miglior lavoro del mondo, ma nessuno è indispensabile". Poi ha detto di essere "immensamente orgoglioso dei risultati del governo" fra cui la Brexit e la crescita economica. Resterà primo ministro fino alla scelta di un successore alla guida del partito di maggioranza nell'ambito di elezioni interne, che dovranno portare all'arrivo di un nuovo inquilino a Downing Street entro la data dello svolgimento della Conferenza annuale Tory di ottobre

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"Lascio, ma non avrei voluto farlo. È il miglior lavoro del mondo, ma nessuno è indispensabile". Dopo le polemiche per lo scandalo Pincher e le decine di addii al governo da parte di alte cariche, il premier Boris Johnson ha ceduto e in un discorso pronunciato davanti al 10 di Downing Street ha annunciato le sue dimissioni da leader dei Tory, dicendo di essere "immensamente orgoglioso dei risultati" del suo governo, fra cui l'aver portato a compimento la Brexit. Johnson resterà primo ministro fino alla scelta di un successore alla guida del partito di maggioranza nell'ambito di elezioni interne che - secondo quanto concordato in queste ore con il presidente del Comitato 1922 dei Tories, Graham Brady - dovranno portare all'arrivo di un nuovo inquilino (o inquilina) a Downing Street entro la data dello svolgimento della Conferenza annuale Tory (congresso) "di ottobre". Per affrontare questo periodo, Johnson ha ricomposto la sua squadra di governo decimata da una raffica di dimissioni negli ultimi giorni.

Johnson: “Nessuno è indispensabile”

"Quando il gregge si muove - ha detto Johnson - si uniscono tutti. Nessuno è indispensabile: il nostro sistema darwiniano riuscirà a trovare un nuovo leader a cui darò tutto il mio sostegno". Il premier ha quindi ringraziato il popolo britannico, ricordando il consenso ricevuto alle elezioni del 2019 con la più grande maggioranza assegnata al Partito Conservatore sotto la sua leadership dal 1987 e la più grande percentuale di voti dal 1978. Un mandato colossale nelle sue parole, che lo ha spinto - ha aggiunto - a cercare di restare premier fino all'ultimo considerandolo "un obbligo". Poi ha ribadito che "in politica nessuno è lontanamente indispensabile". Quindi ha concluso ironizzando su coloro che "saranno sollevati" per la sua uscita di scena. Non senza dirsi "triste" di dover lasciare "il miglior lavoro del mondo", e tuttavia convinto che il Regno Unito abbia di fronte un futuro prospero, "un futuro d'oro".

Johnson: "Immensamente fiero di aver attuato la Brexit"

Johnson si è detto "immensamente orgoglioso" di aver portato a compimento la Brexit nei suoi tre anni a capo del governo e ha rivendicato tra i suoi meriti quello di aver fatto uscire il Paese dalle restrizioni Covid per primo in Europa, di aver portato a casa un anno di crescita economica e il record assoluto di occupazione nel Regno. Ha comunque ammesso che la maggioranza del Partito Conservatore vuole ora un altro leader e che il processo per eleggerlo inizierà domani. Ha quindi ammesso che alcuni saranno "felici" del suo addio, insistendo tuttavia a dirsi fiero, seppure rimpiangendo l'impossibilità di portare a termine altri grandi progetti del programma.

Johnson: "Continueremo a sostenere l'Ucraina"

Nel suo discorso fuori dal 10 di Downing Street, Johnson si è anche rivolto "al popolo ucraino" per assicurare che il Regno Unito "continuerà a sostenere l'Ucraina" con forza anche dopo la sua uscita di scena. Un discorso dal tono assertivo e ottimista, nonostante tutto, pronunciato dinanzi a una piccola folla di ministri e funzionari tra i più fedeli, e alla first lady Carrie con cagnolino in braccio, in cui Johnson ha rivendicato fra i meriti della sua premiership il ruolo di prima fila svolto al fianco di Kiev dopo l'invasione della Russia.

epa09278847 British Prime Minister Boris Johnson looks on ahead of a meeting with Crown Prince Salman bin Hamad Al Khalifa of Bahrain at 10 Downing Street in London, Britain, 17 June 2021.  EPA/ANDY RAIN

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Johnson ricompone il gabinetto e rimpiazza Gove con Clark

Intanto Johnson, prima del discorso, ha proceduto a sostituire Michael Gove - ex ministro per il Livellamento delle Diseguaglianze Territoriali "silurato" ieri sera dopo essere stato accusato di tradimento e di essersi comportato come "un serpente" dal suo entourage - con Greg Clark, già ministro della Attività Produttive sotto Theresa May e finora oppositore di BoJo in casa Tory. Lo annuncia Downing Street, lasciando quindi intendere che il premier voglia mantenere il punto sull'idea di restare a capo del governo fino all'elezione di un nuovo leader conservatore a ottobre. Johnson ha fra l'altro nominato Kit Malthouse, già viceministro dell'Interno, come ministro responsabile del Ducato di Lancaster: da un punto di vista onorifico posizione numero due in seno al governo. Mentre ha promosso James Cleverley da viceministro degli Esteri a ministro dell'Istruzione, ha designato Shailesh Vara a capo del dicastero per l'Irlanda del Nord e Robert Buckley (ex ministro della Giustizia estromesso dalla compagine in un precedente rimpasto) di quello per il Galles. Il consiglio di gabinetto, organo esecutivo del governo, è tornato a essere così totalmente coperto nei ruoli principali. Alcuni sottosegretari o viceministri si sono detti frattanto disponibili a ritirare le dimissioni di protesta date nei giorni scorsi, ora che Johnson a deciso di rinunciare alla leadership Tory e ad aprire così le porte all'entrata in scena di un nuovo primo ministro nel prossimo futuro.

epa09998977 British Prime Minister Boris Johnson during a bilateral meeting with Estonia's prime minister Kaja Kallas, in London, Britain, 06 June 2022.  EPA/JASON ALDEN / POOL

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Biden: “Non vedo l'ora di continuare cooperazione con il Regno Unito”

E in una giornata così cruciale per la politica britannica, non sono mancate nemmeno le reazioni internazionali all’uscita di scena del premier. “Non vedo l'ora di continuare la nostra stretta cooperazione con il governo del Regno Unito, nonché con i nostri alleati e partner in tutto il mondo, su una serie di importanti priorità, come il sostegno all'Ucraina nella difesa contro la brutale guerra di Putin”, ha detto Joe Biden commentando le dimissioni di Johnson da leader dei Tory.

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Il premier britannico - ormai uscente - Boris Johnson ha chiamato ancora una volta Volodymyr Zelensky nel giorno delle sue dimissioni da leader Tory, per ribadire che l'Ucraina continuerà a godere di un "irriducibile sostegno bipartisan" del Regno Unito contro l'invasione russa anche dopo la sua uscita di scena. Johnson ha poi risposto ai ringraziamenti di Zelensky ringraziandolo a sua volta e aggiungendo: "Tu sei un eroe, tutti ti amano". Da Kiev il leader ucraino ha quindi fatto sapere di essere "rammaricato" per le dimissioni di Johnson, più volte da lui esaltato come un esempio di sostegno fra tutti i leader occidentali.

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