
Chernobyl, il sindaco di Slavutych: “Zona ancora sotto minaccia dei russi”. FOTO
Nel 36esimo anniversario del disastro nucleare, Yurii Fomichev dice: “La nostra regione sarà sempre in pericolo. Siamo ancora sotto la minaccia dell’invasore”. Il sito è stato conquistato dai russi lo scorso 24 febbraio. I soldati avrebbero scavato trincee in aree a rischio per poi andarsene a inizio aprile, portando via materiale radioattivo, computer, e alcuni lavoratori dell’impianto. Secondo alcune fonti, "i russi toccavano scorie nucleari a mani nude”. Ecco la situazione
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Sono passati 36 anni dal disastro di Chernobyl. La zona dell’ex centrale nucleare è tornata al centro della cronaca con l’invasione russa in Ucraina. Le truppe del Cremlino hanno occupato l’area a inizio conflitto per poi lasciarla circa un mese dopo
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"Non possiamo sapere cosa c'è nella testa dei russi. Non potevamo aspettarci che si impadronissero delle centrali nucleari. E fino a quando a Mosca non cambierà il sistema, la nostra regione sarà sempre in pericolo. Siamo ancora sotto la minaccia dell’invasore”, è stato l'allarme di Yurii Fomichev, sindaco di Slavutych, città satellite di Chernobyl
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Il sito di Chernobyl è stato conquistato dai russi lo scorso 24 febbraio. Gli incendi causati dai bombardamenti hanno distrutto migliaia di ettari di foresta vicino alla zona di esclusione. I soldati avrebbero scavato trincee in aree a rischio e sarebbero passati dalla zona proibita della Foresta Rossa
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Le forze russe hanno lasciato l'impianto il 1 aprile, lasciando molte preoccupazioni sulla sicurezza e portandosi via materiale radioattivo, computer, e alcuni lavoratori dell'impianto. Secondo alcune fonti, "i russi toccavano scorie nucleari a mani nude” e avrebbero sostanze pericolose dai laboratori di ricerca
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Durante l'occupazione russa, raccontano al municipio di Slavutych, la centrale è stata lasciata per 6 giorni senza corrente elettrica e i tecnici costretti a lavorare "anche 600 ore di fila" senza turnazione
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"La situazione era molto pericolosa. Questo è terrorismo nucleare", sentenzia Tatyana Boyko, consigliera per i media del primo cittadino. La città fu costruita, in pieno stile sovietico, dopo l'incidente del 1986 per ospitare gli abitanti evacuati da Pripyat, diventata a sua volta una città fantasma a causa del disastro
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Anche Slavutych ha subito l'invasione russa, quattro uomini della difesa territoriale sono morti per proteggerla. E come molti altri sindaci di città ucraine in questa guerra, anche Fomichev è stato rapito per qualche ora il 26 marzo. "Non sapevano nemmeno chi fossi. Sono stato portato nel bosco insieme ad altri prigionieri, le mani legate dietro la schiena, e mi hanno interrogato"

Prima dell'invasione le maestranze di Chernobyl, impegnate soprattutto nel controllo e nella manutenzione, facevano i pendolari in treno, entrando e uscendo due volte dalla Bielorussia, a una manciata di chilometri, per una contorta geografia dei confini. Ora la cittadina, circondata da una sterminata foresta di pini e con un'unica strada dissestata e fangosa che la collega al resto dell'Ucraina, è ancora più isolata
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"Con la guerra e il ponte sul Dnepr distrutto, i lavoratori della centrale sono costretti a fare un lungo giro attorno al bacino idrico di Kiev. Ci voleva meno di un'ora, adesso ce ne vogliono 7", spiega ancora la consigliera

Nonostante il coprifuoco notturno imposto in tutto il Paese, Slavutych non ha rinunciato a ricordare le vittime del disastro di Chernobyl con un minuto di silenzio alle 00.23, l'ora esatta dell'esplosione del 26 aprile 1986, davanti al memoriale al lato della piazza. "Ora la situazione è sotto controllo. Ci auguriamo che la guerra finisca presto e di poter ricostruire il nostro Paese", dice il sindaco