Pasqua 2022, il Papa alla veglia in San Pietro: "Servono gesti di pace in tempo di orrori"
Francesco non ha presieduto il Rito ma ha parlato durante l’omelia, davanti a circa 5.500 fedeli. È tornato a chiedere la fine della guerra russa in Ucraina. “La paura, il dolore e la morte non avranno l'ultima parola", ha assicurato. Presenti il sindaco di Melitopol Ivan Fedorov e alcuni parlamentari di Kiev. “Tutti noi preghiamo con voi questa notte”, ha detto il Pontefice pronunciando alcune parole in ucraino
Pace, riconciliazione, speranza. Papa Francesco torna a chiedere la fine della guerra russa in Ucraina. Lo fa durante la Veglia Pasquale nella basilica di San Pietro. “La paura, il dolore e la morte non avranno l'ultima parola", assicura
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Il Papa non presiede la veglia ma parla durante l’omelia. Una scelta per non affaticare troppo Francesco che, dopo i doppi riti sia Giovedì sia Venerdì Santo, domenica celebrerà la Messa in piazza San Pietro e pronuncerà la benedizione "Urbi et Orbi". Circa 5.500 i fedeli presenti nella basilica: è la prima celebrazione dentro San Pietro non contingentata dalla pandemia
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Il Papa chiede di portare Gesù Cristo "nella vita di tutti i giorni: con gesti di pace in questo tempo segnato dagli orrori della guerra; con opere di riconciliazione nelle relazioni spezzate e di compassione verso chi è nel bisogno; con azioni di giustizia in mezzo alle disuguaglianze e di verità in mezzo alle menzogne. E, soprattutto, con opere di amore e di fraternità". "Con Gesù, il Risorto, nessuna notte è infinita; e anche nel buio più fitto, brilla la stella del mattino", aggiunge
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"Troppo spesso guardiamo la vita e la realtà con gli occhi rivolti verso il basso; fissiamo soltanto l'oggi che passa, siamo disillusi sul futuro, ci chiudiamo nei nostri bisogni, ci accomodiamo nel carcere dell'apatia, mentre continuiamo a lamentarci e a pensare che le cose non cambieranno mai. E così restiamo immobili davanti alla tomba della rassegnazione e del fatalismo e seppelliamo la gioia di vivere. Eppure il Signore, in questa notte, vuole donarci occhi diversi, accesi dalla speranza che la paura, il dolore, la morte non avranno l'ultima parola su di noi"
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"Alziamo lo sguardo, togliamo il velo dell'amarezza e della tristezza dai nostri occhi, apriamoci alla speranza di Dio!", continua il Papa. E ancora: “Molti scrittori hanno evocato la bellezza delle notti illuminate dalle stelle. Invece le notti di guerra sono solcate da scie luminose di morte. In questa notte, fratelli e sorelle, lasciamoci prendere per mano dalle donne del Vangelo, per scoprire con loro il sorgere della luce di Dio che brilla nelle tenebre del mondo"
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Il Papa, alla fine dell'omelia, si rivolge al sindaco di Melitopol Ivan Fedorov, presente in basilica con alcuni parlamentari ucraini. "In questo buio che voi vivete, il buio oscuro della guerra e della crudeltà, tutti noi preghiamo con voi questa notte, preghiamo per tante sofferenze. Noi soltanto possiamo darvi la nostra compagnia, la nostra preghiera e dirvi coraggio e vi accompagniamo. Possiamo anche dirvi la cosa più grande che oggi si celebra: Cristo è risorto", dice pronunciando queste ultime parole in ucraino
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"Non possiamo fare Pasqua se continuiamo a rimanere nella morte; se restiamo prigionieri del passato; se nella vita non abbiamo il coraggio di lasciarci perdonare da Dio, di cambiare, di rompere con le opere del male, di deciderci per Gesù e per il suo amore; se riduciamo la fede a un amuleto, facendo di Dio un bel ricordo di tempi passati, invece che incontrarlo oggi come il Dio vivo che vuole trasformare noi e il mondo", dice il Pontefice
"Un cristianesimo che cerca il Signore tra i relitti del passato e lo rinchiude nel sepolcro dell'abitudine è un cristianesimo senza Pasqua. Ma il Signore è risorto! Non attardiamoci attorno ai sepolcri, ma andiamo a riscoprire Lui, il Vivente! E non abbiamo paura di cercarlo anche nel volto dei fratelli, nella storia di chi spera e di chi sogna, nel dolore di chi piange e soffre: Dio è lì”
La Veglia pasquale è iniziata nell'atrio della basilica di San Pietro con la benedizione del fuoco e la preparazione del cero pasquale. Poi la liturgia della Parola e la liturgia battesimale, nel corso della quale sono stati amministrati i sacramenti dell'iniziazione cristiana a sette neofiti provenienti dall'Italia, dagli Stati Uniti, dall'Albania e da Cuba. Il Papa ha tenuto l'omelia e amministrato i battesimi. Il resto della liturgia è stata affidata al cardinale Giovanni Battista Re
Francesco, con il ginocchio dolorante, è entrato nella Basilica e si è subito seduto, senza partecipare alla processione iniziale
Papa Francesco durante uno dei battesimi