La minaccia arriva dal capo della Roscosmos Dmitry Rogozin che, con una serie di tweet, ha voluto rispondere al discorso di Biden sulle sanzioni contro la Russia: "Se blocchi noi chi salverà la ISS da un deorbiting incontrollato in cui possa cadere sugli Stati Uniti o sull'Europa?
Le sanzioni contro la Russia mettono a repentaglio l'esistenza della Stazione Spaziale Internazionale: a dirlo molto chiaramente è stato il direttore generale dell'agenzia spaziale russa Roscosmos, Dmitry Rogozin, in una serie di tweet molto duri in cui condanna le scelte del presidente americano Joe Biden (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA SULLA GUERRA IN UCRAINA - VLADIMIR PUTIN, DAL KGB ALL'ATTACCO A KIEV).
Rogozin: "C'è anche la possibilità che l'Iss cada su India o Cina"
Nei suoi tweet Rogozin, considerato un fedelissimo di Putin con l'incarico di vice Primo ministro tra il 2011 e 2018 - pone a Biden una serie di domande sul futuro, in particolare: "Vuoi distruggere la nostra cooperazione sulla ISS?", "Oppure vuoi gestirtela da solo?". Subito dopo risponde dicendo che a proteggere la Stazione dai tanti detriti spaziali prodotti dai "talentuosi uomini d'affari che inquinano l'orbita" sono i motori delle navette cargo Progress. "Se blocchi noi chi salverà la ISS da un deorbiting incontrollato in cui possa cadere sugli Usa o l'Europa? C'è anche la possibilità che una struttura da 500 tonnellate cada sull'India o la Cina".
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La Stazione internazionale e la collaborazione Usa-Russia
Nata nel 2000, l'esistenza della ISS oggi è possibile solamente grazie a una cooperazione internazionale, in particolare tra Usa e Russia. I moduli principali sono infatti strettamente interdipendenti, i moduli americani garantiscono l'energia a tutta la struttura mentre quelli russi forniscono la spinta necessaria al mantenimento in quota. "Per evitare che poi le sanzioni ti si ritorcano contro - aggiunge Rogozin - e non solo in senso figurato, ti suggerisco di non comportarti come un giocatore irresponsabile".
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L'Agenzia spaziale europea: la stazione internazionale rimane un ponte
A rispondere a Rogozin, sempre via Twitter, è stato il direttore generale dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), Josef Aschbacher. "Nonostante l'attuale conflitto, la cooperazione spaziale civile rimane un ponte", ha twittato. "L'Esa - prosegue il tweet - continua a lavorare su tutti i suoi programmi, inclusa la Stazione Spaziale Internazionale e la campagna di lancio della missione ExoMars, al fine di onorare gli impegni con gli Stati membri e i partner. Continuiamo a monitorare l'evolversi della situazione".
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Nasa: nessun pericolo per la Stazione Spaziale
Anche la Nasa ha commentato la vicenda, con una dichiarazione, riportata dal sito Space.com, in cui si sostiene che la guerra in Ucraina e le sanzioni non mettono in pericolo la Stazione Spaziale Internazionale, che prosegue le sue attività normalmente. "La Nasa continua a lavorare con tutti i suoi partner internazionali, compresa l'agenzia spaziale russa Roscosmos, per garantire la sicurezza delle operazioni sulla Stazione Spaziale", si legge nel messaggio del portavoce della Nasa Joshua Finch.