
Russia-Ucraina, da Putin a Biden: chi sono i protagonisti della crisi e delle trattative
La diplomazia si muove per scongiurare il rischio di un'invasione con incontri e telefonate fra i leader dei Paesi occidentali, la Nato e i presidenti russo e ucraino. Ecco le posizioni e i ruoli degli uomini che stanno cercando di evitare lo scontro

Sono ormai settimane che gli occhi del mondo sono puntati sulle tensioni fra Russia e Ucraina, e il timore di un'invasione da parte di Mosca spinge sempre più verso il tentativo di risolvere la questione per via diplomatica
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Trattative che coinvolgono potenze mondiali e la Nato, che discutono fra loro ma soprattutto con l'intercolutore numero 1: il presidente russo Vladimir Putin, ex funzionario del Kgb al suo quarto mandato alla guida del Paese. Per Mosca il nodo principale è l'ingresso di Kiev nella Nato, e Putin ha detto: "Da 30 anni ci dicono che la Nato non si allargherà verso la Russia, invece è accaduto. E ci dicono che l'Ucraina non è ancora pronta per entrare nella Nato. Ma se questo avverrà domani o dopodomani, per noi non cambia nulla. Vogliamo risolvere questa questione"
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L'altro interlocutore di molte delle potenze mondiali è il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. L'ex attore 44enne sostiene che l'ingresso nella Nato "garantirebbe la sicurezza" del suo Paese e mantiene contatti costanti con gli alleati, pur sostenendo che è stato un "grosso errore" spostare il personale delle ambasciate occidentali da Kiev
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Un altro volto della crisi fra Ucraina e Russia è Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo dal 2004. Fedelissmo di Putin, la sua opposizione quasi sistematica alle iniziative occidentali - come le sue ripetute condanne nei confronti dell'espansione della Nato verso est - gli è valsa nelle cancellerie l'epiteto di Mr. Nyet (signor no). Lavrov ha detto che le notizie diffuse dall'Occidente su un'invasione russa dell'Ucraina sono "terrorismo mediatico"
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Fra i più duri oppositori di Putin c'è il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha più volte minacciato sanzioni e reazioni in caso di invasione dell'Ucraina da parte di Mosca. L'inquilino della Casa Bianca, nei molti colloqui avuti sulla crisi, ha però anche sempre ribadito "l'importanza di continuare a perseguire la diplomazia" per scongiurare una guerra. Parlando con Putin, gli ha detto che se la Russia dovesse invadere l'Ucraina gli Stati Uniti e gli alleati risponderanno in modo "deciso" e imporranno "costi severi" a Mosca
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Un ruolo centrale nella crisi lo ha la Nato, con il suo segretario generale Jens Stoltenberg. Per considerare dalla parte russa una seria de-escalation, dice Stoltenberg, la Nato vuole vedere il ritiro dei mezzi pesanti e dell'equipaggiamento militare nelle zone limitrofe all'Ucraina, non solo quello degli uomini. "Il processo di accumulo della forze russe va avanti, con alti e bassi, dalla scorsa primavera", in pratica i russi lasciano le infrastrutture militari nelle aree designate, e poi "riportano rapidamente gli uomini in posizione" quando ritenuto necessario

Alle trattative diplomatiche partecipa anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Considerato da alcuni osservatori troppo titubante sulla questione Ucraina - tanto che sui social è nato l'hashtag #woistscholz, ovvero dov'è Scholz? -, dopo l'ultimo incontro con Putin ha detto che la sicurezza dell'Europa "non può essere costruita contro la Russia", e a chi gli chiedeva se si potesse ipotizzare una moratoria sull'eventuale ingresso dell'Ucraina nella Nato ha risposto: "Sono stato chiaro che su alcune posizioni non ci sono possibilità di negoziare"

Nel quadro rientra però anche un ex cancelliere tedesco, il 78enne Gerard Schroeder, la cui figura sta creando qualche tensione in Germania. L'ex cancelliere infatti è stato candidato per il consiglio di vigilanza del colosso russo Gazprom, è stretto amico di Putin ed è nel libro paga di varie società energetiche russe dal 2005, tra cui Nord Stream 1 e 2. Inoltre, nei giorni scorsi più volte Schroeder si è espresso a favore della Russia sul dossier ucraino

Diversi i colloqui e i faccia a faccia con i leader mondiali avuti dal presidente francese Emmanuel Macron, che il 7 febbraio è anche volato a Mosca per vedere Putin. Al presidente russo, Macron ha ribadito la "determinazione a reagire" degli occidentali in caso di operazione militare, ma secondo l'Eliseo entrambi "hanno espresso la volontà di proseguire il dialogo sugli accordi di Minsk e la sicurezza dell'Europa"