
Russia-Ucraina: gas, Nato e venti indipendentisti. I motivi della possibile guerra
Si alza sempre di più la tensione per un ipotetico conflitto nell'Est Europa. Secondo la Cia, Mosca – nonostante continui a negarlo – avrebbe anche una data in mente per invadere l’Ucraina: 16 febbraio. Il nodo è l’ingresso di Kiev nell'Alleanza Atlantica, ma i motivi hanno in realtà radici più profonde

Continuano le tensioni tra Russia e Ucraina. I due Paesi sono ormai da settimane impegnati in un botta e risposta che ha coinvolto la diplomazia mondiale e la comunità internazionale. Secondo la Cia, Mosca – nonostante continui a negarlo – avrebbe anche una data in mente per invadere l’Ucraina: 16 febbraio. Il nodo è l’ingresso di Kiev nella Nato, ma i motivi alla base dei venti di guerra che soffiano sull’Est Europa hanno in realtà radici più profonde
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L’Ucraina come la conosciamo oggi è un Paese giovane, multiculturale e dal passato complesso. Dal 1923 al 1991 ha fatto parte dell’Unione Sovietica. Al suo discioglimento, è diventata uno Stato indipendente. Alla sua guida si sono alternati governi di stampo filorusso, come quello del presidente Viktor Yanukovich, e altri più vicini all’Occidente, come quello attuale di Volodymyr Zelensky
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Il discorso non è però solo politico, ma anche culturale. Se è vero che l’Ucraina è un Paese con una propria lingua -l’ucraino, appunto- è altrettanto vero che in molte zone la lingua più diffusa è ancora il russo, retaggio degli anni all’interno del blocco sovietico
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All’interno dell’Ucraina, nella sua parte orientale, si trovano le Repubbliche popolari di Luhansk e di Donetsk, due Stati separatisti filo-russi e non riconosciuti. Una forte vicinanza con la Russia, etnica e culturale, la si trova anche in Crimea, regione che fu ceduta nel 1954 da Nikita Krusciov all’Ucraina
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Proprio sulla Crimea si è giocata una delle partite più recenti nel braccio di forza tra l’Ucraina che voleva imporsi come Stato libero da influenze russe e il governo di Mosca
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Nel 2014 si chiude l’esperienza di Yanukovich alla guida dell'Ucraina, dopo giorni di proteste della popolazione che mal sopportava la vicinanza politica ed economica alla Russia imposta dal presidente. Fu instaurato un governo provvisorio di stampo filoeuropeo. Mosca non riconobbe il nuovo potere come legittimo e passò al contrattacco, annettendo la Crimea e appoggiando pubblicamente le rivolte dei separatisti filorussi in territorio ucraino

Si arriva faticosamente a un accordo nel 2015 con gli accordi di Minsk, firmati da Ucraina, Russia, i leader delle fazioni separatiste e dall’Ocse. Il protocollo prevedeva, oltre al cessate il fuoco e agli scambi reciproci di prigionieri, anche una maggiore autonomia concessa da Kiev alle regioni filorusse

La partita si gioca adesso sulla questione Nato, che simboleggia e rappresenta da tempo gli sforzi che parte dell’Ucraina sta facendo per liberarsi del tutto dell’influenza della Russia. Da anni Kiev cerca di entrare nell’Alleanza militare, operazione che Mosca continua invece a cercare di bloccare, per mantenere la sua sfera d’influenza nei Paesi dell’Europa orientale

La Russia chiede che la Nato ritiri le proprie truppe militari dai Paesi che circondano l’Ucraina, incolpandola nel frattempo di soffiare sul fuoco di una situazione instabile e aumentare il rischio di escalation, ad esempio rifornendo di armi l’Ucraina. Mosca punta inoltre al riconoscimento mai avvenuto dell'annessione della Crimea e a una più ampia autonomia nelle regioni del Donbass, occupate in parti dalle Repubbliche di Donetsk e Luhansk (in foto, esercitazioni militari russe in Crimea)

Negli ultimi mesi, tra truppe russe e Nato, intorno ai confini ucraini sono arrivati sempre più militari. Si stima che siano oltre 100mila i soldati russi a Sud del Paese. Gli Stati Uniti continuano a parlare apertamente del rischio imminente di un attacco russo

Biden definisce inaccettabile che la Russia neghi a un Paese di poter entrare nella Nato, nonostante da più fronti si dica che l'ingresso ucraino tra gli Alleati non sia imminente o previsto, come da ultimo ha fatto sapere il cancelliere tedesco Olaf Scholz

Al di là delle alleanze militari, tema centrale che smuove gli interessi di molti Paesi europei è quello del gas russo. Bruxelles guarda preoccupata alle conseguenze che una guerra potrebbe avere in tema di rifornimenti energetici, carta che secondo molti Mosca si giocherebbe per determinare gli sviluppi della questione ucraina. Intanto la tensione ha scosso i mercati e negli ultimi giorni il prezzo del petrolio è salito ai massimi