Afghanistan, Biden: "Situazione precipitata, il ritiro è la decisione giusta dopo 20 anni"

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Il presidente degli Stati Uniti ha parlato al Paese dalla Casa Bianca. Non aveva ancora rotto il silenzio da quando Kabul è caduta nelle mani dei talebani. "L'obiettivo della missione era combattere i terroristi, non costruire una nazione. L'accordo con i talebani è stato ereditato dall'amministrazione Trump", ha detto. Poi ha promesso una "risposta devastante" in caso di attacchi dei miliziani

"La nostra missione in Afghanistan non è mai stata pensata per costruire una nazione. Il ritiro è la decisione giusta dopo vent'anni. Quello che abbiamo visto in Vietnam non si deve ripetere". Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato della situazione del Paese asiatico, caduto nelle mani dei talebani. In occasione del messaggio al Paese, è tornato da Camp David alla Casa Bianca: "La situazione è precipitata, l'Afghanistan è caduto più rapidamente del previsto", ha detto. Ma ha anche ricordato che l'obiettivo "era combattere i terroristi. Abbiamo demolito Al Qaeda. E l'accordo con i talebani è stato ereditato dall'amministrazione Trump".

"Risposta devastante in caso di attacchi"

Prima di oggi, l'ultima volta che Biden era intervenuto pubblicamente sull'Afghanistan era il 10 agosto, poi solo un comunicato. Il presidente non aveva ancora rotto il silenzio da quando Kabul è caduta nelle mani dei miliziani. Biden, nel suo discorso, ha minacciato una risposta "devastante" se i talebani attaccheranno gli interessi americani, in particolare durante le operazioni di evacuazione in corso nella capitale afghana. In tal caso, la controffensiva sarà "rapida e potente", promettendo di difendere i cittadini americani con l'uso "devastante della forza, se necessario".

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"Stop impegno americano in una guerra civile"

L'inquilino della Casa Bianca ha aggiunto che le "forze statunitensi non devono morire in una guerra che Kabul non sa combattere", quindi ha motivato lo "stop all'impegno americano in una guerra civile". Secondo Biden, gli Stati Uniti hanno "dato tutti gli strumenti agli afghani, ma non possiamo dare loro la volontà di combattere". Le soluzioni erano due, ossia "proseguire l'accordo negoziato da Donald Trump con i talebani o tornare a combattere. Non possiamo restare in eterno", ha proseguito. Il presidente ha difeso "fermamente" la sua decisione di ritirare le truppe, sostenendo di aver fatto "l'interesse nazionale".

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"Biden non voleva terzo decennio di guerra"

In giornata, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan aveva anticipato che Biden era "preparato a guidare la comunità internazionale sui diritti umani in Afghanistan. Il presidente non era pronto a iniziare un terzo decennio di guerra e a mettere le truppe statunitensi in pericolo, combattendo e morendo per tentare di tenere insieme l'Afghanistan, quando le sue stesse forze armate non combattono per tenerlo insieme".

Palazzo Chigi: "Proteggere chi ha collaborato"

Anche oggi sono state numerose le prese di posizione dei leader mondiali, oltre a Biden. In una nota, Palazzo Chigi ha riferito che "il presidente del Consiglio Mario Draghi ha ringraziato le forze armate per le operazioni che stanno permettendo di riportare in Italia i nostri concittadini di base in Afghanistan. L'impegno dell'Italia è proteggere i cittadini afghani che hanno collaborato con la nostra missione. L'Italia è al lavoro con i partner europei per una soluzione della crisi, che tuteli i diritti umani e in particolare quelli delle donne".

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Macron: iniziativa europea contro flussi migratori

In serata ha parlato anche il presidente francese Emmanuel Macron, che ha dichiarato di voler portare avanti un'iniziativa europea volta ad "anticipare" e "proteggere da significativi flussi migratori irregolari" che "alimentano traffici di ogni tipo". Macron ha detto di voler proporre "in linea con la Germania e altri Paesi europei un'iniziativa per costruire senza aspettare una risposta solida, coordinata e unita", e ha chiesto "solidarietà nello sforzo, l'armonizzazione dei criteri di protezione e l'instaurazione di una cooperazione con i Paesi di transito".

Johnson chiede G7 sull'Afghanistan

Il premier britannico Boris Johnson ha chiesto un incontro virtuale dei leader del G7 "nei prossimi giorni" per discutere dell'Afghanistan. Downing Street ha affermato che il primo ministro ha espresso questa intenzione durante una telefonata a Macron, in cui ha sottolineato la necessità di un "approccio unitario" sulla situazione. Londra detiene la presidenza di turno del G7.

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Merkel: "Abbiamo sbagliato tutti"

"Una valutazione sbagliata. Non una valutazione sbagliata tedesca, ma una valutazione sbagliata comune", ha detto Angela Merkel, ammettendo come sia stato un errore ritenere che le forze afghane potessero opporre resistenza ai talebani. "Non siamo riusciti a raggiungere quello che ci eravamo preposti", ha aggiunto la cancelliera, sottolineando come tutto ciò sia "molto amaro" dopo una missione durata vent'anni. Ora "in primo piano ci sono le operazioni di evacuazione. Dobbiamo cercare di portare fuori quante più persone possibili", ha sottolineato. Merkel ha ricordato che "molte persone cercheranno di lasciare l'Afghanistan" e che si deve "fare di tutto per aiutare i Paesi" confinanti "a sostenere i rifugiati. Il tema ci riguarderà a lungo".

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