
Usa 2020, da Putin a Kim Jong-un: chi non ha ancora riconosciuto la vittoria Biden
Sono diversi i leader mondiali che non si sono ancora congratulati ufficialmente con il presidente eletto. Tra le motivazioni questioni politiche e geopolitiche, differenze di vedute su temi mondiali, e nel caso del Messico anche risentimento personale

La vittoria di Joe Biden alle elezioni americane del 3 novembre è stata riconosciuta da gran parte dei leader e Paesi del mondo. Ma, oltre all’avversario Donald Trump che contesta i risultati, ci sono anche Nazioni e capi di Stato che non hanno salutato l’ex vicepresidente di Obama come il nuovo inquilino della Casa Bianca. Tra le motivazioni questioni politiche e geopolitiche, differenze di vedute su temi mondiali, e nel caso del Messico anche un risentimento personale
Usa 2020, le autorità elettorali: "Nessuna prova di brogli"
LA RUSSIA - Il Cremlino di Vladimir Putin ha spiegato di voler aspettare i risultati definitivi delle elezioni americane, anche se in passato con altri leader (da Trump nel 2016 a Lukashenko ad agosto) non ha tenuto posizioni così attendiste
Usa 2020, Trump non molla: "Vinceremo". Biden nomina il chief of staff
Tra le motivazioni di Putin potrebbe esserci la nuova Guerra Fredda con la Russia inaugurata sotto l'amministrazione Obama, di cui Biden era vicepresidente. Tuttavia, quando John Kerry sostituì Hillary Clinton alla segreteria di Stato, un dialogo costante, seppur faticoso, era stato costruito tra le due nazioni
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Inoltre il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov (nella foto), negli ultimi anni si è lamentato più volte dello stato dei rapporti con la Casa Bianca, frammentari e poco cordiali
Salvini non si congratula con Joe Biden: "Aspetto il risultato"
"Crediamo sia corretto attendere i risultati ufficiali delle elezioni", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov (nella foto), ribadendo la volontà di costruire un "dialogo". Leggendo le testate russe, il dibattito appare vivace, tra chi teme una politica antirussa ancora più decisa e chi scommette su una distensione come ai tempi di George W. Bush
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LA COREA DEL NORD - Non una parola invece dalla Corea del Nord o dal suo leader Kim Jong-un, che con Trump ha avuto rapporti tesi pur avendo mantenuto contatti con tre storici bilaterali. Tuttavia nel 2016 Pyongyang riconobbe la vittoria del tycoon nel giro di pochi giorni
Joe Biden, dall'elezione al giuramento: le tappe verso la Casa Bianca
"Non vogliamo essere imprudenti o agire in modo frettoloso", ha dichiarato in una conferenza stampa

Ma il deputato democratico Joaquin Castro (nella foto), leader del caucus ispanico nella Camera dei Rappresentanti Usa, ha parlato di "uno sconcertante errore diplomatico" dal momento che Biden vorrebbe "inaugurare una nuova era di amicizia e cooperazione con il Messico"

I rapporti tra Usa e Messico non sono stati facili durante il mandato di Trump, che in tema di immigrazione accusava il Paese di esportare "stupratori" e sosteneva che le aziende Usa (in particolare del settore auto) delocalizzassero nella nazione sudamericana per avere manodopera a basso costo

Obrador inoltre coverebbe un risentimento che risale alle elezioni presidenziali messicane del 2006, quando fu battuto di poco da Felipe Calderon (a sinistra nella foto) e George W. Bush (a destra) si affrettò a congratularsi con il vincitore designato senza attendere l'esito dei ricorsi inoltrati dello sfidante. "Fu imprudente - ha sottolineato - non vogliamo fare lo stesso"

IL BRASILE - È invece totale il silenzio del presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, che prima delle elezioni aveva espresso in modo esplicito il suo auspicio di un secondo mandato per Trump

Bolsonaro, con l'arrivo di Biden alla Casa Bianca, perde una sponda importante in un continente che - con il ritorno dei peronisti in Argentina, l'insediamento di un delfino di Evo Morales in Bolivia e il fallimento dei tentativi di Juan Guaidó di rovesciare Nicolas Maduro in Venezuela - sta svoltando un'altra volta a sinistra

Inoltre i due leader sono molto lontani in quanto a idee politiche. Bolsonaro non ama il politicamente corretto e contesta gli allarmi sul riscaldamento globale. Inoltre ha stretto un sodalizio con la destra religiosa, evangelica e filo-israeliana, ed è stato contrario a chiusure radicali per arginare la pandemia di coronavirus. Atteggiamenti per i quali si è guadagnato l'appellativo di "Trump dei tropici"