Il presidente in carica continua a non riconoscere la sconfitta, confida nei ricorsi e mira a bloccare la certificazione dei risultati elettorali. Il presidente eletto ha nominato il suo capo di gabinetto: "Con lui abbiamo salvato l'economia americana dalla recessione del 2009"
Donald Trump non molla, continua a non riconoscere la sconfitta alle elezioni, twitta “vinceremo” e confida nei ricorsi. Il presidente eletto Joe Biden, dal canto suo, sceglie il suo capo di gabinetto: è Ron Klain, che durante l’amministrazione Obama, venne chiamato a gestire l’emergenza Ebola (LO SPECIALE USA 2020). Anche il Papa ha telefonato a Biden per congratularsi.
Le mosse di Trump
La campagna di Donald Trump punta a fermare la certificazione dei risultati negli Stati in cui ha vinto Joe Biden. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali il blocco della certificazione è l'obiettivo delle azioni legali avviate in vari stati dal tycoon. Lo staff di Trump punta a ottenere dai tribunali ordini in grado di ritardare la certificazione negli Stati chiave, così da aprire per i governi statali repubblicani la possibilità di spostare i grandi elettori a favore del presidente ancora in carica.
leggi anche
Usa 2020, Trump: "La gente non accetterà queste elezioni truccate"
Georgia, segretario Stato: “Nessuna indicazione di frodi elettorali”
Intanto però dalla Georgia, dove lo scarto fra i due candidati è stato di 14mila voti a favore di Biden, il segretario di Stato Brad Raffensperger, in un’intervista alla Cnn, ha detto che “non ci sono indicazioni di frodi elettorali”. Lo Stato provvederà al riconteggio manuale dei voti, visto la distanza ridotta fra Biden e Trump. Per Raffensperger comunque il riconteggio non dovrebbe cambiare il risultato del voto.
vedi anche
Joe Biden, dall'elezione al giuramento: le tappe verso la Casa Bianca
Biden nomina Klain capo staff
Joe Biden, comunque, va avanti e compie il primo passo per la formazione della sua squadra, nominando Ron Klain capo dello staff. Veterano del partito democratico e da decenni a fianco di Biden, Klain venne chiamato da Obama a delineare la risposta americana all’emergenza Ebola. Ora si troverà ad affrontare il Covid-19, una pandemia a suo avviso non gestita in modo appropriato da Donald Trump. E Klain non ha mai nascosto su Twitter la sua contrarietà alle mosse della Casa Bianca contro il coronavirus. Avvocato con una profonda conoscenza di Capitol Hill, Klain era da tempo il favorito per l'incarico visti i trascorsi con Biden. Era infatti a fianco del presidente-eletto negli anni 1980 quando Biden era presidente della commissione Giustizia del Senato. Klain era poi stato capo dello staff di Biden durante i suoi anni alla vicepresidenza.
leggi anche
Usa, dal Covid all'immigrazione: i primi 100 giorni di Joe Biden
Biden: "Con Klain nel 2009 salvata economia Usa da recessione"
Una nomina che, secondo gli osservatori, segnala un'inversione di rotta rispetto al caos della Casa Bianca di Trump. Conosciuto per avere i nervi saldi, Klain è un uomo della politica di Washington dotato di esperienza e competenza. "Ron è stato preziosissimo durante gli anni in cui abbiamo lavorato insieme, incluso quando abbiamo salvato l'economia americana nel 2009 da una delle peggiori recessioni della storia", afferma Biden. "La sua profonda e variegata esperienza e la sua capacità di lavorare con gli altri nell'ambito di tutto lo spettro politico è precisamente quello di cui ho bisogno nel capo dello staff della Casa Bianca", aggiunge il presidente-eletto. Klain accetta con "umiltà" l'offerta e si dice "onorato" dell'incarico.
vedi anche
Usa, chi sono i 13 membri della task force anti Covid
La telefonata della Santa Sede
Continuano, intanto, ad arrivare le telefonate ufficiali di congratulazioni da tutte le personalità politiche e religiose. Oggi è stato Papa Francesco, che ha chiamato Biden, come confermato dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni. Il colloquio è avvenuto dopo il saluto dei vescovi statunitensi. "Ringraziamo Dio per la benedizione della libertà - ha affermato mons. Gomez - Il popolo americano si è espresso in queste elezioni. Ora è il momento che i nostri leader si riuniscano in uno spirito di unità nazionale e si dispongano al dialogo e all'impegno per il bene comune. Come cattolici e statunitensi, le nostre priorità e la nostra missione sono chiare. Siamo qui per seguire Gesù Cristo, per testimoniare il suo amore nelle nostre vite e per costruire il suo regno sulla terra. Credo che in questo momento della storia degli Stati Uniti, i cattolici abbiano il dovere speciale di essere operatori di pace, di promuovere la fraternità e la fiducia reciproca e di pregare per un rinnovato spirito di vero patriottismo nel nostro Paese".
Data ultima modifica