Elezioni nel mondo, dagli Usa a Israele: ecco i Paesi che andranno al voto nel 2020

Mondo

Trump che cerca il bis, Netanyahu costretto a tornare alle urne per la terza volta in meno di 12 mesi, Hong Kong chiamata a rinnovare il parlamento. Ma anche Venezuela (forse), Egitto, Taiwan e diversi Stati dell’Est Europa. Ecco dove e quando si voterà nel nuovo anno

Dagli Stati Uniti - dove Donald Trump cerca il secondo mandato nonostante l'impeachment - a Hong Kong, da Israele - per la terza volta in meno di 12 mesi - al Venezuela (ancora in forse): sono tanti i Paesi del mondo che saranno chiamati alle urne nel corso del 2020 per rinnovare i rispettivi governi, parlamenti o capi di Stato. Ecco dove e quando si andrà al voto nel nuovo anno secondo le liste stilate dall’International Foundation for Electoral Systems e dal National Democratic Institute, organizzazioni no-profit statunitensi che si occupano di elezioni e di tutela delle istituzioni democratiche.

In Israele terze elezioni in 12 mesi

Dopo il voto di aprile e di settembre 2019, il prossimo 2 marzo 2020 Israele torna alle urne per le terze elezioni politiche in dodici mesi, rese necessarie dal fatto che nessun partito né coalizione è riuscito a ottenere una chiara maggioranza alla Knesset, il parlamento israeliano, nelle tornate precedenti. Nonostante su di lui pendano incriminazioni per corruzione, frode e abuso di ufficio in tre diversi casi giudiziari, l’attuale premier Benjamin Netanyahu sarà di nuovo il candidato del Likud, come hanno stabilito le primarie del partito di destra tenutesi il 26 dicembre. Il principale sfidante di Netanyahu sarà ancora una volta Benny Gantz, ex capo di Stato maggiore dell’esercito e leader della formazione centrista Blu-Bianco, che dopo due elezioni sul filo di lana, con numeri analoghi a quelli del Likud ma insufficienti a formare un governo, spera di fare meglio dei due tentativi del 2019.

Hong Kong alle urne dopo il voto locale anti-Pechino

Il voto locale di fine novembre 2019 aveva visto trionfare il fronte anti-Pechino, dopo mesi di proteste (LE MOTIVAZIONI) per chiedere più autonomia dalla Cina e il rispetto dei diritti civili e democratici. Nel settembre 2020, Hong Kong tornerà al voto per rinnovare il Consiglio legislativo, l’assemblea parlamentare monocamerale della regione amministrativa speciale, attualmente controllata dalle forze filo-cinesi ed eletta democraticamente solo per metà (35 membri su 70). Le sue prerogative principali sono quelle di emanare, modificare o abrogare le leggi, esaminare e approvare i bilanci e interrogare il governo sul lavoro svolto. Il Consiglio legislativo ha anche il potere di approvare l’elezione e la rimozione dei giudici della Corte d’appello di ultima istanza e del giudice capo della Corte Suprema e può porre il chief executive, cioè il capo dell’esecutivo, in stato di accusa. L’elezione del nuovo capo dell’esecutivo - attualmente la contestata Carrie Lam - è prevista per il 2022.

Stati Uniti, Trump tenta il bis

Il prossimo 3 novembre 2020 gli elettori statunitensi torneranno alle urne a quattro anni di distanza dal voto che decretò l’ascesa a presidente degli Stati Uniti di Donald Trump. Gli aventi diritto al voto saranno chiamati a scegliere i cosiddetti “grandi elettori” che circa un mese e mezzo dopo, il 14 dicembre 2020, si riuniranno per eleggere a maggioranza assoluta il nuovo presidente e vicepresidente degli Stati Uniti. Nella stessa tornata elettorale saranno rinnovati tutti i componenti della Camera dei Rappresentanti e un terzo del Senato. Le presidenziali del 3 novembre saranno precedute da una serie di primarie e di caucus attraverso cui ciascun partito sceglierà il proprio candidato. Trump, 45esimo presidente Usa, ha annunciato che correrà per un secondo mandato per conto del Partito Repubblicano, nonostante sia il terzo presidente della storia del Paese a essere stato messo in stato d'accusa (I MOTIVI). Sul fronte del Partito Democratico sono ancora una quindicina i volti in lizza: tra i più popolari ci sono l’ex vice di Barack Obama Joe Biden, i senatori Elizabeth Warren e Bernie Sanders e il sindaco di South Bend (Indiana) Pete Buttigieg. Il nuovo presidente inizierà ufficialmente il suo mandato il 20 gennaio 2021.

America

Non solo Stati Uniti: sono diversi i Paesi del continente americano chiamati a votare nel 2020. Si comincia con il Perù, dove i seggi saranno aperti il 26 gennaio per le elezioni legislative. Si prosegue a marzo con Guyana e Bolivia e, a maggio, con Suriname e Repubblica Dominicana (elezioni presidenziali e parlamentari). A novembre saranno chiamati alle urne gli elettori del Belize, mentre entro la fine del 2020 dovrebbero svolgersi le elezioni parlamentari in Venezuela: il presidente in carica Nicolas Maduro (IL RITRATTO) - rimasto alla guida del Paese dopo il tentato golpe del presidente dell’Assemblea nazionale autoproclamatosi presidente del Venezuela Juan Guaidò (CHI È), nel gennaio 2019 - ha recentemente confermato la volontà di rinnovare l’Assemblea nazionale l’anno prossimo.

Africa

Calendario elettorale fitto anche in Africa. A febbraio 2020 andranno al voto Camerun e Guinea, seguiti a maggio dall’Etiopia e a luglio dal Burundi, dove si terranno contemporaneamente le presidenziali e le parlamentari. A ottobre è il turno di Somalia, Tanzania e Costa d’Avorio. A novembre tocca al Burkina Faso, mentre in Egitto si va al voto a dicembre per rinnovare i membri del parlamento. Sempre entro la fine dell’anno si attendono elezioni in Repubblica Centrafricana e Ghana.

Asia

In Asia il primo Paese ad andare al voto nel 2020 è Taiwan, che l’11 gennaio rinnoverà presidente e parlamento, in un voto in cui - come nel caso di Hong Kong - peserà il rapporto con la Cina. Seguono l’Azerbaijan, il 9 febbraio, e l’Iran, chiamato a scegliere i nuovi membri del parlamento il 21 febbraio. A marzo è la volta del Tagikistan, dove si terranno elezioni parlamentari e presidenziali, ad aprile della Corea del Sud e a giugno della Mongolia. Dopo la pausa estiva, a settembre tocca a Sri Lanka, Singapore e Giordania. A ottobre andrà alle urne il Kirghizistan ed entro la fine dell’anno anche il Myanmar - reduce dalla crisi dei Rohingya (CHI SONO), gruppo etnico di religione islamica oggetto di persecuzioni da parte delle autorità birmane - e il Kuwait.

Europa

L’esordio alle urne in Europa tocca alla Slovacchia, dove il 29 febbraio si terranno le elezioni parlamentari. Seguono ad aprile la Serbia e la Repubblica della Macedonia del Nord. A maggio sono previste le presidenziali in Polonia e a giugno in Islanda. Ancora presidenziali ad agosto in Bielorussia e poi in Moldavia a ottobre. Sempre a ottobre sarà il turno delle parlamentari in Montenegro, in Lituania (11 ottobre) e in Georgia. Chiudono l’anno Romania e Croazia, entrambe chiamate alle urne a dicembre.

Nuova Zelanda

L’unico Paese dell’Oceania in cui sono previste elezioni politiche nel 2020 è la Nuova Zelanda. Entro la fine di novembre si andrà al voto per rinnovare il parlamento eletto nel 2017 - le legislature durano 3 anni - e per scegliere di conseguenza il nuovo primo ministro. L’attuale premier neozelandese è Jacinda Ardern, leader dei laburisti nonché seconda donna al mondo ad avere un figlio in carica dopo la pakistana Benazir Bhutto.

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