Le forze democratiche e anti-governative stravincono le elezioni a Hong Kong. Conquistato il 90% dei seggi. Affluenza record. La governatrice Lam: "Ascolteremo le opinioni dei cittadini". Pechino: "Hong Kong è parte della Cina"
Da Hong Kong arriva un segnale forte e chiaro alla Cina. Alle elezioni distrettuali i candidati anti-governativi hanno conquistato quasi il 90% dei seggi, 396 sui 452 in palio. Un duro colpo per la governatrice Carrie Lam e il governo centrale di Pechino. Il fronte pro-establishment ha perso più di 240 seggi rispetto alle elezioni del 2015.
Affluenza record
Altissima l’affluenza alle urne. È andato a votare il 71,2% degli aventi diritto. Si tratta della partecipazione più alta mai registrata dal 1997, quando Hong Kong passò da Londra a Pechino. Dopo mesi di proteste la popolazione di si è riversata in massa alle urne. Il movimento anti-governativo è partito a giugno in risposta alla controversa legge sulle estradizioni in Cina, puntando poi a sollecitare il varo di riforme democratiche. Ma nelle ultime settimane le proteste e la reazione della polizia sono degenerate.
Le reazioni
"Il Governo di Hong Kong ascolterà certamente con umiltà le opinioni dei cittadini e rifletterà su di loro con serietà", questo l’impegno della governatrice Carrie Lam, scritto in una nota. "Il Governo - ha assicurato Lam - rispetterà il risultato del voto". Netta la replica di Pechino: "Hong Kong è parte integrante della Cina, a prescindere dal risultato elettorale" così il ministro degli Esteri cinese Wang Yi.