Tensioni in Yemen, coalizione saudita bombarda nave proveniente dagli Emirati Arabi Uniti
MondoLa coalizione filo-saudita ha preso di mira un carico di armi e veicoli da combattimento arrivati nel porto di Mukalla, nel sud e nell'est dello Yemen, e partiti dagli Emirati Arabi Uniti. L'Arabia respinge accuse: operazione atta "esclusivamente a impedire il contrabbando di armi" e "non si sono registrati danni collaterali". I separatisti del Consiglio di Transizione del Sud hanno rifiutato le richieste di ritiro avanzate dalla coalizione guidata dall'Arabia Saudita
Alta tensione in Yemen per gli scontri tra le forze filo-saudite e i rivali filo-emiratini. Nella notte italiana, una coalizione guidata dall'Arabia Saudita ha condotto un raid aereo contro il porto di Mukalla, nel sud e nell'est del Paese, prendendo di mira un'ingente quantità di armi e veicoli da combattimento che venivano scaricati in Yemen da navi provenienti dagli Emirati Arabi Uniti. A riferire quanto accaduto è l'agenzia di stampa statale saudita Spa.
Scontri tra forze filo-saudite e filo-emiratine
La coalizione saudita aveva avvertito che avrebbe sostenuto il governo yemenita in qualsiasi scontro militare con le forze separatiste emiratine e le aveva esortate a ritirarsi "pacificamente" dalle province recentemente conquistate. Nelle ultime settimane il Consiglio di transizione del Sud (Stc), sostenuto da Abu Dhabi e che mira a far rivivere l'ex stato indipendente dello Yemen del Sud, ha invaso ampie zone del Paese mediorientale espellendo altre forze governative e i loro alleati. Queste avanzate hanno messo a dura prova i legami tra Arabia ed Emirati, che sostengono gruppi rivali all'interno del governo yemenita.
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Arabia: “Nessun danno collaterale”
Come riferito dall’agenzia stampa saudita, "gli equipaggi delle due navi hanno disattivato i loro sistemi di tracciamento e scaricato un'ingente quantità di armi e veicoli da combattimento per supportare le forze del Consiglio di transizione del Sud". Le navi colpite dalla coalizione erano arrivate dal porto di Fujairah, sulla costa orientale degli Emirati Arabi Uniti: "Dato il pericolo e l'escalation rappresentati da queste armi - ha spiegato la Spa - le forze aeree della coalizione hanno condotto questa mattina un'operazione militare limitata prendendo di mira armi e veicoli da combattimento che erano stati scaricati nel porto di al-Mukalla". L’Arabia Saudita, dal canto suo, ha giustificato l’azione ribadendo che mirava "esclusivamente a impedire il contrabbando di armi" a favore delle forze separatiste e che "non si sono registrati danni collaterali". Non concorde il Consiglio di transizione meridionale, alleato di Abu Dhabi, che ha invece accusato Riad di aver colpito un'infrastruttura civile, definendo il bombardamento del porto di Mukalla "una violazione del diritto umanitario internazionale".
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Ultimatum agli Emirati
L'Arabia Saudita ha invitato gli Emirati Arabi Uniti a ritirare le proprie forze dallo Yemen e a cessare di fornire supporto a qualsiasi gruppo presente nel Paese entro 24 ore, appoggiando un appello analogo del governo yemenita di Aden. "Il Regno sottolinea l'importanza che lo Stato fratello degli Emirati Arabi Uniti risponda alla richiesta della Repubblica dello Yemen di ritirare le proprie forze militari dalla Repubblica dello Yemen entro 24 ore e di cessare qualsiasi supporto militare o finanziario a qualsiasi parte all'interno dello Yemen", ha affermato il ministero degli Esteri in una dichiarazione pubblicata online.
Separatisti rifiutano di ritirarsi
Alle richieste di ritiro avanzate dalla coalizione guidata dall'Arabia Saudita, i filo-emiratini hanno risposto con un netto “no”: i separatisti del Consiglio di Transizione del Sud (Stc) hanno rifiutato di ritirarsi dai territori occupati, impegnandosi invece a mantenere e rafforzare le proprie posizioni. "Non si pensa al ritiro. E' irragionevole che al proprietario terriero venga chiesto di lasciare la sua terra. La situazione richiede di rimanere e rafforzare le forze", ha dichiarato Anwar Al-Tamimi, portavoce separatista.