La Federal Aviation Agency avrebbe ipotizzato lo stop dopo aver saputo che il costruttore del velivolo aveva disattivato il segnale di avvertimento su malfunzionamenti del sistema anti-stallo, responsabile degli incidenti dei mesi scorsi
Alcuni ispettori dell'ente regolatore dell'aviazione americana, la Federal Aviation Agency (Faa), valutarono l'anno scorso di lasciare a terra una parte della flotta dei Boeing 737 Max (COS'E' - QUALI COMPAGNIE LO USANO), il velivolo coinvolto negli incidenti dei voli Lion Air ed Ethiopian Airlines. L’ipotesi venne formulata dopo aver appreso, con un anno di ritardo, che il costruttore del velivolo aveva disattivato il segnale di avvertimento su malfunzionamenti del sistema anti-stallo Mcas, al centro delle accuse nei mesi scorsi.
Il malfunzionamento del software
Secondo la fonte della notizia, che l’ha diffusa all’agenzia Afp, i dipendenti della Faa erano responsabili della supervisione e del controllo della compagnia aerea Southwest Airlines, il più grande cliente del 737 MAX, allora con una flotta di 34 aeromobili in servizio. Lo scorso 6 aprile la società ha dichiarato di sapere come “porre rimedio al malfunzionamento” del software anti-stallo e ha fatto sapere di voler tagliare del 19% da 52 a 42 aerei al mese la produzione dei 737 Max. Dopo l’incidente in Etiopia, il 10 marzo scorso, molti Paesi avevano deciso di vietare il loro spazio aereo al velivolo della Boeing, fino a che non si fossero chiarite le cause e le soluzioni del problema.