Elezioni Regno Unito, i sondaggi danno Corbyn in rimonta su May

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Il Regno Unito sceglie il premier che lo guiderà fuori dall'Ue. Con il terzo attacco in tre mesi, sulla campagna elettorale ha pesato anche il tema terrorismo. Se prima la vittoria dei conservatori sembrava scontata, ora i laburisti sarebbero sempre più vicini. SPECIALE

Quando ha indetto le elezioni anticipate nel Regno Unito, lo scorso 18 aprile, Theresa May l’ha fatto con l’intento di ottenere una maggioranza più ampia e quindi più forza negoziale con l’Ue per la Brexit. In poco meno di due mesi, però, il trionfo che la premier pregustava potrebbe tradursi in una sconfitta. O almeno ridursi a una vittoria stiracchiata. A prospettare il cambio di scenario sono alcuni sondaggi, che negli ultimi giorni vedono i laburisti di Jeremy Corbyn in rimonta e sempre più vicini ai conservatori. E a complicare le carte in tavola, oltre al tema Brexit, ora c’è anche l’incognita terrorismo.

Cosa dicono i sondaggi

La vittoria di Theresa May era data per assodata da diversi analisti. Il partito della premier, stando agli ultimi sondaggi, mantiene i favori del pronostico. Quello di Jeremy Corbyn, però, è dato sempre più vicino e il margine tra i due sembra essersi assottigliato giorno dopo giorno. Secondo l’istituto YouGov, se non il primo posto, May rischia di perdere la maggioranza assoluta ai Comuni. Se lo spoglio dovesse confermare questa tendenza, cosa non scontata considerati gli scivoloni dei sondaggi nelle ultime consultazioni (vedi il caso Brexit e quello elezioni Usa), il rischio per il Regno Unito è di ritrovarsi con un “hung Parliament”, un “Parlamento appeso”: senza una maggioranza chiara né facili coalizioni, formare un governo sarebbe dura per chiunque.

Più sicurezza ai seggi

Visti i presunti margini ristretti tra i due candidati principali, entrambi hanno premuto sull’acceleratore nelle ultime fasi della campagna elettorale. Fasi che sono state inevitabilmente condizionate dalla strage terroristica dello scorso sabato a Londra (il terzo attacco nel Paese in tre mesi, dopo quello di Westminster a marzo e l'attentato suicida di Manchester il 22 maggio). Le autorità, per paura che qualcuno possa colpire ancora, hanno rafforzato la sicurezza ai seggi.

Lo sprint finale di May

È un momento “critico”, ha ammesso May. La premier conservatrice ha cercato di apparire come una “leader forte” sia sul fronte Brexit sia su quello della sicurezza. In contrapposizione a Corbyn, che ha descritto come un leader "debole" e addirittura "anti-patriottico". May ha agitato il pugno di ferro contro l'estremismo islamico, dicendo basta alla tolleranza (“enough is enough”), garantendo ai poliziotti licenza di “uccidere i terroristi”, rispolverando l'immagine del "mondo libero" sotto tiro.

La risposta di Corbyn

Il leader dell'opposizione laburista ha risposto, mettendo da parte il programma di ambiziose riforme sociali e d'investimenti pubblici su cui ha costruito la ripresa di consensi, assicurando di essere pronto ad affrontare il terrorismo con "ogni mezzo necessario" e ad avere “un dialogo costruttivo” con l’Europa. Poi ha attaccato la sua rivale: “May ha fallito” e “dovrebbe dimettersi”. È stata capo del governo per un anno e ministro dell'Interno per sei, ha detto Corbyn, in una stagione di tagli che ha ridotto gli organici della polizia di quasi “20.000 unità”, non può credere di “proteggere la popolazione a buon mercato”.

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