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Elezioni Regno Unito 2017: chi è Jeremy Corbyn candidato laburista

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Deputato dal 1983, pacifista convinto e contrario alle politiche di austerità dell'Ue lo sfidante di Theresa May è un outsider tra i parlamentari del suo partito. Su Brexit dice: "Serve un accordo"

Jeremy Corbyn è uno dei leader più a sinistra che il partito laburista britannico abbia mai avuto. Con un’incredibile vittoria le cui proporzioni sono maggiori di quella ottenuta da Tony Blair nel voto interno al partito del 1994, nel settembre 2015 è arrivato alla guida dei laburisti convincendo il 59,5% dei votanti a lasciarsi alle spalle l’epoca del New Labour di Blair e di Gordon Brown. Ora l’outsider definito il “Bernie Sanders inglese”,  il ribelle che ha votato 533 volte contro la linea del suo partito alla Camera dei Comuni dal 1997, vuole diventare primo ministro.

“Sono spesso stato frustrato nel Labour, ma questa è sempre stata la mia casa. Tony Benn un giorno mi ha detto: ‘Tu sei un compagno, facciamo parte dello stesso partito, questo basta’”, ha raccontato. Basta questa frase per capire Jeremy Corbyn: la parola “compagno”, l’eredità di Tony Benn, uno dei leader laburista degli anni Ottanta, la ribellione contro il partito, ma anche un’incrollabile fedeltà.

L’infanzia e gli studi

Nato nel 1949 a Chippenham, nell’Ovest dell’Inghilterra,  ha ereditato l’impegno sociale dalla famiglia. I genitori erano un ingegnere e un’insegnante di matematica che s’innamorarono durante una protesta contro la guerra civile spagnola. Corbyn inizia la sua militanza politica nel Labour nel 1964 ad appena 15 anni impegnandosi nella battaglia per il disarmo nucleare. Volontario in Giamaica e in seguito sindacalista dei dipendenti pubblici, a 25 anni viene eletto nel consiglio di Haringey, nel nord di Londra.

La carriera politica

Nel 1983 ottiene il seggio parlamentare nella circoscrizione londinese di Islington North. Ha portato avanti battaglie contro l’apartheid, contro il nucleare, contro l’occupazione militare della Palestina. Pacifista convinto, è presidente dell’associazione Stop the War Coalition, un gruppo che si è opposto alla cosiddetta “Guerra al terrore” lanciata dal presidente americano George W. Bush dopol’11 settembre e sostenuta nel Regno Unito da Tony Blair. Nel giugno del 2015 ha annunciato la sua candidatura alla guida del Labour Party.

La candidatura alla guida dei laburisti

Così motivò la sua scelta in un’intervista al Guardian: “È il mio turno, e poi è l’occasione per promuovere alcune cause che mi stanno a cuore”. Inizialmente fu visto come l'outsider tra i quattro candidati: oltre a lui, infatti, si erano presentati il ministro ombra della Salute Andy Burnham, quello degli interni Yvette Cooper e quello della cura degli anziani Liz Kendall. Corbin era l'unico a non essere membro del governo ombra - la struttura tipicamente britannica che i partiti creano per proporre un programma alternativo all'esecutivo in carica – inoltre aveva presentato un programma considerato particolarmente estremista per un partito come il Labour.

Il programma 

Fermamente contrario alle misure di austerità europee, è a favore dell'aumento delle tasse per le persone più ricche, una forte lotta all'evasione fiscale e la nazionalizzazione del sistema ferroviario e dell'energia del Regno Unito. Contrario al nucleare, si è mostrato molto critico nei confronti della Nato. In Medio Oriente, invece, è un sostenitore dell'indipendenza dello stato palestinese. Corbyn ha tenuto comizi di fronte a grandi folle e saloni gremiti, ed è stato spesso costretto a tenere comizi all’aperto per le persone che si erano radunate in strada. Più complesso il rapporto con il partito.

 

La posizione su Brexit

Il 28 giugno 2016, in seguito alla vittoria del Leave al Referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione europea, Corbyn è stato oggetto di una mozione di sfiducia non vincolante approvata da 172 parlamentari del suo Partito, pari all'81% del totale. Il leader dei laburisti si è comunque rifiutato di dimettersi, sostenendo che tale atto avrebbe tradito l 'ampio mandato ricevuto dalla base. A seguito di un altro round di primarie in cui ha dovuto affrontare il parlamentare gallese Owen Smith (che godeva del supporto di gran parte dei parlamentari laburisti), il 24 settembre 2016 Corbyn è stato rieletto leader con il 62% dei voti.

Secondo Corbyn la Brexit ci sarà, ma non dovrebbe avvenire “senza un accordo”. Il leader laburista ha assicurato di voler “rispettare il risultato del referendum”, di voler negoziare “un accordo di libero scambio con Bruxelles” e di mantenere rapporti stretti con l’Europa. Magari pagando all’Ue “quanto legalmente dovuto” per il divorzio.

Vita privata e curiosità

Dopo due matrimoni finiti, è sposato con una donna di origini messicane molto più giovane di lui. Ha tre figli. È vegetariano e astemio. Coltiva il suo giardino e ama fare le marmellate fatte in casa. “Ho una vita normale, giro in bicicletta, non ho una macchina. Io non sono uno spendaccione”, ha detto al Guardian. Nel tempo libero corre, va in bicicletta e gioca a cricket. I suoi film preferiti sono Casablanca e il Grande Gatsby. Anche i suoi detrattori riconoscono che Jeremy Corbyn è un uomo onesto e semplice. “È bello prendere il tè con lui, è sincero, anche se le sue idee risalgono al Giurassico”, ha detto di lui il deputato conservatore Alex Burghart.

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