"Io credo che le armi vadano mandate e lo dico oggi nel giorno della Liberazione, che non è stata fatta con le parole ma combattendo", ha detto il primo cittadino riferendosi alla guerra in Ucraina e all'invio di armi durante il conflitto
"Io credo che le armi vadano mandate e lo dico oggi nel giorno della Liberazione, che non è stata fatta con le parole ma combattendo". Lo ha dichiarato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, parlando della guerra in Ucraina (GUERRA IN UCRAINA, LO SPECIALE DI SKY TG24 - GLI AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE) e dell'invio di aiuti in armi a margine della manifestazione del 25 aprile che si è svolta nel capoluogo lombardo. "Credo che sia giusto non lasciare il popolo ucraino da solo. È la mia posizione, è suscettibile di critiche, ma lo dirò anche oggi in piazza, non è il momento dell'ambiguità, la politica deve dire le cose come stanno, a volte è bianco o nero", ha concluso.
"È il nostro giorno, non dividiamoci"
"Il 25 aprile e il nostro giorno", ha affermato poi il sindaco dal palco di piazza Duomo. "Questa è la festa della democrazia - ha aggiunto - questa è la festa della libertà dal fascismo e dal nazismo e su questo non ci dividiamo, basta ambiguità" ha detto fra gli applausi. "Non c'è più spazio per l'ambiguità, la politica non può permettersi di essere ambigua e non ci può essere ambiguità su nazismo e fascismo", ha continuato il sindaco di Milano. "L'identità del nostro continente è precisa e non ci deve essere spazio per il fascismo. Fino al punto di non scegliere tra una candidata che non ha mai rinnegato il nazismo e un candidato democratico, in Francia come in Italia - ha aggiunto -. Basta ambiguità. Non è possibile avere tentennamenti e guidare formazioni politiche che non hanno fatto i conti con questo passato. Gente che fa il saluto fascista, basta ambiguità. Chiedo che tutti escano da questa ambiguità".