
25 aprile, Mattarella: "Il giorno dell'invasione in Ucraina ho pensato a Bella ciao". FOTO
Il Presidente della Repubblica, come ogni anno, ha preso parte all’omaggio al Milite Ignoto a Roma. Poi si è spostato ad Acerra, “città che fu profondamente segnata dai combattimenti e dalle rappresaglie delle truppe naziste” dove, nel discorso per la Festa della Liberazione, ha fatto anche un riferimento al conflitto in corso in Ucraina

Per il 77esimo anniversario della Liberazione, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto la corona d’alloro all’Altare della Patria a Roma per l’omaggio annuale al Milite Ignoto. Poi è andato ad Acerra dove ha ricordato i martiri della città, i cittadini combattenti che furono uccisi dai nazisti, con un riferimento alla situazione dell'Ucraina: "La Resistenza è chi si oppone a un'invasione straniera"
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Alla cerimonia all'Altare della Patria, hanno partecipato la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, il vice-presidente della Camera, Ettore Rosato, e il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato
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Presenti anche il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti
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Il capo dello Stato ha deposto una corona d'alloro e poi osservato un minuto di raccoglimento. In occasione dell'incontro del 22 aprile con gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma, Mattarella ha spiegato che il 25 aprile assume un significato più ampio quest'anno
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“Nella ricorrenza della data che mise fine alle ostilità sul territorio italiano, viene un appello alla pace - ha detto Mattarella il 22 aprile - alla pace non ad arrendersi di fronte alla prepotenza. Fu un'esperienza terribile che sembra dimenticata, in queste settimane, da chi manifesta disinteresse per le sorti e la libertà delle persone, accantonando valori comuni su cui si era faticosamente costruita, negli ultimi decenni, la convivenza pacifica tra i popoli”
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Ad accezione delle mascherine indossate dai presenti, dopo due anni la celebrazione per la Festa della Liberazione ha ritrovato una sua normalità: Mattarella è stato salutato dalle Forze Armate in picchetto d'onore

A causa del Covid, nel 2021 la deposizione delle corona d'alloro all'Altare della Patria si era svolta a ranghi ridotti, mentre due anni fa, in pieno lockdown, Mattarella andò da solo. Assente quest'anno il presidente del Consiglio Mario Draghi a causa del Covid-19

Sulla scalinata dell'Altare della Patria anche i Corazzieri, la guardia presidenziale

Mattarella, all'arrivo, ha salutato la presidente del Senato, Elisabetta Casellati e il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato. Al termine della cerimonia ha invece rivolto un saluto agli esponenti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma

Il saluto tra il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Al termine della cerimonia il capo dello Stato è stato applaudito da decine di curiosi che erano in piazza Venezia, chiusa al traffico per l'occasione

Mattarella si è poi spostato ad Acerra (Napoli), città medaglia d'oro al merito civile “che fu profondamente segnata dai combattimenti e dalle rappresaglie delle truppe naziste". Qui, tra il primo e il 3 ottobre del 1943, contadini e famiglie si mobilitarono contro le deportazioni di alcuni uomini da parte delle truppe nazifasciste. La repressione da parte dei tedeschi fu feroce con circa 90 vittime accertate tra uomini, donne e bambini: il più piccolo, Gennaro Auriemma, aveva solo un anno

Acerra fu messa a ferro e fuoco. Un martirio riconosciuto nel 1999 con il conferimento della medaglia d'oro al merito civile. Al suo arrivo al Castello dei Conti, Mattarella è stato accolto dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio e dal ministro per il Mezzogiorno Mara Carfagna. Dalla folla, che lo ha atteso in piazza Castello, applausi e incitamenti. Tra i rappresentanti delle istituzioni presenti anche il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi

Alla cerimonia nel castello dei Conti il presidente Mattarella è stato accolto dal sindaco della città, Raffaele Lettieri, e il vescovo monsignor Antonio Di Donna. Il Capo dello Stato ha detto: "Onorando i tanti martiri di Acerra, desidero ricordare tutti i combattenti, tutte le vittime delle rappresaglie e gli uomini e le donne coraggiose che, in ogni parte d'Italia, perdettero la vita per opporsi alla barbarie scatenata dalla furia nazifascista"

"La storia della nostra libertà - ha continuato Mattarella - è stata scritta da loro, la nostra Costituzione democratica è nata dal loro sacrificio"

"La decisione della popolazione di Napoli, della Campania e di tante altre città del Sud, di insorgere contro l'ex alleato, trasformatosi in barbaro occupante, fu una reazione coraggiosa e umana, contro la negazione stessa dei principi dell'umanità. E oggi c'è tra gli storici - ha affermato - concordia nell'assegnare il titolo di resistente a tutti coloro che, con le armi o senza, mettendo in gioco la propria vita, si oppongono a una invasione straniera, frutto dell'arbitrio e contraria al diritto, oltre che al senso stesso della dignità"

"Nelle prime ore del 24 febbraio siamo stati raggiunti dalla notizia che le Forze armate russe avevano invaso l'Ucraina - ha ricordato il Capo dello Stato - entrando nel suo territorio. Come tutti, quel giorno, ho avvertito un pesante senso di allarme, di tristezza, di indignazione. A questi sentimenti si è affiancato il pensiero agli ucraini svegliati dalle bombe. E, pensando a loro, mi sono venute in mente queste parole: 'Questa mattina mi sono svegliato e ho trovato l'invasor'. Sappiamo tutti da dove sono tratte queste parole. Sono le prime di Bella ciao"

"Questo tornare indietro della storia - ha evidenziato Mattarella - rappresenta un pericolo non soltanto per l'Ucraina ma per tutti gli europei. Avvertiamo l'esigenza di fermare subito, con determinazione, questa deriva di guerra prima che possa ulteriormente disarticolare la convivenza internazionale, prima che possa tragicamente estendersi. Questo è il percorso per la pace, per ripristinarla; perché possa tornare a essere il cardine della vita d'Europa. Per questo diciamo convintamente: viva la libertà, ovunque. Particolarmente ove sia minacciata o conculcata"