Il Giornale d'Italia festeggia 123 anni e inaugura i nuovi uffici a Milano

Lombardia

Fondato nel 1901 da Sidney Sonnino e Antonio Salandra, con la direzione di Alberto Bergamini, già redattore del Corriere della Sera, il quotidiano festeggia l'importante traguardo oggi, 18 novembre, nei nuovi uffici di Palazzo Nerino a Milano, in Via San Maurilio 13, ripercorrendo alcune delle tappe più significative e importanti della storia del nostro Paese

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Un traguardo significativo. E' quello che festeggia il Giornale d’Italia per i suoi 123 anni di vita, oggi nei nuovi uffici di Palazzo Nerino a Milano, in Via San Maurilio 13, ripercorrendo alcune delle tappe più significative e importanti della storia del nostro Paese. Il giornale venne fondato nel 1901 da Sidney Sonnino e Antonio Salandra, con la direzione di Alberto Bergamini, già redattore del Corriere della Sera. Il suo primo direttore espresse chiaramente la linea da seguire nel primo numero, uscito il 16 novembre del 1901: “Lavoreremo alla conciliazione degli animi, a ravvivare i sentimenti di solidarietà fra tutti gli ordini cittadini, a rialzare le condizioni morali ed economiche delle classi più disagiate, da cui dipende per tanta parte l'avvenire d'Italia” (Anno I, n° 1, 16-17 novembre 1901).

La storia del quotidiano

A partire da quel momento il quotidiano ha raccontato l’Italia per oltre un secolo, due guerre mondiali e relativi dopoguerra, periodi bui e di crisi e fasi di rinascita, crescita, fiducia, energia e passione, sempre proteso verso il futuro. Il Giornale d'Italia è oggi un quotidiano nazionale d’informazione di matrice liberale e senza schieramenti ideologici che si fonda sui numeri e sui fatti, con notizie, anteprime, esclusive, approfondimenti, retroscena e commenti. Il tutto, riportato nella sua missione: “Far progredire la società e l’impresa tramite un’informazione libera e indipendente, non schierata politicamente, basata sui numeri e sui fatti e non sulle opinioni, con approccio critico, cultura del dubbio e visione d’insieme, con toni moderati, in continuità con i principi della fondazione de Il Giornale d’Italia”. Nel tempo numerosi editorialisti hanno arricchito l’informazione e la forza de il Giornale d’Italia, da Benedetto Croce a Luigi Pirandello, da Giovanni Pascoli ad Antonio Fogazzaro, a Vilfredo Pareto e Gabriele D’Annunzio. Ma fu Benedetto Croce, sulle colonne della storica Testata a parlare di “Libertà, innanzi tutto e sopra tutto” – 10 Agosto 1943 – tracciando una direzione chiara e netta alla linea editoriale del giornale. Oggi il quotidiano ha raggiunto oltre 3 milioni di lettori, di qualità, a livello nazionale; una readership composta da imprenditori, manager, professionisti, decisori e influenzatori di scelte politiche, economiche, di investimento e di acquisto, oltre che 2 milioni di follower sui vari canali social. 

Un traguardo importante

“Oggi celebriamo un anniversario straordinario e un traguardo importante che ci proietta verso il futuro: Il Giornale d’Italia spegne 123 candeline e continua nella sua missione di tutela dei valori di base della nostra società, in primis la libertà, il lavoro, l’impresa, l’efficienza dello Stato e la cooperazione internazionale, con metodo e impegno, tramite una rigida analisi dei numeri e dei fatti, utilizzando toni moderati", ha sottolineato Luca Greco, direttore de Il Giornale d’Italia. "In 123 anni il mondo è cambiato radicalmente, l’avvento della tecnologia ha fatto si che l’informazione corresse sempre più veloce, ma ciò che non si è mai eroso con il passare del tempo è la necessità di ricercare la verità e raccontare i fatti distinguendo le notizie dalle opinioni, in un mondo sommerso da informazioni spesso false o manipolate, senza mai sbianchettare". 

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