Caso Alberto Genovese, gip di Milano boccia richiesta dei pm per processo immediato

Lombardia

La richiesta dell'aggiunto Mannella e dei pm Stagnaro e Filippini riguardava i due episodi di violenza sessuale avvenuti lo scorso ottobre a Milano e lo scorso luglio a Ibiza

Il gip di Milano Tommaso Perna ha respinto la richiesta di processo con rito immediato avanzata dalla Procura nei confronti dell'imprenditore del web Alberto Genovese, in carcere dal 6 novembre. La richiesta dell'aggiunto Mannella e dei pm Stagnaro e Filippini riguardava le imputazioni di violenza sessuale aggravata, detenzione e cessione di stupefacente, sequestro di persona e lesioni legate all'episodio del 10 ottobre avvenuto a Milano ai danni di una 18enne. E l'accusa di violenza sessuale, sempre con cessione di droga, ai danni di una ragazza di 23 anni per l'episodio avvenuto invece a Ibiza il 10 luglio.

Le indagini

I pm avevano chiesto il rito immediato, e quindi di portare il 43enne a processo saltando l'udienza preliminare, anche se deve essere ancora depositata una perizia fonica, richiesta dai legali difensori Luigi Isolabella e Davide Ferrari e disposta dal gip nelle scorse settimane. Secondo la difesa, gli accertamenti sugli audio delle telecamere interne dell'attico dell'imprenditore dovrebbero provare che la ragazza, secondo l'accusa stordita da alcol e droghe, poi sequestrata e seviziata per ore, avrebbe acconsentito a quanto accaduto.

Gip: "Occorre attendere sviluppo indagini"

Il gip di Milano Tommaso Perna nel provvedimento sottolinea che sul "quadro indiziario" sulla presunta violenza ai danni della 18enne dello scorso ottobre "occorre necessariamente attendere lo sviluppo delle indagini e, in particolare, gli esiti della perizia fonica attualmente in fase di svolgimento". E ciò anche se al momento su quel fatto contestato gli elementi di prova sono comunque "integri", dato che la 18enne era "totalmente incosciente" quando avrebbe subito gli abusi. E la tesi difensiva di una eventuale "contrattazione" o "accordo economico", che sarebbe avvenuto l'11 ottobre, "anche ove provata, per avere efficacia scriminante" deve, comunque, tenere in considerazione che la ragazza il 10 ottobre era in "stato di incoscienza". Lo stesso gip ha stabilito che l'imprenditore deve restare in carcere perché ci sono ancora pericoli di reiterazione del reato e di fuga.

Il giudice segnala anche che nell'imputazione di violenza sessuale di gruppo, contestata all'ex 'mago' delle start up e alla sua fidanzata in relazione all'episodio di Ibiza, non è stato approfondito correttamente l'eventuale ruolo dell'ex compagna dell'imprenditore (indagata ma non arrestata), sulle cui responsabilità ci sono "seri dubbi". A questo punto, la procura dovrà attendere l'esito degli accertamenti (a Genovese sono anche contestate altre presunte violenze per le quali, però, non è stato arrestato), chiudere le indagini e chiedere il rinvio a giudizio e a quel punto, davanti al gup, Genovese potrebbe anche chiedere l'abbreviato.

 

Una immagine di Alberto Genovese, l'imprenditore delle start up in cella da venerdì scorso con l'accusa di aver stuprato, dopo averla stordita con un mix di droghe, una 18enne nel suo attico di Milano.
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