Dopo la liberazione avvenuta lo scorso 9 maggio la ragazza è stata oggetto di critiche e pesanti attacchi sui social network per la sua conversione alla religione musulmana
Il profilo Facebook di Silvia Romano (CHI E'), la cooperante rapita nel novembre del 2018 in Kenya e rientrata ieri nella sua casa a Milano, non è più visibile. La ragazza, liberata lo scorso 9 maggio, è stata oggetto di critiche e pesanti attacchi sui social network per la sua conversione alla religione musulmana (L'ARRIVO A CIAMPINO - FOTO - IL SUO DIARIO IN MANO AI CARCERIERI - L'ARRIVO A CASA A MILANO). Il suo profilo esiste ancora ma con un livello maggiore di privacy che rende più difficile la ricerca per chi non è suo amico o amico dei suoi amici. Non viene più aggiornato dal novembre 2018, ovvero da quando è stata rapita. Sugli insulti comparsi sui social la procura di Milano ha aperto un'inchiesta. Nell'ambito delle indagini, nel pomeriggio la ragazza è stata sentita dal responsabile dell'antiterrorismo di Milano, Alberto Nobili, poi è rientrata a casa accompagnata dalla madre.
La madre: "Chiunque tornerebbe convertito"
"Come vuole che stia? Provate a mandare un vostro parente due anni là e voglio vedere se non torna convertito". Lo ha affermato la madre della giovane uscendo con il cane dalla sua casa in via Casoretto. "Usate il cervello", ha aggiunto la signora rientrando e ribadendo di non voler rilasciare altre dichiarazioni. "Vogliamo stare in pace, abbiamo bisogno di pace".
Il padre: "Sorriso non vuol dire che stia bene"
"Mia figlia sta come una che è stata prigioniera per diciotto mesi", ha dichiarato a Radio Capital Enzo Romano, il padre di Silvia. A proposito del sorriso mostrato dalla figlia al suo arrivo in Italia e a Milano il padre ha commentato: "Non è che se uno sorride sta benissimo, non confondiamo il sorriso con la capacità di reagire per rimanere in piedi dignitosamente da una situazione di cui si è preda e che ti porta poi ad andare nella depressione più totale. Meno male che ha un po' di palle e cerca di reagire, ma è la sopravvivenza. Noi vogliamo stare in pace - ha concluso -, abbiamo una ragazza da proteggere, abbiamo bisogno solo di ossigeno".