Tifoso morto, disposto il processo immediato per 6 ultrà arrestati. Gip: “Prova evidente”

Lombardia

Il giudice ha fissato la data per il prossimo 3 aprile, anche se tutte le difese nei prossimi giorni dovrebbero chiedere di accedere a riti alternativi, come l'abbreviato o il patteggiamento 

Il Gip di Milano Guido Salvini ha accolto la richiesta della Procura e ha disposto il processo con rito immediato, e senza dunque la fase dell'udienza preliminare, per i primi sei arrestati con l'accusa principale di rissa aggravata nell'inchiesta sugli scontri del 26 dicembre prima della partita Inter-Napoli nei quali è morto, dopo essere stato investito, l'ultrà Daniele Belardinelli.

Il Gip: “Prova evidente”

Il giudice nel decreto chiarisce che "risultano integrate le condizioni in cui per legge è subordinato il giudizio immediato" e, in particolare, "la prova" a carico degli imputati "deve considerarsi 'evidente'". Il decreto in particolare riguarda i tre ultrà interisti Luca Da Ros, Francesco Baj e Simone Tira che vennero arrestati il 28 dicembre, due giorni dopo la guerriglia in via Novara. E poi ancora Piovella che finì in carcere il 31 dicembre, anche a seguito delle dichiarazioni davanti al Gip rilasciate da Da Ros, che ha collaborato poi anche con i Pm ed è stato scarcerato, ottenendo i domiciliari. Sempre grazie ai verbali di Da Ros, oltre che alle immagini acquisite dalla Digos, è finito in carcere, lo scorso 17 gennaio, anche Ciccarelli assieme all'ultrà del gruppo di estrema destra 'Blood and Honor' della curva varesina Alessandro Martinoli. Per tutti e sei gli arrestati le imputazioni del processo sono di rissa aggravata dalla morte del tifoso Daniele Belardinelli, lesioni nei confronti di quattro ultras napoletani e lancio di oggetti pericolosi. A Ciccarelli è contestata anche la violazione di un Daspo. I sei imputati, tra l'altro, sono accusati, così come tutti gli oltre 30 indagati nell'inchiesta, di omicidio volontario, ma l'accusa non fa parte di questo processo. Sul fronte dell'investimento di Belardinelli da parte di una o due auto degli ultras napoletani, infatti, le indagini sono ancora in corso. Dal decreto, inoltre, risulta, tra le altre cose, che Martinoli, il quale aveva già confessato di aver colpito con una coltellata un ultrà napoletano, nei giorni scorsi è stato di nuovo interrogato dal Gip.

Fissata data del processo

Il giudice ha fissato la data del processo per il prossimo 3 aprile, anche se tutte le difese, nei prossimi giorni, dovrebbero presentare le istanze per chiedere di accedere a riti alternativi, come l'abbreviato o il patteggiamento, e dunque verrà fissata un'altra data per il procedimento davanti a un Gup. La richiesta di immediato avanzata dai Pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri, coordinati dall'aggiunto Letizia Mannella, accolta dal Gip, riguardava, tra gli altri, il presunto capo dei Boys nerazzurri Marco Piovella detto 'il Rosso' e lo storico capo dei Viking interisti Nino Ciccarelli.

Le telefonate a un un’utenza francese

Nella notte tra il 26 e il 27 dicembre scorso, dopo gli scontri tra ultrà prima della partita Inter-Napoli, Marco Piovella detto 'il Rosso', ritenuto il capo dei Boys della curva interista, avrebbe parlato a lungo "con un'utenza francese", ossia probabilmente con un ultrà del Nizza, tifoseria gemellata a quella nerazzurra. È un dato che emerge, ed era anche già presente in precedenza negli atti, dal decreto di giudizio immediato firmato dal Gip di Milano Guido Salvini su richiesta della Procura per i primi sei ultras arrestati, tra cui Piovella, accusato di essere uno degli organizzatori dell'agguato "in stile militare". Tra gli atti e le fonti di prova, infatti, il Gip ha inserito anche il "tabulato telefonico" dell'utenza in uso a Piovella "attestante la ricezione di una telefonata alle ore 00.08 del 27 dicembre" della "durata di 83 secondi dall'utenza francese", richiamata poi "da Piovella alle ore 1.34 con una conversazione di 150 secondi".

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