Fisco, dal Pos collegato alla cassa ai pignoramenti più rapidi: le novità da gennaio 2026
EconomiaIntroduzione
La lotta all'evasione si arricchisce di un nuovo strumento. Arriva infatti l'obbligo di collegamento tra i registratori di cassa telematici e gli strumenti di pagamento elettronico, come i Pos, per le operazioni effettuate dal primo gennaio 2026.
Sempre per quanto riguarda il Fisco, vengono introdotte novità sulla liquidazione Iva e sui pignoramenti presso terzi. Vediamo questi cambiamenti nel dettaglio
Quello che devi sapere
Il provvedimento dell'Agenzia
La misura è stata introdotta dalla legge di Bilancio dello scorso anno. Due mesi fa, a fine ottobre 2025, l'Agenzia delle entrate - con un provvedimento firmato dal direttore - ha definito le regole che gli esercenti devono seguire per abbinare terminali Pos o altri strumenti di pagamento elettronico e registratori telematici. La soluzione adottata, frutto del confronto con le associazioni di categoria, non prevede un collegamento fisico ma l'utilizzo di un servizio online ad hoc messo a disposizione in area riservata sul sito dell'Agenzia.
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L'associazione nell'area riservata
Per effettuare il collegamento tra Pos e registratori telematici, l'esercente - anche tramite intermediario - deve accedere alla propria area riservata sul sito dell'Agenzia delle entrate e associare la matricola del registratore telematico già censito in Anagrafe Tributaria ai dati identificativi degli strumenti di pagamento elettronico di cui risulta titolare.
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Una procedura semplificata
Per agevolare l'inserimento, la procedura esporrà all'esercente l'elenco degli strumenti di pagamento elettronico, di cui risulta titolare, che gli operatori finanziari hanno preventivamente comunicato all'Agenzia delle entrate. Nel caso in cui la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi giornalieri siano effettuate non tramite un registratore telematico ma utilizzando la procedura web dell’Agenzia, il collegamento potrà essere realizzato all'interno della stessa procedura.
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La memorizzazione dei dati
Il provvedimento dell'Agenzia delle entrate stabilisce poi che la memorizzazione dei dati dei pagamenti elettronici debba essere effettuata mediante gli strumenti di certificazione dei corrispettivi, registrando al momento dell’effettuazione dell’operazione e riportando nel documento commerciale, le forme di pagamento e il relativo ammontare. Tali dati sono trasmessi telematicamente in forma aggregata su base giornaliera all’Agenzia con le modalità e le regole tecniche già operative, mediante la trasmissione dei corrispettivi telematici giornalieri.
Quando registrare i Pos sul portale
I nuovi Pos attivati o modificati dovranno essere registrati sul portale dell'Agenzia delle entrate tra il 6° giorno del secondo mese successivo all'attivazione e l'ultimo giorno lavorativo dello stesso mese. Ad esempio, un Pos attivato a febbraio 2026 va associato tra il 6 e il 30 aprile 2026. Per gli operatori del settore è importante verificare per tempo la compatibilità dei propri dispositivi e coordinarsi con i fornitori di servizi di pagamento, così da arrivare pronti all'appuntamento le nuove regole operative.
Per gli strumenti già in uso
Per gli strumenti di pagamento già in uso al primo gennaio 2026 o utilizzati tra l’1 e il 31 gennaio 2026 è previsto un termine di 45 giorni a partire dalla messa a disposizione del servizio online per completare la registrazione.
La stretta anti-evasione
L’Agenzia delle entrate potrà quindi incrociare gli scontrini emessi con i pagamenti ricevuti tramite Pos. L'obiettivo è chiaro: controllare scontrini fiscali registrati e incassi elettronici tracciati con carte o bancomat, rendendo più difficile la mancata emissione dello scontrino e garantendo maggiore trasparenza nei flussi di denaro.
La liquidazione dell'Iva
Non solo incrocio Pos-scontrini. Dal 2026 arriva anche una sorta di "liquidazione sprint" dell'Iva, come spiega il Messaggero. Supponiamo che ci sia un contribuente che non presenti la dichiarazione. Qui entra in gioco l'Agenzia delle entrate, che potrà usare i dati delle fatture elettroniche e degli scontrini per calcolare l'imposta dovuta. In caso di mancata risposta entro 60 giorni, spiega ancora il quotidiano, l'imposta verrà iscritta a ruola con una sanzione del 120%.
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Il "pignoramento sprint"
Non solo "liquidazione sprint" dell'Iva. La Manovra 2026 introduce anche una sorta di "pignoramento sprint". Cosa vuole dire? Come spiega il Messaggero, la Riscossione avrà accesso ai dati di fatturazione elettronica. In questo modo, il Fisco è in grado di individuare i clienti delle imprese debitrici, con l'obiettivo di attivare un pignoramento rapido presso terzi. In pratica, per regolarizzare la posizione fiscale, possono essere bloccati i pagamenti in arrivo dal cliente prima ancora che arrivino sul conto corrente dell'impresa debitrice.
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La lotta all'evasione
Recentemente il viceministro all’Economia Maurizio Leo è tornato a parlare della Manovra, e in particolare della lotta al sommerso. Leo ha spiegato che "la fine del reddito di cittadinanza e il rafforzamento delle politiche attive hanno contribuito a portare nel lavoro regolare persone che prima erano inattive o lavoravano in nero. Questo aumenta la compliance e, di conseguenza, le entrate. La pressione fiscale cresce quindi al crescere dell’occupazione anche per effetto dell’economia non osservata". Per quanto riguarda la lotta all'evasione, Leo ha detto che "nel 2024 il recupero complessivo dell’evasione ha raggiunto 26,3 miliardi, di cui 22,8 miliardi da attività ordinarie di controllo e 3,5 miliardi da misure straordinarie".
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