Fisco, il piano anti-evasione: cosa sono e come funzionano i controlli "sprint"

Economia
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Introduzione

Il nuovo direttore dell'agenzia delle Entrate e dell'agenzia delle Entrate-Riscossione (Ader) Vincenzo Carbone ha disegnato il quadro di un Fisco del futuro che punterà su controlli sprint quadruplicati, più lettere e blitz soft. In un’intervista a Il Sole 24 Ore, il nuovo numero 1 del Fisco ha delineato punto per punto la strategia per contrastare gli evasori. “Dobbiamo essere proattivi e propositivi, senza aver paura di mettere in discussione prassi consolidate. Insomma, un'Agenzia sempre più orientata a trovare soluzioni ai problemi che i contribuenti le sottopongono. Anche per non arrivare al contenzioso, che è una sconfitta per tutti”, ha detto.

Quello che devi sapere

Accessi brevi e collaborazione preventiva

Carbone ha parlato di accessi brevi per cogliere le anomalie prima che si arrivi a un accertamento, di collaborazione preventiva come leva per favorire un rapporto diretto con il contribuente e di concentrare i controlli sulle frodi e sulle gravi violazioni fiscali. Inoltre si va verso la direzione del creare maggiore disponibilità per il contatto diretto, anche con i professionisti, e maggiore uniformità dell’attività interpretativa degli uffici.

 

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L’Agenzia delle Entrate come hub a supporto del Paese

Il direttore ha dichiarato di volere un’agenzia delle Entrate in grado di diventare un vero e proprio hub di servizi per i contribuenti. L’Agenzia, spiega, gestisce oltre 730 miliardi di versamenti l’anno tramite piattaforma F24, una cifra pari a un terzo del Pil nazionale, a cui si aggiungono le consultazioni catastali, il sistema delle fatture elettroniche, completamente gratuito e molti altri servizi. “Sono convinto che è proprio su questo binomio di servizi e collaborazione che dobbiamo continuare a investire”, dice Carbone.

 

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L’aumento dei controlli sprint

Si punta dunque a controlli “sprint”, rapidi e mirati, effettuati direttamente presso la sede del contribuente, non per contestare una violazione già accertata, ma per analizzare sul campo un’anomalia emersa dai dati. L’obiettivo di Carbone sarebbe “consentire ai contribuenti di chiarire la propria posizione” prima che scatti l’avviso di accertamento. “Stiamo investendo sugli accessi brevi - ha spiegato - al 30 giugno 2025 ne abbiamo già effettuati più di 22mila, a fronte dei circa 5.500 del primo semestre 2024. In pratica sono quadruplicati”.

 

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Il concordato preventivo

Alla domanda se il concordato preventivo possa aiutare a far emergere redditi sommersi? Il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha sottolineato che “considerato che ci sono 2,9 milioni di soggetti Isa, il concordato preventivo può favorire una maggiore affidabilità e trasparenza. Certo, l’istituto va affinato nel tempo, ma può aiutare a far emergere contribuenti che oggi dichiarano redditi inferiori alla loro reale capacità contributiva”.

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Le criticità dell’adesione

Sottolineando che alcuni temono che comunicare dati più trasparenti equivalga a un’autodenuncia, Vincenzo Carbone ha tenuto a chiarire che “l’Agenzia non è una controparte da temere e una corretta disclosure va sempre a vantaggio del contribuente, perché lo rende affidabile agli occhi del fisco”.

Le lettere di compliance

Altro strumento già pilastro dell’azione dell’Agenzia sono le lettere di compliance. Grazie all’incrocio dei dati resi disponibili dalla fatturazione elettronica e dalle banche dati, il Fisco individua le anomalie e invia al contribuente una comunicazione, invitandolo a mettersi in regola spontaneamente con sanzioni ridotte. Lo scorso anno 3 milioni di lettere inviate hanno permesso di incassare 4,5 miliardi di euro, circa un quinto di tutto il recupero ordinario.

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La Cooperative Compliance

Poi c'à la Cooperative Compliance, un adempimento collaborativo a cui possono aderire i contribuenti dotati di un efficace sistema integrato di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale. L’istituto è basato su un costante dialogo con il Fisco volto a ridurre il rischio di “errori”. L’obiettivo è fare in modo che aderisca il maggior numero possibile di aziende.

La strategia per evitare il nero nell’edilizia

Alla domanda su come il Fisco pensa di muoversi sul tema del rischio di aumento del nero nell’edilizia con la riduzione dei bonus, Carbone ha evidenziato che da fine 2021 si è avviata una sistematica attività di controllo preventivo sulle comunicazioni di cessione dei crediti relative a interventi edilizi. Un presidio efficace poiché, effettuando il controllo ex ante, elimina in radice la possibilità di evadere. Per esempio a oggi, tramite oltre 92mila istruttorie puntuali, l’Agenzia ha impedito l’uso indebito di crediti per oltre 7,5 miliardi.

 

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