Introduzione
Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi ha segnato nel 2025 una delle dinamiche più favorevoli degli ultimi anni, crollando da quota 120 a poco sopra i 60 punti base. L’esercizio in chiusura passerà agli archivi come quello della riconquistata credibilità del debito pubblico italiano: un elemento che, per chi investe, si è tradotto da un lato nella rivalutazione dei titoli già presenti in portafoglio e dall’altro in un progressivo assottigliamento dei rendimenti offerti dalle nuove emissioni. Ecco cosa sapere in vista del prossimo anno.
Quello che devi sapere
I rendimenti
Il 2026 si preannuncia come una sfida impegnativa per il Tesoro, che dovrà gestire rimborsi e scadenze per un ammontare vicino ai 400 miliardi di euro. “Con la curva dei tassi che tende a irripidirsi, non sarà semplice per il Mef scadenziare le nuove emissioni, soprattutto quelle destinate ai piccoli risparmiatori. Finanziarsi a breve costa meno, finanziarsi a lungo permette di fissare un costo e non pensarci più per anni; quelle intermedie sono forse le più gradite al pubblico indistinto”, ha dichiarato a Repubblica Massimo Maria Gionso, partner di Nextam Partners. Sul fronte dei rendimenti, osserva Gionso, i livelli di riferimento indicano che la scadenza a quattro anni garantisce un ritorno vicino al 2,5%, mentre il tratto a otto anni della curva si colloca attorno al 3,3%. In uno scenario in cui l’inflazione dovesse mantenersi sui valori recenti, intorno all’1,5%, questi tassi si tradurrebbero in guadagni reali effettivi, considerando anche la tassazione del 12,5% applicata alle plusvalenze.
Per approfondire: Btp, nel primo trimestre 2026 emissioni per almeno 38 miliardi: calendario e cosa sapere
Cosa succede nei primi mesi del 2026
Da metà gennaio il Tesoro avvia una serie di collocamenti: i BOT inaugurano il calendario con due appuntamenti ravvicinati, mentre le emissioni a medio e lungo termine si distribuiscono tra la seconda e la quarta settimana del mese. Spazio anche ai BTP Short e ai titoli legati all’inflazione europea, inseriti a ridosso della fine di gennaio. A febbraio e marzo si accelera e sarà un passaggio determinante per valutare la solidità del mercato. Un vero e proprio banco di prova dell’anno sul fronte della raccolta.
Per approfondire: Mef: "In 10 mesi 12,8 miliardi di entrate dalla lotta all'evasione"
Nel 2026 emissioni a medio-lungo per 350-360 miliardi
Nel 2026 "si prevedono emissioni lorde complessive di titoli a medio-lungo termine in un intervallo compreso tra i 350 ed i 365 miliardi di euro, sostanzialmente in linea rispetto al 2025". La stima, contenuta nelle Linee guida di gestione del debito pubblico, tiene conto dei prestiti del pacchetto Ngeu e dell'attività di gestione delle disponibilità di cassa, e arriva dopo emissioni nel corso del 2025 di titoli a medio-lungo termine "per un totale di circa 380 miliardi di euro".
Il piano del Mef
Per l’anno prossimo il Tesoro prevede emissioni nette, cioè al netto di quelle necessarie a rifinanziare titoli che giungono a scadenza, negative per i Btp a 3 e 5 anni e per i 15 e 30 anni, e invece positive per i sette e dieci anni e per il 50 anni oltre che per il Btp Short Term. Sempre nel 2026 il Mef "continuerà a proporre" titoli retail per "consolidare il coinvolgimento di questa platea di investitori" "dopo "l'ottimo riscontro" dei mesi passati.
Il possibile arrivo dei BTP Valore, dei BTP Italia e dei BTP Green
Per quanto riguarda l’offerta destinata ai piccoli risparmiatori, sono attese nuove tranche di BTP Valore, strumenti che si distinguono per una struttura a cedole crescenti nel tempo, più contenute nella fase iniziale e via via più generose negli anni successivi, oltre che per un bonus di fedeltà riconosciuto a chi sottoscrive il titolo in collocamento e lo mantiene fino alla naturale scadenza. Non è escluso, inoltre, che il prossimo anno possa essere arricchito anche da una nuova emissione di BTP Italia, obbligazione di medio-lungo periodo indicizzata all’andamento dell’inflazione domestica, di cui giunge a scadenza un titolo per 6,45 miliardi. Le Linee guida del Mef prevedono poi "l'ulteriore sviluppo del comparto dei BTP Green attraverso un volume complessivo di emissioni utile a favorire la liquidità dei singoli titoli e le necessità degli investitori specializzati Esg".
Nel 2026 possibili riaperture dei Btp a 50 anni
Nel 2026 "per il BTP a 50 anni, qualora se ne ravveda l'opportunità e a seguito di approfondite analisi di mercato, il Tesoro si riserva la possibilità di riaprire i titoli esistenti sia tramite asta ordinaria sia attraverso sindacato di collocamento”. Le emissioni recenti di Btp a cinquant'anni della Repubblica italiana sono due, il BTP marzo 2072 lanciato tramite sindacato di banche nella primavera del 2021 e il marzo 2047 lanciato nel 2017, la prima emissione in assoluto con questa scadenza. Nel 2026 il Tesoro "prevede emissioni lorde sul tratto a lungo termine della curva BTP in linea con quelle del 2025" ma considerando le scadenze sui 15 e 30 anni per complessivi 31,6 miliardi, "si stimano emissioni nette negative".
Per approfondire: Prezzo argento, quotazione sopra i 60 dollari l'oncia: le ragioni di questa impennata