Introduzione
I recenti tagli del governo sui bonus per i lavori negli immobili potrebbero interessare circa 10 milioni di abitazioni "non principali", se soggette a ristrutturazioni, piccola manutenzione o sostituzione degli infissi (ma anche l’installazione di condizionatori con pompa di calore). Ma questo potrebbe far lievitare il rischio di evasione fiscale. Lo spiegano le statistiche del dipartimento delle Finanze dell’Agenzia delle Entrate, visionate da Il Sole 24 Ore.
Quello che devi sapere
Il numero delle abitazioni
Emerge che le abitazioni residenziali locate sono circa 3,6 milioni, e che quelle concesse in uso gratuito sono meno di 800mila. Le case a disposizione del proprietario sono 5,7 milioni. Sommando tutto si supera di poco quota 10 milioni, come detto. Questo è il numero di abitazioni, su un totale di quasi 33 milioni di immobili, che dovranno tornare a usufruire del 36% di bonus per molti lavori.
Per approfondire: Bonus condizionatore, dagli interventi alle tipologie ammesse: le regole per il 2025
Come sono cambiati gli sconti
Per la “prima casa” lo sconto fiscale sale al 50% (al posto del 36%) per le spese sostenute quest’anno e al 36% (anziché 30%) per quelle affrontate negli anni 2026 e 2027. La detrazione resta quella più elevata anche se l’immobile è adibito a dimora abituale di un familiare del contribuente (coniuge, parente entro il terzo grado e affini entro il secondo). Per usufruire dell’agevolazione maggiorata, che spetta anche per gli interventi realizzati sulle pertinenze, come garage e cantine, è necessario che l’immobile venga adibito a prima casa alla fine dei lavori. Vale per Bonus ristrutturazioni, Ecobonus e Sismabonus
Il quadro nel 2025
Nel 2025, continueranno a essere incentivati nell’ambito dell’Ecobonus e del bonus ristrutturazioni gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale maggiormente in linea con le esigenze di tutela dell’ambiente. I benefici fiscali si applicano infatti ai microcogeneratori (anche se alimentati da combustibili fossili), ai generatori a biomassa, alle pompe di calore ad assorbimento a gas e ai sistemi ibridi che integrano pompa di calore e caldaia a condensazione. Dal 2025, invece, non saranno più previsti incentivi per la sostituzione di impianti di riscaldamento invernale con caldaie a condensazione e con i generatori d’aria calda a condensazione, alimentati a combustibili fossili, in linea con la Direttiva UE 2024/1275. In questo caso, restano comunque detraibili le spese sostenute entro il 31 dicembre 2024, anche se gli interventi saranno completati dopo il 1° gennaio 2025. Lo ha spiegato l’Agenzia delle Entrate con una circolare di giugno.
Perché aumenterebbe il rischio di evasione
Il sistema di bonus ridotti voluto dall’esecutivo riguarda quindi due agevolazioni molto utilizzate, l’Ecobonus e il Bonus ristrutturazioni ordinario. Il sito la Legge uguale per tutti fa un esempio pratico per far capire l’aumento del rischio di evasione. La motivazione principale è che – purtroppo – potrebbe essere più conveniente. La strada legale infatti prevede il pagamento di (per ipotesi) 1000 euro con metodo tracciabile. Lo Stato riconoscerà il 36%, quindi 360 euro restituiti tramite detrazione fiscale in dieci anni (la cifra effettiva sarebbe di 36 euro all’anno). L’evasione invece induce un maggiore guadagno: l’impresa non versa né Iva né imposte, e può offrire un prezzo più basso, con uno sconto di 200 o 250 euro (che corrispondono all’Iva, appunto)
I chiarimenti della circolare sul Superbonus
La circolare fornisce anche alcuni chiarimenti sulla detrazione del 65% delle spese sostenute nel 2025 prevista a favore dei condomìni, delle persone fisiche che realizzano interventi su edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari, delle Organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus), delle Organizzazioni di volontariato (OdV) e delle Associazioni di promozione sociale (Aps). Lo sconto fiscale è infatti riconosciuto a patto che, entro il 15 ottobre 2024, risulti presentata la Cila, sia adottata la delibera assembleare per gli interventi effettuati dai condomini, sia presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo, se gli interventi comportano la demolizione e la ricostruzione degli edifici
Dieci quote annuali
Infine, la circolare ricorda che i contribuenti che hanno sostenuto spese nel 2023 per interventi agevolati potranno scegliere di ripartire la detrazione in 10 quote annuali di pari importo e precisa che la scelta potrà essere effettuata presentando una dichiarazione integrativa entro il 31 ottobre 2025. In caso di maggior debito d’imposta, il versamento potrà essere effettuato senza sanzioni né interessi entro il termine per il versamento del saldo delle imposte relative al 2024
Il commento di Confedilizia
La circolare n.8/E dell'Agenzia delle Entrate, che ha fatto chiarezza in merito alle detrazioni previste per le prime e seconde case, viene accolto con "soddisfazione" da Confedilizia, che ricorda di aver suggerito queste interpretazioni fin dall'approvazione della manovra.
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