Agenzia delle Entrate, pignoramenti “lampo” con i dati delle fatture: le novità in Manovra

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Come previsto nella prima bozza della Legge di bilancio 2026, dal prossimo anno l'ente di riscossione potrà utilizzare i dati delle fatture elettroniche di contribuenti debitori per il pignoramento dei pagamenti da soggetti terzi. Ecco cosa sapere

Quello che devi sapere

La norma nel Ddl Bilancio

Secondo quanto previsto dall’articolo 27 del Ddl Bilancio, per “le attività di analisi mirate all’avvio di procedure esecutive presso terzi” la norma consente di mettere a disposizione dell’agente di riscossione i dati relativi alla “somma dei corrispettivi delle fatture emesse dai debitori iscritti a ruolo e dai loro coobbligati nei sei mesi precedenti a quello in cui i medesimi dati sono messi a disposizione”. 

 

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L'obiettivo

Scopo della misura è in primo luogo quello di velocizzare i tempi nella procedura di recupero crediti. L’Agenzia delle Entrate potrà infatti bloccare direttamente le somme in transito prima che queste arrivino nella disponibilità di un soggetto in Partita Iva con cartelle pendenti.

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Chi può utilizzare i dati delle fatture elettroniche

A poter già avvalersi dei dati sulle fatture elettroniche sono la Guardia di Finanza per le funzioni di polizia economica, l’Agenzia delle Entrate e la Gdf per l'analisi del rischio e l’Agenzia delle Dogane per operazioni di vigilanza e controllo.

Entrate previste per l'erario

Dal potenziamento del recupero di crediti fiscali da parte dell’ente di riscossione, l’erario punta ad incassare in totale oltre 1 miliardo di euro ogni anno.

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Quanti sono ad oggi i pignoramenti presso terzi

Come evidenzia la relazione tecnica che accompagna la Manovra, dei circa 600mila pignoramenti l’anno presso soggetti terzi solo il 22,5% va a buon fine con un incasso medio per l'erario di 10.500 euro.

Incremento della quota di successo

Le nuove regole aspirano invece a raddoppiare al 44,6% la quota di operazioni di successo su almeno un decimo degli interventi, portando di conseguenza un incremento della riscossione pari a 140 milioni di euro l’anno.

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Calcolo Iva

Oltre ad "intercettare" i pagamenti dei debitori prima che li ricevano da soggetti terzi, l’accesso ai dati delle fatture elettroniche consentirà all'Agenzia delle Entrate di calcolare l’Iva anche in caso di mancata dichiarazione. L'emissione delle liquidazioni automatiche dell’imposta potrà avvenire anche tramite l'analisi sui corrispettivi telematici e sulle liquidazioni periodiche.

 

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Avviso e 60 giorni per sanare la posizione

Prima di procedere al calcolo automatico dell'Iva utilizzando i dati delle fatture elettroniche, spetterà all'Agenzia delle Entrate inviare un avviso al contribuente che avrà 60 giorni di tempo per fornire chiarimenti o versare l'imposta ottenendo uno sconto, pari a un terzo, sulla sanzione per omessa dichiarazione Iva. Stando alla relazione tecnica, la misura porterà un maggior gettito di 646 milioni nei primi due anni e 710 milioni nel 2028.

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Blocco dei crediti d'imposta

Sul fronte delle compensazioni indebite, dal 1° luglio del prossimo anno i crediti d'imposta non potranno più essere utilizzati per compensare debiti fiscali o contributivi. Un'eccezione è rappresentata dai crediti frutto di liquidazione dalle imposte. Il blocco include i crediti ceduti a terzi con l'obiettivo di porre un freno alle catene di scambi che negli ultimi anni hanno alimentato le frodi su bonus edilizi e altre agevolazioni. Per i contribuenti con cartelle esattoriali pendenti, cala inoltre da 100mila a 50mila euro la soglia limite per far scattare il blocco automatico delle compensazioni. La relazione tecnica stima per entrambe la misure maggiori entrate per quasi 300 milioni di euro l’anno.

Quando entrerà in vigore

Per quanto riguarda l'attuazione della norma, per l'entrata in vigore servirà uno specifico provvedimento dell’Agenzia da emanare entro tre mesi dall'approvazione della Legge di Bilancio, dunque entro fine marzo 2026.

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Nuova rottamazione

Sempre sul fronte dei debiti col Fisco, la bozza della Manovra per il 2026 prevede infine una nuova rottamazione: la misura consentirà la sanatoria dei carichi affidati agli agenti della riscossione dal primo gennaio 2020 al 31 dicembre 2023 per i mancati versamenti delle imposte o dei contributi previdenziali, con esclusione delle cartelle emesse a seguito di accertamento. Si potrà pagare in unica soluzione entro il 31 luglio del prossimo anno, oppure in 54 rate bimestrali di pari importo: la prima rata a luglio 2026, l'ultima il 31 maggio 2035. Nel caso di pagamento rateale si applicano interessi del 4% annuo.

 

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