Bonus edilizi, anche gli immobili condonati possono usufruire degli sconti. Cosa sappiamo

Economia
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Introduzione

La Manovra amplia la platea di edifici, costruiti inizialmente in modo abusivo poi sanati o condonati, che possono accedere ai bonus edilizi. Il testo prevede che siano ammessi agli interventi di riqualificazione o rigenerazione urbana non solo gli edifici per i quali sia stato rilasciato il titolo edilizio in sanatoria ‘ordinaria’, ma anche quelli che l’hanno conseguito ai sensi dei tre grandi condoni del 1985, 1994 e del 2003. La specifica si è resa necessaria a causa di una serie di sentenze espresse dal Consiglio di Stato e dalla Corte Costituzionale che hanno interpretato in senso restrittivo la definizione di “titolo edilizio in sanatoria”. Questa impostazione ha messo gli edifici condonati fuori dal novero di coloro che sono abilitati a beneficiare degli incentivi che risalgono al decreto Sviluppo del 2011. La Manovra 2026 cerca di correggere la direzione di questa giurisprudenza. 

Quello che devi sapere

Quali immobili condonati potranno accedere ai bonus edilizi

Le agevolazioni come le premialità volumetriche potranno riguardare anche gli immobili sanati con uno dei tre condoni del 1985, del 1994 e del 2003. La novità si inserisce in un contesto fatto soprattutto di conferme per i bonus edilizi, le cui principali agevolazioni dedicate alle ristrutturazioni sono state tutte prorogate di un anno, salvo poche eccezioni.

 

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Il conto termico

Dal 25 dicembre 2025 è attivo il conto termico che punta a trasformare parte degli incentivi in contributi diretti basati sul consumo energetico effettivo, cercando di superare la complessità del monitoraggio tipico delle detrazioni d’imposta. Per i proprietari, questo significa dover valutare con attenzione quale strumento sia più vantaggioso a seconda della tipologia di intervento programmato sulla prima casa o sulle unità immobiliari secondarie.

 

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Come funziona il conto termico

Il Conto Termico 3.0, o nuovo Conto Termico, incentiva interventi di piccole dimensioni per l'incremento dell'efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Nell’agevolazione rientrano interventi come l’installazione di pompe di calore, sistemi ibridi, generatori a biomassa ad alta efficienza, impianti solari termici e il collegamento a reti di teleriscaldamento efficiente.

Per i proprietari di abitazioni private sono previsti contributi non rimborsabili che possono coprire fino al 65 per cento delle spese affrontate, a fronte di lavori mirati a ridurre i consumi energetici e a incrementare la produzione di calore mediante fonti rinnovabili, con benefici estesi anche a imprese e amministrazioni pubbliche.

 

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Come funzionano le agevolazioni

Le detrazioni possono essere al 36% e 50%; per accedere al livello più alto di sconto bisognerà essere proprietari o titolari di un diritto reale di altro tipo sull’immobile ristrutturato e avere all’interno di quell’immobile l’abitazione principale (e, in sostanza, la residenza). 

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A quali bonus si applica lo sconto

Questo schema si applicherà a tre bonus: l’ecobonus per l’efficientamento energetico, applicato a lavori come la sostituzione di infissi o l’installazione di pompe di calore; il bonus ristrutturazioni base, applicato ad esempio a lavori su muratura e impianti; il sismabonus, dedicato alla messa in sicurezza antisismica, anche in versione acquisti.

Il taglio delle detrazioni dal 2027

Anche se le aliquote sono identiche per tutti i bonus, ogni sconto ha il suo sistema di adempimenti con relativi massimali. Per l’ecobonus, per esempio, sarà necessario l’invio della comunicazione all’Enea, mentre il bonus ristrutturazioni richiederà soltanto l’effettuazione di un bonifico parlante collegato a una fattura. Dal 2027, è prevista la riduzione già programmata delle aliquote che passa dal 50% al 36% per le prime case e dal 36% al 30% per le seconde case. 

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Prorogato anche il bonus mobili

Un’altra agevolazioni di cui si può usufruire è quella relativa al cosiddetto bonus mobili che viene prorogato di un anno. Nel 2026 si possono comprare arredi e grandi elettrodomestici con un’agevolazione del 50% con tetto di spesa fino a 5mila euro. La detrazione spetterà a condizione “che gli interventi di recupero del patrimonio edilizio siano iniziati a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto”. Cioè, nel 2026 a partire dal 1°gennaio del 2025. L’aliquota è pari al 50% sia per le prime che per le seconde case. 

Si riduce il bonus barriere architettoniche

Il 31 dicembre 2025 termina il bonus barriere architettoniche. Come riporta il Sole 24 Ore, secondo le stime sarebbero serviti 20 milioni di euro all’anno ma la maggioranza non è riuscita a riconfermarlo. Chi vuole usufruire del bonus barriere architettoniche al 75% dovrà pagare tutto entro la fine dell’anno. Dal 2026 lo sconto scende al 50%.

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Stop al superbonus

La maxi agevolazione introdotta a metà del 2020 termina definitivamente alla fine del 2025. Il superbonus è ancora attivo per un piccolo numero di lavori condominiali ma nella Legge di Bilancio 2026 non sono previste proroghe per chi ha ancora lavori residui in corso. Dal prossimo anno, anche per questi grandi interventi, si applicheranno le aliquote base previste per le ristrutturazioni e l’efficienza energetica.

 

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