Case, l'Italia è il Paese europeo in cui i prezzi sono scesi di più. Ma non per affitti
EconomiaIntroduzione
Il rapporto sull’housing in Europa nel 2025, pubblicato da Eurostat, rivela un trend particolare che l’Italia condivide con Cipro. In questi due Paesi il costo degli immobili è sceso più che nel resto d’Europa tra il 2010 e il 2024. Nello specifico, l’analisi riporta che per quanto riguarda i prezzi delle case, “in totale c’è stato un aumento del 53% tra il 2010 e il 2024” nell’Unione e “ci sono stati aumenti in tutti i Paesi dell’Ue tranne Italia e Cipro”. Lo Stivale condivide invece con gli altri Stati europei l’aumento dei prezzi delle case in affitto, costante negli ultimi anni.
Quello che devi sapere
I dati sui prezzi delle case in Italia
Tra il 2010 e il 2024 i prezzi delle nuove case, ovvero quelle acquistate in edifici appena costruiti, in Italia è salito del 23%. L’incremento è decisamente inferiore alla media europea che si attesta al 56% con punte del 172% in Ungheria, del 145% in Bulgaria e del 137% in Romania. Riguardo ai prezzi delle case riferiti al “mercato delle abitazioni acquistate dalle famiglie”, dal 2010 il valore in Italia è sceso del 5,5%. Nel 2019 il calo aveva raggiunto il -16,6% rispetto al 2010, poi c’è stata una ripresa importante.
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Aumenti dei prezzi in Francia, Spagna, Germania e Portogallo
Restando nelle vicinanze dell’Italia, sono da segnalare gli incrementi in alcuni importanti Paesi. Tra il 2010 e il 2024, i prezzi delle abitazioni sono aumentati in Francia del 26,7%, in Spagna del 19% e in Germania del 76,4%. Ancora più grande l’aumento in Portogallo, con i costi leggermente raddoppiati (+109%), soprattutto negli ultimi anni pre-pandemici, con diverse misure per incentivare gli arrivi permanenti nel Paese.
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L’aumento degli affitti
La situazione è decisamente diversa per quanto riguarda gli affitti, che hanno registrato un costante aumento dei prezzo tra il 2010 e il 2024. Nel rapporto si legge che si è calcolato un rincaro “in tutti i Paesi, tranne la Grecia (-16%). I maggiori aumenti sono stati registrati in Estonia (+208%), Lituania (+177%), Irlanda (+108%) e Ungheria (+107%)”. In Italia, la crescita è stata del 14%, di poco inferiore a quella media europea ma in linea con quella di Francia (+13,8%), Spagna (+10,3%) e Germania (+23,1%).
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Che tipo di casa si predilige
Dal rapporto Eurostat emerge una preferenza per l’acquisto della propria abitazione di residenza, rispetto all’affitto, anche se la situazione è diversa da Paese a Paese. Riguardo alla media europea, nel 2024 il 68% dei cittadini viveva in una casa di proprietà e solo il 32% è in locazione. Le percentuali più elevate di proprietà sono in Romania (il 94%), Slovacchia (93%), Ungheria (92%) e Croazia (91%). Tra i Paesi Ue, quelli in cui è più comune l’affitto sono Germania (53%), seguita da Austria (46%) e Danimarca (39%).
Casa o appartamento?
Anche riguardo alla preferenza tra casa o appartamento, i dati differiscono non solo in base alla nazione, ma anche rispetto al se si vive in una città, in un paese, in una periferia o in una zona rurale. Nell'UE, nel 2024, il 51% della popolazione viveva in una casa, mentre il 48% in un appartamento (e l'1% in altri alloggi, come case galleggianti e furgoni). Le case sono più comuni in due terzi dei paesi dell'UE.
L'Irlanda (90%) ha registrato la quota più alta di popolazione che vive in una casa, seguita da Paesi Bassi e Belgio (entrambi al 77%) e Croazia (76%). Le quote più elevate di appartamenti sono state osservate in Spagna (65%), Lettonia (64%) e Malta (63%).
Città e periferia
Nelle città, il 73% della popolazione dell'UE viveva in un appartamento e il 27% in una casa. Nelle periferie, la percentuale di persone che vivevano in una casa era del 57% e quella di persone che vivevano in un appartamento era del 43%, mentre nelle zone rurali l'83% della popolazione viveva in una casa e solo il 16% in un appartamento.
Il sentirsi discriminati nella ricerca della casa
Un dato interessante riguarda la sensazione di essere discriminati quando si sta cercando una casa. La media Ue nel 2024 è bassa, intorno al 6% analizzando gli ultimi 5 anni. I paesi in cui la percentuale di chi ha ammesso di essersi sentito discriminato almeno una volta è più alta sono la Spagna e la Slovenia (entrambe al 9%). Quelli in cui il dato è più basso, sotto l’1%, sono Croazia, Ungheria, Italia e Romania.
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