Manovra 2026, inammissibili 105 emendamenti: da Mes a detassazione contratti

Economia
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Introduzione

Sono 105 in totale gli emendamenti (o parte di essi) alla Legge di Bilancio segnalati che sono stati dichiarati inammissibili dalla presidenza della commissione Bilancio del Senato. Ecco di seguito una selezione di quelli che non hanno superato lo screening: dal Mes alla detassazione dei contratti fino al piano casa.

Quello che devi sapere

Mes

Risulta non ammissibile per copertura, al momento, l'emendamento alla Manovra segnalato dalla Lega che prevedeva di incrementare di 5 miliardi per ciascuno degli anni dal 2026 al 2028 il fondo per la riduzione della pressione fiscale utilizzando a copertura la cessione di quote del Mes. Il senatore della Lega Claudio Borghi che l'ha presentato punta su una riformulazione.

 

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Detassazione dei contratti

Salta l'emendamento presentato da FdI che allargava la detassazione sui rinnovi contrattuali. La proposta segnalata è stata giudicata inammissibile tra quelle prive di adeguata copertura. La nuova norma finalizzava l'agevolazione ai contratti sottoscritti da sindacati e associazioni più rappresentativi e prevedeva la validità dell'imposta sostitutiva del 5% per i redditi fino a 28.000 euro per gli accordi sottoscritti non solo nel 2025 e 2026 ma anche nel 2024. La platea dei dipendenti interessati veniva poi ampliata inoltre ai redditi tra i 28.000 e i 35.000 euro, ma in questo caso con un'imposta sostitutiva del 10%.

 

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Condoni edilizi

Sopravvivono 4 su 5 delle proposte di modifica sui condoni edilizi, compresa quella che rimodula le sanzioni. A essere stoppato è un emendamento - a firma Fratelli d’Italia - che stabiliva che i Comuni fossero obbligati a rilasciare i titoli abilitativi edilizi in sanatoria a seguito dei procedimenti già previsti entro il 31 marzo 2026.

 

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Opzione Donna

Non ammesso l'emendamento di FdI che puntava a prorogare Opzione Donna per motivi di copertura. La proposta estende al 31 dicembre 2025 il termine entro il quale devono essere maturati i requisiti per accedere al trattamento pensionistico anticipato e allarga anche la platea. Tuttavia si lavora ad una riformulazione delle coperture per recuperare la norma.

 

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Responsabilità civile dei medici

Inammissibile l'emendamento a firma della senatrice Micaela Biancofiore di Civici d'Italia che prevedeva il passaggio della responsabilità civile in caso di danni ai pazienti dall'azienda sanitaria direttamente in capo ai medici.

 

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Compensi dei manager pubblici

Bocciato l'emendamento di Lega e Forza Italia che escludeva dal tetto degli stipendi della P.a i compensi corrisposti ai manager dalle società quotate, anche se a controllo pubblico. La proposta a firma, tra gli altri, di Massimiliano Romeo, capogruppo Lega al Senato, e Maurizio Gasparri, capogruppo FI al Senato, stabiliva che i compensi non venissero computati ai fini del calcolo del tetto delle retribuzioni previsto per le società pubbliche non quotate. L'emendamento è saltato perché considerato estraneo per materia.

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Piano Casa

Inammissibile l'emendamento della Lega che riscriveva il Piano Casa, dando priorità ai giovani, alle giovani coppie, ai separati e agli anziani. La proposta stanziava risorse già dal prossimo anno, per complessivi 877 milioni fino al 2030. Le risorse per il 2026 erano attinte per la stragrande maggioranza (100 milioni su 122) dal Fondo per interventi strutturali di politica economica. Allo stesso tempo l'emendamento prevedeva che sia per il Piano casa che per il contrasto al disagio abitativo potessero essere utilizzate risorse derivanti dalle rimodulazioni del Fondo europeo di sviluppo regionale - Fesr nel ciclo 2021-2027. L'inammissibilità è proprio per assenza di coperture adeguate.

Orchestra Scarlatti

Niente da fare per l'emendamento della Lega che destinava un contributo di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2026, 2027 e 2028 alla Nuova Orchestra Alessandro Scarlatti di Napoli. Nell'Orchestra Scarlatti Young si era formato Giovanbattista Cutolo, Giogiò, il giovane musicista ucciso con tre colpi di pistola in piazza Municipio il 31 agosto 2023.

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Il vertice di maggioranza

Intanto ieri la maggioranza è tornata a riunirsi a Palazzo Chigi per approfondire i temi rimasti aperti dall'incontro della scorsa settimana. Il vertice, durato poco più di due ore "in un clima di grande condivisione" - puntualizza la nota di Palazzo Chigi - si conclude con "un'intesa su alcune questioni ancora aperte". Accordo raggiunto sugli affitti brevi, con la volontà di mantenere l'aliquota al 21% per la prima casa e l'idea di ridurre (da 5 a 3 immobili) la soglia da cui scatta l'attività d'impresa. Accordo anche sull'ampliamento dell'esenzione Isee sulla prima casa, alzando il valore catastale per le città più grandi, e sui dividendi. È stata inoltre chiarita la possibilità di compensazione anche per i contributi previdenziali delle imprese e si è discusso delle misure a favore delle forze dell'ordine. Ma se sugli affitti brevi, come viene spiegato, ci dovrebbe essere una "autocopertura", per le altre modifiche - vista la necessità di garantire che i saldi restino invariati - servono nuove risorse.

 

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Il nodo delle banche

Se dunque il vertice ha consentito di fare dei "passi avanti", ora l'attenzione si sposta sulle coperture, che dovranno passare al vaglio del ministero dell'Economia. La cifra cui si guarda supera il miliardo, anche se i calcoli sono ancora in corso. In cima all'elenco degli interventi c'è un ulteriore prelievo (di 0,5 punti) a carico delle banche. Il gettito, secondo diverse fonti, ammonterebbe a poco meno di 200 milioni. L'intenzione dichiarata dalla maggioranza è di limitare l'incremento solo alle grandi banche. Ma secondo altre fonti il rischio è di colpire indiscriminatamente. Il lavoro tecnico sarebbe ancora corso, ma per esentare i piccoli istituti si dovrebbe ricorrere a una franchigia. Una delle ipotesi che circola è che sia di 90mila euro, ma secondo diversi interlocutori, sarebbe troppo bassa per lasciare fuori davvero i piccoli colpendo solo i grandi: l'intesa politica di massima ci sarebbe, ma è previsto oggi un nuovo confronto con le banche. La soglia però, se confermata - si fa notare - sterilizzerebbe l'aumento solo per gli istituti piccolissimi con uno o due sportelli. Risultando invece come un onere aggiuntivo anche per quelli piccoli e medi. In questo senso la misura colpirebbe praticamente l'intero comparto.

 

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