Spending review, dalle auto blu ai benefit: nuovi tagli alle spese dei ministeri

Economia
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Introduzione

Il governo Meloni continua a lavorare sulla manovra e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti prosegue nella ricerca delle risorse necessarie. Dall’Istat sono arrivati buoni dati e Roma ha anche incassato la promozione del rating da parte di Fitch. Ma il Mef sta anche portando avanti una massiccia spending review con una direttiva che riguarda le spese di Palazzo Chigi e dei ministeri senza portafoglio.

Quello che devi sapere

I dati Istat

Il quadro economico certificato dall'Istat ha certificato la crescita del Pil 2024 e il calo del deficit, mentre è stato rivisto al ribasso il dato del debito che sale meno delle precedenti stime. Corretto al rialzo poi il Pil del 2023, che dice addio allo zero virgola e si attesta al +1%. Il Tesoro attendeva questi dati per poter mettere a punto il quadro macroeconomico del Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp) atteso entro il 2 ottobre in Parlamento. Il governo ha quindi ulteriori strumenti per costruire le nuove previsioni per il triennio, gettando le fondamenta per la prossima manovra.

 

Per approfondire: Pil, +0,7% nel 2024: debito in calo. La conferma dell'Istat

Giorgetti in Parlamento

In ministro Giorgetti oggi interverrà in Parlamento: sarà in Aula al Senato, dove le opposizioni avevano sollecitato la sua presenza per riferire sullo stato dell'economia prima della pubblicazione del Dpfp. Intanto però dal palco di Pontida, qualche giorno fa, ha ribadito l’obiettivo di portare avanti le due misure su cui l’esecutivo potrebbe puntare: la pace fiscale (la rottamazione) e il calo delle aliquote Irpef per il ceto medio. Costerebbero circa 4 miliardi (minimo 2,5 per l'Irpef a seconda della fascia di reddito, 1,5-2 miliardi di copertura per la pace fiscale).

 

Per approfondire: Manovra 2026, dal Dpfp alle Camere alla Legge di Bilancio: tappe e date da segnare

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Le risorse per la manovra

Giorgetti può fare affidamento sulla recente promozione di Fitch e spera che la Bce metta mano ai tassi di interesse per far calare il costo di rimborso del debito, liberando risorse preziose. Intanto nel prossimo futuro nuove risorse potrebbero arrivare da tagli di spese istituzionali, una spending review che riguarda auto blu, pranzi e cene in mensa, consulenze, cachet e visite mediche.

 

Per approfondire: Giorgetti: "Tesoretto da spendere non c'è, la rotta ce l'ho precisa"

La direttiva

Il Messaggero ha visionato una direttiva, firmata a metà settembre dal segretario generale Carlo Deodato, con le regole che prevedono un taglio orizzontale del 5% sui “consumi intermedi”. L’elenco comprende voci come cancelleria e carburanti, ma anche benefit come le auto blu e quelle di servizio.

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Le auto blu

La direttiva impone un uso moderato delle vetture istituzionali e rilancia il “tetto massimo” introdotto più di un decennio fa dal governo Renzi. Quindi cinque autovetture per le amministrazioni che hanno più di 600 dipendenti, quattro macchine con autista per chi ne ha tra i 400 e 600 e così via. All’epoca la “cura Cottarelli”, commissario alla spending review con Renzi, limitò l’uso delle auto blu a ministri e viceministri.

La lista dei tagli

Come spiega Il Messaggero, che ha visionato il documento, la spending review riguarderà beni di consumo come “il rimborso delle spese di missione, la manutenzione ordinaria degli immobili, gli incarichi di studio ad esperti e consulenze, il global service mensa e ristorazione collettiva, servizi di pulizia e visite mediche, cioè “gli accertamenti sanitari resi necessari dall’attività lavorativa”. E si fa notare anche che “la presidenza del Consiglio è l’unica amministrazione che contribuisce, sin dal 2013, in via strutturale, all’azione di contenimento della spesa”.

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Le cifre

Sono poi inclusi i numeri. Come i 50 milioni di euro che ogni anno, incluso il prossimo, Palazzo Chigi taglia dal bilancio per alleggerire le casse dello Stato. Per farlo bisogna mettere un freno alle spese ritenute superflue. D’ora in poi verranno considerate valide solo proposte in regola e “in linea con il programma di governo”.

 

Per approfondire: Ecofin, Dombrovskis: “Bene ambizione Italia, stop procedura se porta deficit sotto 3% Pil”

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