Dazi Usa, l'Europa resiste e la Cina soffre. Lo studio

Economia
©Getty

Introduzione

Secondo l'analisi degli economisti Daniel Gros e Niccolò Rotondi per l’IEP@BU, Institute for European Policymaking dell'Università Bocconi, l’impatto dei dazi di Washington si è rivelato molto più contenuto del previsto. Nonostante l’escalation annunciata e le minacce di tariffe elevate su settori chiave come l’acciaio o l’automotive, l’Unione europea ha mantenuto le proprie quote di mercato negli Stati Uniti, arrivando addirittura a registrare un incremento di circa 40 miliardi di euro nelle esportazioni nel primo semestre dell’anno. 

Quello che devi sapere

L'allarme all'annuncio di Trump

Di per sé è una sorpresa rispetto a quanto ci si aspettava all’inizio: quando Donald Trump ha annunciato il 2 aprile 2025 l’introduzione di dazi "reciproci" (termine da lui sempre usato, in modo errato) contro tutti i partner commerciali i mercati europei avevano mostrato grandi segnali di allarme. Addirittura le prime reazioni politiche e mediatiche parlavano di "capitolazione" dell’Ue di fronte al protezionismo americano e di rischio di collasso del commercio mondiale.

 

Per approfondire: Dazi, Financial Times: "Trump ha chiesto a Ue di imporre tariffe al 100% su India e Cina"

Il confronto con la Cina

Il confronto con la Cina è emblematico: mentre Pechino ha visto crollare la propria quota sulle importazioni americane dal 14% al 7% in pochi mesi, l’Europa è rimasta stabile al 14%, consolidando il suo ruolo di partner commerciale privilegiato rispetto a molti concorrenti asiatici.

 

Per approfondire: Vino italiano, l'export del primo semestre salvo grazie alle scorte fatte prima dei dazi

pubblicità

Tariffe più basse

Il motivo principale, spiegano gli autori, è che i dazi effettivamente applicati sono stati molto più bassi rispetto a quelli annunciati: in media il 9-10%, contro il 40% circa che colpisce la Cina. Solo Canada e Messico, grazie agli accordi commerciali in vigore, godono di condizioni ancora più favorevoli, con gran parte delle loro esportazioni esentate dai dazi.

 

Per approfondire su Insider: Perché i dazi Usa colpiscono l’amica India più della nemica Cina?

Importazioni Usa in crescita

Tuttavia, le dimensioni ridotte delle due economie ne limitano l’impatto competitivo sul mercato globale. Lo studio mette in evidenza anche un’altra dinamica: aldilà dei toni muscolari di Trump, i dati confermano che le importazioni statunitensi non sono diminuite, anzi sono leggermente cresciute.

pubblicità

300 miliardi

Secondo l’Unctad, il commercio globale è aumentato di circa 300 miliardi di dollari nel primo semestre del 2025. In questo contesto, l’Europa ha beneficiato della pressione esercitata su Pechino, riuscendo a difendere le proprie posizioni senza dover inasprire la propria politica commerciale.

"Impatto limitato"

"I dazi annunciati da Trump il 2 aprile 2025 erano potenzialmente incostituzionali, privi di fondamento fattuale come risposta a barriere commerciali estere e in chiara violazione delle regole del Wto", spiegano gli autori dello studio. "Eppure, al di là del clamore politico e mediatico, il loro impatto reale è stato molto limitato. Le importazioni statunitensi sono leggermente aumentate, il commercio globale continua a crescere e l’export europeo ha mantenuto la propria quota di mercato. In sintesi, l’abbaiare è stato peggiore del morso".

 

Per approfondire: La rubrica di Carlo Cottarelli: "Dazi, trova le differenze: tutti gli squilibri nell'accordo tra Ue-Usa"

pubblicità

Gli effetti sui dazi della condanna di Bolsonaro

Fra gli ultimi sviluppi internazionali che potrebbero influenzare il capitolo relativo ai dazi c’è quanto accaduto in Brasile: la Corte Suprema del Paese ha condannato l’ex presidente Jair Bolsonaro a 27 anni e tre mesi per tentato colpo di Stato, riconoscendolo colpevole di aver guidato un’organizzazione criminale con l’obiettivo di impedire l’insediamento di Luiz Inacio Lula da Silva, dopo le elezioni del 2022. Questo provvedimento è destinato ad accrescere le tensioni con Washington, che nelle ultime settimane ha usato dazi e sanzioni per ammorbidire - senza riuscirvi - le posizioni di Brasilia nei confronti di uno dei partner politici di Donald Trump e dei Repubblicani in Sudamerica. Una decisione che anche sul piano nazionale - a un anno dalle presidenziali -  rischia di trasformare l'ex capo di Stato in un simbolo per la destra populista globale e radicalizzare l’opposizione, in un Paese politicamente ancora molto polarizzato.

 

Per approfondire su Insider: Jair Bolsonaro condannato a 27 anni: quali conseguenze per il Brasile?

Verso un accordo con il Regno Unito

Intanto, spiega il Financial Times, Usa e Regno Unito si starebbero affrettando a finalizzare accordi sui dazi relativi a reattori nucleari, data center di intelligenza artificiale e whisky in vista della visita di Stato a Londra di Donald Trump prevista per la prossima settimana. Il premier britannico Keir Starmer, secondo il Ft, spera di presentare la visita di tre giorni del tycoon come un'occasione di promozione per la Gran Bretagna e un segnale che la sua strategia di crescita sta dando frutti, oltre a consolidare una partnership per sfidare quella cinese nelle tecnologie critiche.

 

Per approfondire: Ue, ordine esecutivo di Trump sui dazi: verso il 15% per le auto

pubblicità