Pensioni, il piano per l’uscita a 64 anni e il Tfr all’Inps. Cosa prevede

Economia
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Introduzione

La Lega punta sul congelamento del requisito dell'età per la pensione che altrimenti aumenterebbe dal 2027. Il sottosegretario al Lavoro Durigon: “Ho già parlato con il ministro Giorgetti incontrando la sua disponibilità a inserire il provvedimento in manovra”. Si studia il meccanismo per usare la liquidazione come rendita per raggiungere la soglia minima di pensione. Ecco tutti i dettagli.

Quello che devi sapere

Stop aumento età pensionamento

Il cantiere della manovra è già al lavoro. E uno dei temi caldi è il fronte previdenziale. Il governo sembra orientato alla sterilizzazione dell'età pensionabile, che senza alcun intervento aumenterebbe di tre mesi nel 2027. Quindi si punta a non far scattare dal 2027 l'innalzamento dell'età pensionistica a 67 anni e 3 mesi in base all'aumento dell'aspettativa di vita.

 

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La Lega conferma

Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, in una intervista in occasione del Meeting di Rimini, ha detto: "Ho già parlato con il ministro Giorgetti incontrando la sua disponibilità a inserire il provvedimento all'interno della Legge di bilancio”.

 

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Inps: su congelamento requisito età attueremo legge

Il presidente dell'Inps, Gabriele Fava, ha replicato alla proposta dicendo: "È il legislatore che decide su questi temi, sono di sua competenza. Quindi, noi come Inps, come soggetto attuatore, ci atteniamo scrupolosamente e cercheremo di attuare le linee legislative nel miglior modo possibile".

 

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Le risorse per la copertura

Il congelamento dal 2027 dell'innalzamento di tre mesi dell’età pensionabile, previsto dalla riforma Fornero, ha un costo. Bloccare lo scalino, secondo l’Inps, costerebbe un miliardo all’anno (per due anni). Come rivela Il Messaggero, per far pesare meno questa spesa si valuta il ritorno di mini finestre mobili di uno o due mesi: sarà l'uscita per un tempo limitato di esce con la pensione di anzianità e ha raggiunto il requisito dei 67 anni.

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In pensione a 64 anni? Ecco come

Il governo punta poi a estendere il canale che consente di accedere al pensionamento anticipato con 64 anni e 25 di contributi purché il futuro assegno sia pari ad almeno tre volte il trattamento minimo. Questa possibilità volontaria, già prevista dalla scorsa manovra per chi è nel sistema contributivo, potrebbe essere ampliata  a tutti i lavoratori, “quindi anche a coloro che hanno cominciato prima del 1996 e sono nel sistema misto”, ha chiarito Durigon al Corriere della Sera. La soglia dei 64 anni, dice il sottosegretario, “mi sembra possa essere giusta e adeguata rispetto all'attuale mondo del lavoro”.

 

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Come funziona ora

L’ultima legge di bilancio aveva consentito ai lavoratori con montante pensionistico interamente contributivo di uscire anticipatamente a 64 anni, potendo sommare previdenza obbligatoria e complementare in modo da arrivare alla fatidica soglia di almeno 3 volte l’assegno minimo (1.616,04 euro al mese). Servivano anche un minimo di 25 anni di versamenti (che saliranno a 30 nel 2030).

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La rendita complementare

Il tema fondamentale diventa quindi la possibilità di usare il Tfr per fare cumulo e raggiungere la soglia minima di assegno pensionistico. Non solo quindi per chi ha conferito il Tfr nei fondi pensione ma anche per chi il trattamento di fine rapporto lo ha lasciato in azienda. "Per avere pensioni un po' più forti" anche per chi ricade interamente nel sistema contributivo, "stiamo valutando di proporre" l'utilizzo del "Tfr fermo all'Inps", ha annunciato Durigon.

Tfr all'Inps come rendita per la pensione

"Stiamo valutando di proporre che il Tfr fermo all'Inps, delle imprese sopra i 50 dipendenti, possa essere una rendita, per dare un ristoro”, ha detto il sottosegretario al Lavoro. "Non escludiamo - ha aggiunto - di inserire in questo contesto anche la possibilità del long term care, sappiamo la sofferenza che c'è sulla sanità, avere anche questo sistema assicurativo potrebbe dare delle risposte importanti ai nostri pensionati". Quanto alle risorse necessarie per rafforzare la previdenza complementare, per Durigon "parliamo di sistema contributivo, se il Tfr va nella rendita non è più un esborso che fa l'Inps" quindi non dovrebbe avere un impatto importante sui conti pubblici. In sostanza il lavoratore uscirebbe a 64 anni ma utilizzando la sua liquidazione. Lo Stato pagherebbe meno pensioni “povere” e risparmierebbe sui Tfr da versare.

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Il bonus Giorgetti

Solo per alcune categorie invece di proverà a spingere strumenti che garantiscano chi sceglie di rimanere al lavoro. Su questo punto Durigon ha ricordato che è "fondamentale" il cosiddetto bonus Giorgetti, l'incentivo per i lavoratori dipendenti del pubblico e del privato, che maturano i requisiti per la pensione anticipata ma scelgono di rimanere al lavoro, ricevendo in busta paga una quota aggiuntiva pari ai contributi previdenziali normalmente a suo carico, totalmente esentasse e non soggetta a Irpef. Si tratta di "una misura che rafforza la libertà del lavoratore, che si tratti di restare al suo posto o di poter andare prima in pensione”, ha detto il sottosegretario.

 

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Quota 103 e Opzione Donna

La Lega di fatto è pronta a rinunciare a Quota 103, su cui negli anni scorsi si erano consumate aspre battaglie, perché si è dimostrato, come ammette Durigon, uno strumento "non ottimale di flessibilità in uscita". Lo scorso anno le richieste totali liquidate dall'Inps sono state appena 1.500. Invece Opzione Donna "andrebbe rafforzata perché oggi risulta una misura poco efficiente e ha avuto scarso appeal”, dice il sottosegretario. ”Si tratta di studiare qualche soluzione per avere pensioni di importo adeguato, tanto più che le lavoratrici spesso hanno dovuto caricarsi del lavoro di cura”.

 

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