Manovra, da taglio Irpef a rottamazione cartelle: il governo a caccia di risorse

Economia
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Introduzione

Dopo l’estate, per il governo Meloni è già tempo di lavorare alla prossima legge di Bilancio. Ancora è presto per misure e dettagli, ma diversi esponenti dell’esecutivo stanno lasciando trapelare le prime informazioni sulla strada che verrà intrapresa e sulle tematiche che avranno la priorità nella manovra. Ecco cosa sappiamo.

Quello che devi sapere

Riduzione della pressione fiscale

"La riduzione della pressione fiscale è una priorità di questo governo”, ha detto il sottosegretario al Mef Federico Freni. “Anche la prossima Legge di bilancio prevederà misure per alleggerire ulteriormente il carico che grava su cittadini e imprese”. Come promesso dalla premier Giorgia Meloni, l’intenzione è quella di proseguire sulla riduzione delle tasse concentrandosi sul ceto medio. Dopo il taglio del cuneo strutturale e il primo modulo della riforma dell'Irpef, il prossimo step potrebbe essere dunque la riduzione di due punti della seconda aliquota, dal 35% al 33%, allargando lo scaglione fino ai 60mila euro: operazione per cui servono circa 4 miliardi.

 

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Le cartelle fiscali

Freni ha anche aggiunto che "ora è il momento di una nuova rateizzazione delle cartelle fiscali per aiutare milioni di partite Iva, professionisti, commercianti e artigiani onesti che non sono riusciti a pagare tutte le tasse". Secondo il sottosegretario, "non c'è alcuna contrapposizione tra la rateizzazione delle cartelle fiscali e la riduzione dell'Irpef per il ceto medio. Si troveranno le risorse per fare entrambe le cose, nel rispetto dei conti pubblici e, soprattutto, delle esigenze dei cittadini. La rateizzazione delle cartelle fiscali - aggiunge - è certamente una di queste perché dà allo Stato la possibilità di incassare risorse certe e durature nel tempo aiutando allo stesso tempo i contribuenti più in difficoltà. Di certo non apriremo le porte agli evasori”.

 

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La Lega scommette sulla rottamazione

Non è una novità che per Matteo Salvini e la Lega, uno dei cardini per la manovra sia la pace fiscale. La rottamazione definitiva delle cartelle "per noi sarà sicuramente la priorità”, ha detto il vicepremier mentre Forza Italia spinge per la riduzione delle tasse al ceto medio. In Parlamento riprenderà dopo la pausa estiva il lavoro sul disegno di legge della Lega per una quinta rottamazione, che la commissione Finanze del Senato punta a chiudere entro settembre. Sul tema si mantiene cauto il viceministro delle Finanze Maurizio Leo, che non si è mai detto contrario, pur ricordando che sul magazzino delle cartelle è al lavoro una commissione ministeriale e qualsiasi intervento "dovrà inserirsi - ha spiegato in una recente intervista - in un quadro coerente e realistico”.

 

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Sostegno alla natalità

Il sottosegretario al Mef Freni ha ricordato che "il calo della natalità intercetta una dimensione di medio-lungo periodo. Non servono misure tampone, ma la messa a terra di un disegno organico. È proprio quello che sta facendo questo governo fin dal suo primo giorno di attività. Il potenziamento dell'Assegno unico lo dimostra chiaramente così come le risorse stanziate a favore delle lavoratrici madri. La prossima Legge di bilancio implementerà e rafforzerà questo percorso”. L'inverno demografico ha implicazioni di lungo periodo sulla sostenibilità dei conti, non manca di ripetere Giorgetti. Nell’ultima manovra il governo ha stanziato circa 6 miliardi di aiuti alla famiglia e alla natalità, dal bonus nuovi nati all'allungamento di un mese del congedo parentale al bonus mamme esteso alle autonome. "Valuteremo l'estensione e il rafforzamento delle misure esistenti e, compatibilmente con le risorse a disposizione, nuovi interventi", promette il viceministro Leo.

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Verso stop aumento requisiti pensione

Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, ha invece citato un altro tema in vista della manovra, già trapelato nei giorni scorsi. Si tratta del proposito del congelamento del requisito dell'età per la pensione che altrimenti aumenterebbe dal 2027. "Ho già parlato con il ministro Giorgetti incontrando la sua disponibilità a inserire il provvedimento all'interno della Legge di bilancio”, ha detto. Per il sottosegretario, in materia previdenziale è anche "fondamentale" il cosiddetto bonus Giorgetti, "una misura - sottolinea - che rafforza la libertà del lavoratore, che si tratti di restare al suo posto o di poter andare prima in pensione”.

 

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La partita sulle pensioni

L'aumento dell'aspettativa di vita prevista dall'Istat farà scattare, nel 2027, altri tre mesi in più prima di poter andare in pensione di vecchiaia. L'età di uscita dovrebbe passare da 67 anni a 67 anni e tre mesi, in base ai meccanismi automatici previsti dalla Legge Fornero. Il ministro Giorgetti ha assicurato che questo aumento sarà sterilizzato. Il sottosegretario Durigon ha spiegato che si troveranno sicuramente le risorse per bloccare questo aumento, anche se la cancellazione della norma potrebbe arrivare solo nel 2029, quando l'età pensionabile dovrebbe aumentare di ulteriori due mesi. Prima sarà però necessario valutare attentamente l'impatto, che alcune stime indicano sui 300 milioni, mentre altre prevedono un costo decisamente più alto.

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Detassazione degli aumenti contrattuali

Sul fronte lavoro, si studia un potenziamento della contrattazione di secondo livello legata alla produttività, se le risorse lo consentiranno. Si ragiona anche sull’introduzione di incentivi per favore il rinnovo dei Ccnl. Un’ipotesi sarebbe la detassazione degli aumenti, ma ha un costo importante.

Ires premiale e Sanità

La caccia alle risorse è iniziata anche per riuscire a stabilizzare l'Ires premiale previsto per le aziende che hanno i conti in ordini e che assumono. Infine la sanità, che parte dai due miliardi in più che il ministro Schillaci ha detto di aver già ottenuto da Giorgetti. Il capitolo è stato fonte di battaglia politica soprattutto da parte dell’opposizione.

 

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