Come rimuovere l'amianto sfruttando il bonus ristrutturazioni 2025: requisiti e domande

Economia
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Introduzione

La presenza di amianto su tetti e strutture degli edifici può causare problemi alla salute: le fibre che lo compongono, una volta intaccate, diventano presenti nell'aria sotto forma di polvere che, se inalata, penetra in profondità nei polmoni e vi rimane anche per anni, con possibili conseguenze nefaste. Per questo è possibile rimuovere tale materiale sfruttando il bonus ristrutturazioni 2025 (con importanti detrazioni Irpef) o agevolazioni specifiche previste da Regioni e Comuni, che hanno stanziato contributi a fondo perduto per bonificare gli edifici.

Quello che devi sapere

Cos'è il bonus ristrutturazioni

Con "bonus ristrutturazioni" si intende la detrazione per lavori di manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e pertinenze. Per quanto concerne le parti comuni di edifici residenziali, è ammessa anche la manutenzione ordinaria. Si tratta, in sostanza, di una detrazione per interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio.

 

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I lavori di riqualificazione ammessi

Tra i lavori di riqualificazione ammessi abbiamo, tra i più importanti, l’installazione di ascensori e scale di sicurezza, la realizzazione e il miglioramento di servizi igienici, la sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande, gli interventi finalizzati al risparmio energetico e alla cablatura degli edifici, la realizzazione di opere per evitare infortuni domestici, l’installazione di apparecchi di rilevazione di gas e, appunto, gli interventi di bonifica dall’amianto.

 

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Aliquote e tetti di spesa

Dunque, come detto, chi vuole effettuare lavori di bonifica e smaltimento dell’amianto può farlo sfruttando il bonus ristrutturazioni. Il beneficio, per l’anno 2025, prevede una detrazione fiscale con due aliquote, al 50% o al 36% a seconda dei casi, da calcolare su un tetto di spesa pari a 96mila euro e fruibile in 10 rate annuali di pari importo. Ma come si può sapere in quale aliquota rientra la propria abitazione?

 

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Prima o seconda casa?

La distinzione è semplice: per l’anno 2025, il bonus ristrutturazioni resta al 50% solo per le prime case (in termini tecnici, viene riconosciuto per le spese sostenute dai titolari del diritto di proprietà o di diritto reale di godimento per interventi sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale). La detrazione, spiega l'Agenzia delle entrate, resta del 50% anche se l'immobile è adibito a dimora abituale di un familiare del contribuente (coniuge, parente entro il terzo grado e affini entro il secondo). L’aliquota al 36% si applica invece agli interventi sulle seconde case e sugli immobili non residenziali

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Se acquisto una nuova casa?

In caso di acquisto di abitazione, come chiarito dalla circolare n.8/E dell'Agenzia delle entrate - che ha allargato i confini dell'applicazione dell’aliquota al 50% - ha diritto all'incentivo pieno anche chi compra una nuova casa e vi sposta la residenza al termine dei lavori di ristrutturazione. L’obiettivo è quello di non penalizzare chi è impossibilitato ad andare ad abitare stabilmente nella nuova casa (prendendo quindi la residenza) prima della fine dei lavori. 

Le regole per il 2026 e il 2027

E nel caso in cui si voglia effettuare lavori di bonifica e smaltimento dell’amianto nei successivi anni? In questo caso, bisogna tenere a mente che il bonus ristrutturazioni sarà "depotenziato". Per le spese sostenute negli anni 2026 e 2027, la detrazione base sarà del 30% (che sale al 36% in caso di abitazione principale), sempre su un tetto massimo di 96mila euro per unità immobiliare.

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Quando si può usufruire del bonus

Come specificato dall’Agenzie delle entrate, i lavori su singole unità immobiliari e su parti comuni di edifici residenziali, finalizzati alla bonifica dall’amianto costituiscono una categoria a parte che risulta agevolabile indipendentemente dalla categoria edilizia in cui gli interventi stessi rientrano. Ne consegue che la detrazione spetta a prescindere dalla realizzazione di un intervento di recupero del patrimonio edilizio. Ad esempio, è possibile riconoscere il bonus amianto anche soltanto alle spese sostenute per il trasporto dell’amianto in discarica da parte di aziende specializzate.

Come fare richiesta

Per usufruire del bonus, è importante ricordare che le opzioni relative alla cessione del credito e allo sconto in fattura sono state eliminate. Allo stato attuale, c'è solo un modo per accedere all'incentivo: la detrazione Irpef. Il rimborso avviene tramite la compilazione della dichiarazione dei redditi (il 730 precompilato o il modello Redditi Persone Fisiche). Ai fini fiscali bisogna inoltre conservare una serie di documenti (tra gli altri, domanda di accatastamento, ricevute di pagamento dell'imposta comunale Imu, delibera dell'assemblea per l'esecuzione dei lavori, concessioni e autorizzazioni).

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Le agevolazioni dalle Regioni

Oltre all’agevolazione fiscale prevista dal bonus ristrutturazioni, vi sono alcune Regioni che offrono specifici incentivi per la bonifica e lo smaltimento dell’amianto. Per questo gli esperti raccomandano a chiunque voglia effettuare lavori di questo tipo di verificare presso il proprio Comune o Regione l’esistenza di bandi o agevolazioni aggiuntive rispetto alla normativa nazionale. Vediamone alcuni in dettaglio.

In Friuli-Venezia Giulia

La Regione Friuli-Venezia Giulia concede contributi a fondo perduto fino al 50% della spesa necessaria per interventi di questo tipo. Per la rimozione e lo smaltimento dell'amianto da edifici di proprietà privata adibiti a uso residenziale, le domande possono essere presentate fino alle ore 16.30 del 31 luglio 2025 (ed è quindi bene affrettarsi). Per la rimozione e lo smaltimento dell'amianto da edifici di culto, edifici sedi di associazioni senza scopo di lucro, edifici a destinazione industriale o artigianale o commerciale di proprietà di persone fisiche o giuridiche, le domande possono essere presentate dal 1° agosto al 15 settembre 2025.

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In Sicilia

Anche la Regione Sicilia ha stanziato un contributo a fondo perduto per la rimozione e lo smaltimento dell'amianto presente nelle abitazioni dell’isola. L'assessorato regionale dell'Energia, attraverso il dipartimento Acqua e rifiuti, ha pubblicato l'avviso del valore di oltre 1,4 milioni di euro con l'obiettivo di incentivare privati e condomìni a bonificare le unità immobiliari in cui è presente questo materiale altamente nocivo per la salute e per l'ambiente. Le domande vanno presentate esclusivamente online attraverso l'apposita piattaforma attiva fino alle 12 del 5 settembre 2025. Il contributo è pari all'80% dei costi effettivamente sostenuti, fino a un massimo di 5mila euro. Nel caso di interventi condominiali, invece, il finanziamento non potrà essere superiore a 2.500 euro per unità immobiliare, entro un limite massimo di 30mila euro per tutto l'edificio.

 

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In Campania

Friuli-Venezia Giulia e Sicilia non sono le uniche Regioni ad aver preso a cuore questo tema. La Campania, ad esempio, ha riaperto i termini di presentazione della domanda per l’erogazione di contributi per lavori di bonifica da amianto in edifici pubblici: la nuova deadline è il 30 settembre 2025. Il limite massimo di contributi assegnabili complessivamente è di 436mila euro.

 

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In Piemonte

Una misura simile è prevista anche in Piemonte, che ha aperto un bando rivolto alle amministrazioni comunali e provinciali della Regione per la realizzazione di interventi di bonifica e smaltimenti dell’amianto su edifici di loro proprietà: la dotazione complessiva è di oltre 3,1 milioni di euro e l’importo assegnabile per singola istanza è di 300mila euro. La scadenza per la presentazione delle domande è fissata per il 15 settembre 2025.

 

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